Perdindirindina. Non so cosa frulli nell’ipotalamo del Governatore della Calabria Agazio Loiero, ma se si pensa di risanare il debito della sanità (di cui ancora non si sa il reale importo) “castigando” i cittadini, con i tiket sui farmaci, sulle visite specialistiche e sulle prestazioni al pronto soccorso che non siano codice rosso (conviene sapere prima se un sintomo è serio oppure no!) e con l’incremento di Irpef ed Irap, devo pensare che qualche neurone è fuori posto.
Stessa cosa dicasi per la chiusura degli ospedali sulla Piana: follia allo stato puro se non si trova una soluzione adeguata per i residenti, che rischiano di morire, senza neppure sapere il perché.
Ricordo Doris Lo Moro (magistrato prestato alla politica), che in qualità di assessore alla sanità pro tempore, propose di eliminare il tiket adducendo quale motivazione il fatto che “per le casse regionali è del tutto ininfluente”.
Sono passati quattro anni ed ecco la mannaia abbattersi sulla testa dei calabresi: Loiero reintroduce il tiket e lo fa in maniera più incisiva e pesante.
L’impressione, che ognuno di noi ha, è che si cerchi di mettere la “solita toppa” su una barca che difficilmente potrà essere raddrizzata: a farne la spesa saranno gli ammalati, che già non avevano le garanzie di una “assistenza minima”, e la povera gente.
E’ pazzesco che il debito della sanità, frutto del malaffare, degli intrecci politico-mafiosi, del malcostume, delle ruberie varie debba ricadere sulla testa dei cittadini.
Nessuno di questi politici, in maniera bipartisan, ha titolo a parlare perché come giustamente ha ammesso il consigliere Senatore: “il più pulito di noi qua dentro ha la rogna”.
Non si comprende la scelta di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, quale unico metodo per risollevare le sorti della sanità calabrese.
Non si comprende la mancanza di una programmazione, l’individuazione di responsabilità, l’assenza di colpe: certamente è tutto un sistema corrotto dove tutti sono responsabili e dunque nessuno lo è.
Ma basta con le prese in giro ! C’è in gioco la vita delle persone e non dobbiamo aspettare la prossima vittima della sanità per indignarci e per promettere.
Dobbiamo, oggi, incominciare ad avere qualche certezza che, non una rivoluzione ma, un accenno al cambiamento ci sarà,.
Altrimenti statene pur certi la logica del “tirare a campare”, serve solo a questi “personaggi della politica” che non hanno gli attributi per prendersi le loro “quattro cianfrusaglie” e ritornarsene a casa: spero solamente che a farlo saranno (prossimamente) gli elettori.
Che nessuno si illuda! La cattiva sanità colpirà, prima o poi, ciascuno di noi (anche quelli che credono di avere il biglietto dell’aereo in tasca).
Un piano di rientro vergognoso, che scarica sui cittadini le “nefandezze di questa classe politica”, e che non mette in atto nessun meccanismo per eliminare le connivenze con la ‘ndragheta, che non pone fine agli sprechi, alle ruberie ed alle malvessazioni varie.
Ma il bello deve ancora avvenire, quando assisteremo alla chiusura degli ospedali, al licenziamento dei dipendenti (compresi i 2000 precari di cui nessuno parla più) ed alla mancanza dei servizi sanitari minimi di garanzia.
Loiero potrà obiettare che i debiti (al solito) sono stati prodotti dalla precedente Giunta Regionale.
Bene ! Ma come mai solo dopo quattro anni ci si rende conto (si fa per dire) del buco nella sanità, quando sino a poco tempo fa tutto andava bene?
Alla voragine di 2,2 miliardi di euro del debito storico del 2001-2007, è stato aggiunto, un debito di 198 milioni accertato nel 2008.
La verità è che neanche loro sanno realmente a quanto ammonta il debito della sanità calabrese. L’unica cosa di cui si sono preoccupati Loiero e “compagnia sbandante” è stata quella di rastrellare un poco di soldi dalle tasche dei cittadini che sono costretti a curarsi !
Ribadisco: è necessario un “commissariamento urgente” della sanità calabrese prima che si arrivi ad un “coma irreversibile” dell’ammalato-sanità.
Perseverare per “tatticismi politici” su questa linea comporterà dei danni inimmaginabili ed ingestibili.
Stessa cosa dicasi per la chiusura degli ospedali sulla Piana: follia allo stato puro se non si trova una soluzione adeguata per i residenti, che rischiano di morire, senza neppure sapere il perché.
Ricordo Doris Lo Moro (magistrato prestato alla politica), che in qualità di assessore alla sanità pro tempore, propose di eliminare il tiket adducendo quale motivazione il fatto che “per le casse regionali è del tutto ininfluente”.
Sono passati quattro anni ed ecco la mannaia abbattersi sulla testa dei calabresi: Loiero reintroduce il tiket e lo fa in maniera più incisiva e pesante.
L’impressione, che ognuno di noi ha, è che si cerchi di mettere la “solita toppa” su una barca che difficilmente potrà essere raddrizzata: a farne la spesa saranno gli ammalati, che già non avevano le garanzie di una “assistenza minima”, e la povera gente.
E’ pazzesco che il debito della sanità, frutto del malaffare, degli intrecci politico-mafiosi, del malcostume, delle ruberie varie debba ricadere sulla testa dei cittadini.
Nessuno di questi politici, in maniera bipartisan, ha titolo a parlare perché come giustamente ha ammesso il consigliere Senatore: “il più pulito di noi qua dentro ha la rogna”.
Non si comprende la scelta di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, quale unico metodo per risollevare le sorti della sanità calabrese.
Non si comprende la mancanza di una programmazione, l’individuazione di responsabilità, l’assenza di colpe: certamente è tutto un sistema corrotto dove tutti sono responsabili e dunque nessuno lo è.
Ma basta con le prese in giro ! C’è in gioco la vita delle persone e non dobbiamo aspettare la prossima vittima della sanità per indignarci e per promettere.
Dobbiamo, oggi, incominciare ad avere qualche certezza che, non una rivoluzione ma, un accenno al cambiamento ci sarà,.
Altrimenti statene pur certi la logica del “tirare a campare”, serve solo a questi “personaggi della politica” che non hanno gli attributi per prendersi le loro “quattro cianfrusaglie” e ritornarsene a casa: spero solamente che a farlo saranno (prossimamente) gli elettori.
Che nessuno si illuda! La cattiva sanità colpirà, prima o poi, ciascuno di noi (anche quelli che credono di avere il biglietto dell’aereo in tasca).
Un piano di rientro vergognoso, che scarica sui cittadini le “nefandezze di questa classe politica”, e che non mette in atto nessun meccanismo per eliminare le connivenze con la ‘ndragheta, che non pone fine agli sprechi, alle ruberie ed alle malvessazioni varie.
Ma il bello deve ancora avvenire, quando assisteremo alla chiusura degli ospedali, al licenziamento dei dipendenti (compresi i 2000 precari di cui nessuno parla più) ed alla mancanza dei servizi sanitari minimi di garanzia.
Loiero potrà obiettare che i debiti (al solito) sono stati prodotti dalla precedente Giunta Regionale.
Bene ! Ma come mai solo dopo quattro anni ci si rende conto (si fa per dire) del buco nella sanità, quando sino a poco tempo fa tutto andava bene?
Alla voragine di 2,2 miliardi di euro del debito storico del 2001-2007, è stato aggiunto, un debito di 198 milioni accertato nel 2008.
La verità è che neanche loro sanno realmente a quanto ammonta il debito della sanità calabrese. L’unica cosa di cui si sono preoccupati Loiero e “compagnia sbandante” è stata quella di rastrellare un poco di soldi dalle tasche dei cittadini che sono costretti a curarsi !
Ribadisco: è necessario un “commissariamento urgente” della sanità calabrese prima che si arrivi ad un “coma irreversibile” dell’ammalato-sanità.
Perseverare per “tatticismi politici” su questa linea comporterà dei danni inimmaginabili ed ingestibili.
Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale
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