Mettersi la mano sul cuore se si ama la Calabria: recita cosi lo spot pubblicitario che, in questi giorni, vediamo in televisione.
L’immagine di un Bronzo di Riace, con la mano sul cuore, si presenta agli occhi (esterrefatti) di una turista che si accinge a fotografarlo.
Questo spot, vuole essere un invito alla riflessione per una soluzione al “problema Calabria”, un invito ad amare di più la nostra terra, un invito per uno sforzo in più che solo con l’amore si può fare.
Uno spot profetico, che sembra aver anticipato il problema di oggi: quello di spostare i Bronzi per il G8 a “La Maddalena”. La tentazione è forte: quale miglior vetrina del G8, ripresa dalle TV internazionali.
In questi casi il cuore da solo non basta, bisogna usare anche il cervello: dunque, l’altra mano mettiamola sulla testa.
Mi spiego: il cuore, inteso come lato passionale e viscerale (peculiarità nostra reggina), ci porta ad essere impulsivi, irrazionali ed agire “per emotività”, per istinto, potrebbe (in questo caso) portarci ad una scelta non giusta: ed allora, usare il cervello potrebbe rivelarsi utile e produttivo per la nostra città.
Con il cuore saremmo pronti a ribellarci a chiunque cercasse di privarci (anche per un breve periodo) di qualcosa che sentiamo profondamente nostro, per ovvi motivi: primo, l’esperienza (a ragione) ci porta a vedere una “fregatura” in qualsiasi proposta ci venga fatta; secondo, ci viene difficile “separarci” di qualcosa di importante che riteniamo ci appartenga; terzo, vorremmo capire cosa ce ne venga in cambio.
Per quanto mi riguarda, tenterò di essere quanto più razionale e lucido,senza mettere (completamente) da parte il cuore nella la ricerca di una “soluzione adeguata”.
Non mi è difficile farlo, perché ho avuto modo di pensarlo più volte, in quanto il problema dello spostamento dei Bronzi, si presenta con cadenza da ciclo (doloroso) mestruale e necessita, pertanto, una soluzione, quanto più possibile, definitiva.
Dicevo problema non difficile e tout-court esplicito la mia soluzione: i Bronzi possono spostarsi a patto che…..
Lasciatemi fare, in primis, una breve e banale considerazione che è sotto gli occhi di tutti: i Bronzi, cosi come sono oggi “sistemati”, sono sottodimensionati e poco “sfruttati”: di conseguenza, scarsa visibilità e poca valorizzazione degli stessi.
Inoltre c’è da dire che, in tutti questi anni, poco si è fatto per “mettere a frutto” questa risorsa che il mare ci ha voluto regalare.
Si è parlato dei Bronzi solo per lo spostamento ad Atlanta, per la loro clonazione, richiesta da parte degli emirati arabi e per una loro, eventuale, trasferta durante eventi significativi (ultimo il G8): ma è stato solo per questo che se ne parlato ! Se me lo consentite è pochino, per non dire niente, non vi pare!
Certo se, da una parte, questo s-parlare può stimolare la curiosità di alcuni, per venire a vedere i Bronzi, dall’altro ci porta anche a farci classificare come dei “provinciali- bigotti” ed essere accusati di un immobilismo borghese indolente..
Per quel che mi riguarda, ritengo necessaria un’apertura ad una esperienza simile (se gli esperti lo consentono) ad una ed una sola condizione: che i Bronzi ritornano nel più breve tempo possibile a Reggio dove ad attenderli ci dovrà essere una “giusta e definitiva” collocazione.
Naturalmente, questa nuova collocazione, essendo “definitiva” comporterebbe l’impossibilità di ulteriori trasferimenti futuri.
Ed allora, come potete ben capire, il problema non è quello (banale) di una “breve trasferta” (un cambiamento d’aria forse gioverebbe ai bronzi ed alla città), ma quello di una loro collocazione definitiva che non può (a mio giudizio) essere quella delle “quattro mura” di un museo.
In passato, insieme a Marcello Veneziani, avevamo lanciato l’idea di portare all’esterno, il Lungomare per intenderci, i Bronzi. Meglio “restituirli alla visione del mare” da dove sono venuti.
Cosa ritengo, pur non essendo un tecnico, fattibile in un epoca di grande tecnologia. Oggi i bronzi sono agli “arresti domiciliari”, “in punizione”: ed è un peccato!
In tal modo, i Bronzi, potrebbero essere subito visibili e “fruibili” da tutti e rappresenterebbero il simbolo della città di Reggio Calabria cosi come lo è La Sirenetta per Copenaghen.
Una “sistemazione definitiva” non lascerebbe spazio a tentazioni ed “appetiti” futuri da parte di nessuno e faremmo,certamente, il bene della Città di Reggio Calabria.
Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-
L’immagine di un Bronzo di Riace, con la mano sul cuore, si presenta agli occhi (esterrefatti) di una turista che si accinge a fotografarlo.
Questo spot, vuole essere un invito alla riflessione per una soluzione al “problema Calabria”, un invito ad amare di più la nostra terra, un invito per uno sforzo in più che solo con l’amore si può fare.
Uno spot profetico, che sembra aver anticipato il problema di oggi: quello di spostare i Bronzi per il G8 a “La Maddalena”. La tentazione è forte: quale miglior vetrina del G8, ripresa dalle TV internazionali.
In questi casi il cuore da solo non basta, bisogna usare anche il cervello: dunque, l’altra mano mettiamola sulla testa.
Mi spiego: il cuore, inteso come lato passionale e viscerale (peculiarità nostra reggina), ci porta ad essere impulsivi, irrazionali ed agire “per emotività”, per istinto, potrebbe (in questo caso) portarci ad una scelta non giusta: ed allora, usare il cervello potrebbe rivelarsi utile e produttivo per la nostra città.
Con il cuore saremmo pronti a ribellarci a chiunque cercasse di privarci (anche per un breve periodo) di qualcosa che sentiamo profondamente nostro, per ovvi motivi: primo, l’esperienza (a ragione) ci porta a vedere una “fregatura” in qualsiasi proposta ci venga fatta; secondo, ci viene difficile “separarci” di qualcosa di importante che riteniamo ci appartenga; terzo, vorremmo capire cosa ce ne venga in cambio.
Per quanto mi riguarda, tenterò di essere quanto più razionale e lucido,senza mettere (completamente) da parte il cuore nella la ricerca di una “soluzione adeguata”.
Non mi è difficile farlo, perché ho avuto modo di pensarlo più volte, in quanto il problema dello spostamento dei Bronzi, si presenta con cadenza da ciclo (doloroso) mestruale e necessita, pertanto, una soluzione, quanto più possibile, definitiva.
Dicevo problema non difficile e tout-court esplicito la mia soluzione: i Bronzi possono spostarsi a patto che…..
Lasciatemi fare, in primis, una breve e banale considerazione che è sotto gli occhi di tutti: i Bronzi, cosi come sono oggi “sistemati”, sono sottodimensionati e poco “sfruttati”: di conseguenza, scarsa visibilità e poca valorizzazione degli stessi.
Inoltre c’è da dire che, in tutti questi anni, poco si è fatto per “mettere a frutto” questa risorsa che il mare ci ha voluto regalare.
Si è parlato dei Bronzi solo per lo spostamento ad Atlanta, per la loro clonazione, richiesta da parte degli emirati arabi e per una loro, eventuale, trasferta durante eventi significativi (ultimo il G8): ma è stato solo per questo che se ne parlato ! Se me lo consentite è pochino, per non dire niente, non vi pare!
Certo se, da una parte, questo s-parlare può stimolare la curiosità di alcuni, per venire a vedere i Bronzi, dall’altro ci porta anche a farci classificare come dei “provinciali- bigotti” ed essere accusati di un immobilismo borghese indolente..
Per quel che mi riguarda, ritengo necessaria un’apertura ad una esperienza simile (se gli esperti lo consentono) ad una ed una sola condizione: che i Bronzi ritornano nel più breve tempo possibile a Reggio dove ad attenderli ci dovrà essere una “giusta e definitiva” collocazione.
Naturalmente, questa nuova collocazione, essendo “definitiva” comporterebbe l’impossibilità di ulteriori trasferimenti futuri.
Ed allora, come potete ben capire, il problema non è quello (banale) di una “breve trasferta” (un cambiamento d’aria forse gioverebbe ai bronzi ed alla città), ma quello di una loro collocazione definitiva che non può (a mio giudizio) essere quella delle “quattro mura” di un museo.
In passato, insieme a Marcello Veneziani, avevamo lanciato l’idea di portare all’esterno, il Lungomare per intenderci, i Bronzi. Meglio “restituirli alla visione del mare” da dove sono venuti.
Cosa ritengo, pur non essendo un tecnico, fattibile in un epoca di grande tecnologia. Oggi i bronzi sono agli “arresti domiciliari”, “in punizione”: ed è un peccato!
In tal modo, i Bronzi, potrebbero essere subito visibili e “fruibili” da tutti e rappresenterebbero il simbolo della città di Reggio Calabria cosi come lo è La Sirenetta per Copenaghen.
Una “sistemazione definitiva” non lascerebbe spazio a tentazioni ed “appetiti” futuri da parte di nessuno e faremmo,certamente, il bene della Città di Reggio Calabria.
Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-
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