lunedì 25 maggio 2009

COMMISSARIAMENTO SANITA' CALABRESE

Qual è il problema ? Il commissariamento della sanità calabrese è un atto dovuto e che, a mio parere, arriva anche tardivamente.
Dopo quattro anni di gestione del centrosinistra non si sa, ad oggi, a quanto ammonta il debito della sanità e, con il piano di rientro (cui si è stati costretti), l’unica soluzione, di cui questa Giunta è stata capace, è stata quella di mettere le mani in tasca dei cittadini con l’introduzione del tiket.
Dunque Loiero cosa si aspettava ? La “nomination per l’Oscar” forse ?
Questa è la giusta conseguenza di una gestione che ha continuato negli sprechi, che non si è preoccupata di una seria programmazione, che non ha effettuato rigidi controlli e che (soprattutto) non ha dato alcun segnale di rinnovamento.
In un momento in cui erano necessari provvedimenti adeguati, quali la rimozione di “manager inefficienti”, la chiusura di “ospedali fantasma” e un taglio alle “forsennate spese inutili” il centrosinistra a pensato bene di continuare nella logica del “tirare a campare”, incurante dell’abisso in cui precipitava , giorno dopo giorno, la sanità calabrese.
I tempi cambiano ma alcuni uomini (politici) no !
Bisogna capire che il cittadino “ha già dato” e che non si può continuare a ricambiarlo con le solite storielle, comportandosi come “venditori di pentole” per massaie un po’ tonte.
Comprendo che è difficile fare conoscere i colori ad un cieco, specie se questo non vuole ascoltare: cosi è avvenuto con Loiero.
Non ha ascoltato quanti, in questi anni, lanciavano (inascoltati) allarmi inquietanti sulla sanità ed ha continuato nella sua “folle corsa” sino ad andare a sbattere rovinosamente contro il “muro del commissariamento” .
Ed allora perché imprecare adesso ? Perché prendersela con i predecessori (veccia logica dell’alternanza)? Perchè non recitare, serenamente, un “mea culpa” invece di agitarsi ?
Chi ha a cuore la sanità ha sempre sostenuto la necessità di un commissariamento.
Chi usa la sanità come sistema di clientelismo e di malaffare non gli pare vero dover lasciare una cosi “inesauribile fonte”.
Purtroppo siamo giunti al capolinea e tanti sono stati i prezzi che il cittadino ha dovuto pagare, qualche volta anche con la vita.
Adesso basta! Era giusto porre fine a questa “sofferenza” di un malato terminale quale era la sanità.
Ricordo bene le dichiarazione di Loiero: “la Calabria avrà i nuovi ospedali ed i calabresi possono avere la certezza che ci avviamo a garantire un’assistenza di qualità ed equamente distribuita in ogni angolo della regione”
Cosa è successo in tutto questo tempo ? Nulla.
Eppure la Commissione (istituita nel 2007 in seguito alla dichiarazione di emergenza socio-economica-sanitaria ) aveva messo ben in evidenza il mancato controllo della regione sulla spesa sanitaria, pesanti condizioni igienico-sanitarie e problemi strutturali degli edifici, esorbitante spesa ai privati e dirigenti senza responsabilità oltre alla normale commistione politico-mafiosa.
A tutto questo la Giunta Loiero come ha risposto ? Facendo pagare il tiket non avendo trovato nulla di meglio per intervenire sugli sprechi, gli abusi, la negligenza dei dirigenti, il malaffare e quanto altro.
Orbene signori: la sanità non può essere cosa con la quale si può (per essere benevoli) scherzare in quanto vi è in gioco la vita umana.
Ripeto: anche se tardivamente il commissariamento può essere una “boccata di ossigeno”, il “farmaco salvavita” , il tentativo ultimo per rianimare la sanità (almeno lo speriamo!).
L’”effetto placebo” di Loiero non poteva in nessun modo indurre un “miglioramento” della sanità e non si poteva aspettare la morte di una sanità in fin di vita.
Avanti dunque con il commissariamento !

Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al comune di Reggio Calabria-
Antonionicolo.blogspot.com

ELEZIONI EUROPEE

Oggi, più che mai, la Calabria ha la necessità di avere al Parlamento Europeo dei suoi rappresentanti al fine di una tutela del nostro territorio.
La mancanza di conoscenza delle istituzioni europee, e del loro ruolo importante, insieme alla scarsa comunicazione ed informazione, produce, quale risultato, una scarsa affluenza alle urne.
La Calabria, non può permettersi di non avere dei suoi rappresentanti a Bruxelles in quanto, lo sviluppo della nostra terra è legato essenzialmente alla politica europea, ai suoi finanziamenti,
ai numerosi progetti che interessano tutto il territorio ed all’economia ad essa correlata.
Un piano europeo di ripresa economica evoca l’importanza di effettuare investimenti mirati che spetta a noi sapere sfruttare.
Capirete bene che avere chi ci rappresenti, e che tuteli i nostri interessi, non è cosa di poco conto.
Per superare la crisi economica il Parlamento Europeo ha evidenziato la necessità che il flusso di prestiti torni a scorrere verso le famiglie e le imprese
E penso, che oggi si deve ridisegnare la mappa delle regioni agricole sfavorite, ed ai finanziamenti e contributi, ai quali possiamo attingere, per rilanciare il nostro territorio.
Stessa cosa dicasi per il turismo, con le infrastrutture necessarie per il suo sviluppo, del quale la Calabria non può fare a meno in quanto rappresenta la risorsa primaria nostra.
E non di minore importanza sono la ricerca e lo sviluppo tecnologico: anche in questo settore innumerevoli sono le risorse che vengono destinate.
Potrei elencarvi moltissimi vantaggi, che possono venire dalla comunità europea, ma credo sia più importante fare una semplice riflessione: oggi la comunità europea è una realtà consolidata e tutto passa attraverso di essa.
Sta a noi sapere sfruttare al meglio queste risorse, in un momento di crisi economica, per promuovere lo sviluppo della Calabria.
Da qui si evince l’importanza di non sottovalutare queste elezioni politiche, che sembrano non destare interesse nei cittadini, per avere la possibilità di avere nostri rappresentanti calabresi al Parlamento Europeo.
Alla crescita della democrazia, dello sviluppo e dell’economia tutti siamo tenuti a partecipare attivamente.
Questa è un’opportunità da non perdere e pertanto è auspicabile che (consapevolmente) tutti noi partecipiamo affinché ciò si verifichi.
E questo possiamo farlo attraverso quell’arma, cosi preziosa ed importante, che la stessa democrazia ci ha messo in mano: il voto.

Antonio Nicolò –Presidente Gruppo del Pdl al Comune di Reggio Calabria-
Antonionicolo.blogspot.com

domenica 24 maggio 2009

CITTA' METROPOLITANA

Nonostante qualche “bislacca ed incauta” presa di posizione (leggasi onorevole Bianco), miseramente e ridicolarmente fallita, con l’approvazione al Senato del federalismo fiscale, Reggio acquista definitivamente il titolo di città metropolitana.
Un evento, indubbiamente di portata storica e, che rappresenta (spero lo si comprenda) un’opportunità preziosa, e dunque da sfruttare nel migliore dei modi, al fine di realizzare un sogno che è “in itinere”: Reggio, finalmente degna di definirsi a pieno titolo città.
Tale prestigioso risultato, non è certamente dovuto al caso o a “congiunture favorevoli” come qualche sprovveduto potrebbe essere tentato di pensare.
E’ la “naturale” conseguenza di un’azione politica, legata ad un progetto lungimirante e realistico, che ha trovato una sua concretezza in quella che oggi è una legge dello Stato.
E non stiamo parlando di uno scenario suggestivo, affascinante e utopistico, ma di una realtà, sino ad ieri inimmaginabile, che offre a Reggio prospettive future di crescita e di sviluppo che altrimenti le sarebbero precluse.
Essere inseriti tra le dieci città metropolitane (Roma, Firenze, Milano etc. ) deve, dunque, inorgoglirci e farci riflettere su molte cose.
La prima riflessione è che, ha dispetto di una classe politica meridionale che, nel tempo, ha dimostrato tutta la propria inadeguatezza ed incapacità, oggi abbiamo un Sindaco, Giuseppe Scopelliti che grazie al suo amore per Reggio, la dedizione quotidiana, la sua caparbietà è riuscito in una ”impresa titanica” che getta le basi per un “radicale” cambiamento della nostra città.
E’ il risultato (politico) di un uomo che ha il dono di “pensare in grande” (anche con scelte a volte impopolari ma che alla distanza si rivelano profetiche), che ha la forza e l’entusiasmo, derivanti dall’amore per la propria città, e la passione politica che ha sempre coltivato e messo a disposizione della propria comunità.
Scopelliti, grazie alla sua “credibilità” , al suo desiderio di riscatto per questa nostra terra, alla bontà del suo disinteressato progetto è riuscito ad amalgamare e coinvolgere tutti in questa straordinaria avventura.
Il Governo Berlusconi (con i suoi esponenti da Nord a Sud) ha fatto proprio questo progetto, lo ha sposato in pieno e non solo per “vicinanza politica” alla città o per l’impegno di alcuni parlamentari.
Lo ha fatto perché si è compresa la voglia di riscatto di Reggio e del Sud tutto, il desiderio di una città di “rialzarsi” e mettersi al pari con i tempi, la capacità di crescere, in sinergia con le altre città, la responsabilità della sua classe dirigente.
Abbiamo dimostrato di poter camminare con le nostre gambe grazie alla forza delle nostre idee.
Altra riflessione (non disgiunta dalla prima) è che bisogna, finalmente, comprendere che abbiamo la possibilità di cambiare la nostra condizione di sudditanza solo se veramente lo desideriamo: abbiamo le capacità, le risorse, le idee e tutto quello che serve per farlo!
Il “fiume in piena Scopelliti” ha tracimato gli argini indicando un nuovo corso per Reggio: un percorso inarrestabile iniziato anni addietro e che ci porterà lontano.
L’impegno deve essere di tutti!
Oggi ci è stato insegnato che è possibile un cambiamento solo se lo desideriamo e se veramente ci crediamo: la rotta è stata tracciata.
Reggio città metropolitana significa nuovo status giuridico con le consequenziali (positive) ricadute in termini di sviluppo, occupazione, crescita civile e culturale, crescita economica: sta a ciascuno di noi impegnarci per mettere a frutto questo prestigioso risultato.

Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-

SINDACATI

Il naso è posto in mezzo agli occhi per avere la possibilità di sentire la “puzza” di cose che non si riescono a vedere. Almeno cosi giustificava la sede di questa appendice il matto del Re Lear.
Io che non sono di meno (in fatto di pazzia) difficilmente riesco a controllarmi di fronte a certe affermazioni e, con un riflesso Pavloviano, vengo colto da quello che un tempo veniva chiamato “ballo di San Vito” e mi ritrovo, mio malgrado, a buttarmi nella mischia.
E questo capita quando ci sono di mezzo cose serie ed importanti ed, in particolare, se c’è di mezzo la salute del cittadino.
Tutto vero quello che affermano i sindacati Fials e Uil-Fpl. Come non mi stupisce che il Direttore Pangallo rimanga sbalordito dai contenuti di un simile attacco. Comprendo, lo sarei pure io. Hanno entrambi ragione e non lo dico perché non voglio fare un torto a nessuno.
Perché dico questo? Ve lo spiego subito.
I dati sull’ecosistema urbano di Legambiente dicono che la nostra aria è pulita e che la nostra città si avvia a diventare sempre più a dimensione d’uomo. Non è vero.
Finiamola di chiudere gli occhi e di tapparci il naso
L’aria da noi sarà pure pulita ma “puzza” (Ecco che entra in gioco il naso).. Non possiamo scandalizzarci se una trasmissione televisiva (Annozero) certifica che mafia e politica, in Calabria, si equivalgono. Anche perché queste cose noi del “popolino” ce li diciamo da sempre. E non è un problema di appartenenza ideologica.
Vogliamo fare finta di niente o incominciamo a dire le cose come stanno? Dobbiamo continuare a buttare “fumo egli occhi” ? Non conviene c’è il naso che sente la “puzza”.
La sanità, fatevelo dire da uno del settore (almeno questo lo conosco!), in atto a Reggio Calabria ha delle grosse lacune. Perché lo dico adesso e non prima? Sono scettico che qualcosa possa cambiare, anche nella sanità, e questo non dipende ovviamente dai Direttori Generali che si avvicendano.
Cercano, forse coscienti delle difficoltà oggettive nel settore, di non rimediare una brutta figura e di “restare in sella”, ”curando” se è il caso gli amici.
Gli attacchi repentini, e gli altrettanto repentini retromarcia, dei sindacati lasciano, quantomeno a voler essere buoni, perplessi un po’ tutti. Sarà per il clima di diffidenza che aleggia nella nostra città.
Anche io potrei suscitare diffidenza per quello che scrivo. Vi prego di credere nella mia buona fede. Non ho interessi particolari da curare (nemmeno politici).
Ho a cuore il mio lavoro e la salute di chi sta male ed ha bisogno. E spero di non offendere nessuno per questo.
Questa è la motivazione che mi spinge a contestare tutto e tutti (Anche me stesso, a volte!). Perché ritengo che la colpa sia un po’ di tutti se le cose vanno male.
Ergo.Onori ma anche oneri ! Ecco cosa dovrebbe guidare il comportamento dei singoli operatori sanitari (Primari ospedalieri, medici, infermieri, personale amministrativo ed affini).
La gestione della sanità, in ospedale, dovrebbe essere in mano ai medici che dovrebbero preoccuparsi del malato e non del proprio “orticello” come si usa dire nei corridoi. Come la politica è scaduta perché ormai ci sono i “politicanti” cosi la sanità è in coma perché ci sono i “mestieranti”!
La funzionalità di ogni struttura operativa dovrebbe essere interesse di tutti e non creare quell’isolamento che ormai è in atto. Lavorare bene tutti porta a migliorare la prestazione sanitaria (diagnosi e cura dell’ammalato).e vantaggi a tutti (sono anni che lo predico). Usciamo da questo stato letargico!.
Per fare ciò bisogna liberarsi da “interessi” particolari di carriera e di “euro-interessi”.
Non possiamo aspettare che qualcuno si alzi al mattino ( non so per quale sconosciuto motivo) ed apprendere che va tutto male, cosi come, non possiamo passare la nostra vita ad ascoltare i “proclami entusiastici” dei Direttori che si avvicendano siano essi di Destra o di Sinistra. E’ il famoso gioco delle parti dove noi reggini siamo dei veri campioni.. Ma questo gioco non serve a nessuno se non ai soliti “furbetti”.
Vita e verità non possono coesistere diceva Schopenauer. Che sia vero anche per la Sanità?

Antonio Nicolò-Capogruppo di Alleanza Nazionale

POLITICUS NOSTRANUS


Ciò che è reale è anche razionale
Partiamo dal reale: assenza di ministri e sottosegretari calabresi nella formazione del nuovo governo.
Il razionale ? Possiamo arrivarci senza tanti fronzoli, laccioli, contorsioni mentali e chiacchiere bizantine. E facciamolo non tenendo conto delle avvisaglie di malumore (eufemismo) che si percepisce in qualcuno.
Proviamo a toglierci il famoso prosciutto dagli occhi e vediamo di ragionare sulla realtà senza tanto gingillarci con le interpretazioni o, peggio ancora, lasciarci andare alla “realtà romanzesca”.
Qualcuno in tale situazione direbbe, frettolosamente e sarcasticamente, hanno dato a Cesare quel che è di Cesare: ventitré pugnalate !
Ma noi, che vogliamo affrontare a “ciglio asciutto” la questione, evitando di essere malpensanti e lasciando da parte le pugnalate, faremo un’altra riflessione quanto più realistica possibile.
Badate bene che spesso anche un pazzo parla a proposito (affermazione cautelativa) e comunque è meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui.
Le spiegazioni complesse e saccenti mascherano spesso una menzogna; le verità fondamentali in realtà sono semplici.
Dunque la mia opinione, in maniera semplice, netta e diretta è la seguente: la Calabria è stata considerata, non per i voti che ha espresso (tantissimi), se è quello a cui si vuole attaccare qualcuno per protestare, ma per lo spessore ed il “peso” della sua classe politica.
Questo è il vero problema! Senza tanto cincischiare.
Penso che, su questo saranno in molti a trovarsi in sintonia con il mio pensiero (non certo i politici).
E se tanto mi da tanto, il passo successivo non potrà essere che: la classe politica “nostrana” e “casereccia” non gode di una buona considerazione da parte del “centro” cosi come d'altronde non la gode nemmeno in “periferia” tranne rare eccezioni.
Gran parte dei nostri politici hanno idee alquanto vaghe e confuse sul ruolo che dovrebbero svolgere e, se consideriamo i fatti e l’immagine che si offre ai media, non certo una “coscienza di bucato”.
Dalle nostre parti si privilegia l’apparire all’essere, la fiction alla realtà,la “furbizia spicciola” all’ intelligenza, l’arroganza all’umiltà, il “piccolo interesse personale” ad un interesse collettivo, più grande e più nobile.
Res ipsa loquitur, le cose i fatti parlano da se !
La mia analisi certamente potrà apparire semplice e riduttiva e non mi aspetto la condivisione di alcun politico, ma è la mia.
Anche perché se ci affacciamo sulla corteccia cerebrale di molti di loro, ci accorgiamo che solo qualche sporadica sinapsi è funzionante.
L’uomo è una scimmia che si è evoluta in maniera straordinaria ma non il “politicus nostranus” la cui storia non è un’evoluzione ma una degenerazione, me ne darete atto.
Siamo etimologicamente idioti, cioè chiusi in noi stessi.
Fatemelo dire, ci siamo abituati a pensare e ragionare in maniera “distorta”, cosi come siamo abituati al sole ed alla pioggia.
Attenzione che la nostra è una cecità pericolosa che per il futuro potrà rivelarsi estremamente dannosa.
Da noi il problema comunque non è più politico ma psichiatrico.
Il potere sembra aver offuscato la mente provocando un “rigonfiamento dell’io” in alcuni soggetti che normalmente potrebbero dedicarsi alla vendita di pentole alle massaie un po’ tonte.

SANITA'

Quello che dovrebbe essere un dato normale diventa se lo facciamo una “rivoluzione copernicana”: l’ammalato al centro di tutto.
La voce dei pazienti oggi viene coperta da altre molto più forti: quella della politica e quella dei dipendenti.
L’ “appeasement” non mi si addice e, se qualcuno mi vuole fare credere che l’asino vola deve dirmi che a riuscirci sono solo quelli molto bravi e che lo fanno solo a bassa quota.
Non intendo schierarmi con nessuno (tra l’altro non saprei scegliere) anche perché sono sempre stato schierato con l’ammalato (Non l’utente come oggi viene chiamato).
Ed è solo in questa direzione che và la mia riflessione, come contributo a migliorare la qualità della sanità scevro da “condizionamenti politici” o di qualsivoglia “dipendenza”.
Cinque sono i punti fondamentali che , a mio avviso, dovrebbero guidare il pensiero e l’azione di chi ha a cuore l’ammalato.
Il primo, già detto in premessa, è l’ammalato cioè colui che soffre e che è l’anello più debole di questa catena ( I medici potrebbero rileggersi il giuramento di Ippocrate la sera prima di andare a letto)
Il secondo è che la politica deve essere allontanata dalla sanità.
La politica si è riappropriata della scelta dei direttori generali facendo scomparire i criteri di competenza.
La spartizione è stata estesa a tutte le cariche principali delle aziende sanitarie.
La politica (cosi come viene concepita ai giorni nostri) con la sanità mal si concilia, in quanto è causa di corruzione e di interesse personale.
Punto tre. L’Aziendalizzazione voluta dal Governo Amato con la legge delega 421 si è rivelata per molti aspetti un fallimento, ma potrebbe essere mantenuta solo se si cerca di dare voce ai pazienti-consumatori mediante l’introduzione di principi di controllo di qualità e di misura della soddisfazione dei pazienti (queste erano le intenzioni, e di cui forse ci siamo dimenticati)
Il punto quattro nasce di conseguenza. Le Aziende ospedaliere devono essere gestite con criteri rigorosamente aziendali da direttori con provata esperienza manageriale provenienti dal settore pubblico, e si auspica, anche da quello privato; prevedere la rimozione automatica dei direttori generali che non riescono a conseguire gli obiettivi aziendali (che non può essere il pareggio di bilancio a scapito dell’ammalato)
Il fondo sanitario è cresciuto dai circa 48 miliardi del 1995 ai circa 90 miliardi di euro del 2005, con una crescita della spesa diretta dei cittadini da circa 10 miliardi del 1995 ai circa 25 miliardi attuali.
Un tasso di crescita annuale ben superiore a quello programmato, che pure non ha corrisposto ad un miglioramento delle prestazioni.
Il punto cinque (ultimo e più importante).La scelta della struttura sanitaria dove eseguire le prestazioni. Se si aumentasse la capacità di scelta da parte dei pazienti, aumenterebbe la pressione competitiva sugli ospedali ad usare bene le risorse e produrre servizi di qualità ( Come avviene in Germania, Olanda, Svizzera ed una sperimentazione è stata avviata, con successo, dalla Regione Lombardia)
Si tratterebbe di sottrarre l’acquisto delle prestazioni sanitarie all’amministrazione pubblica, attribuendone la responsabilità a fondi di natura mutualistica.
Il compito dei fondi sarebbe quello di aiutare i pazienti a scegliere: negozierebbero i livelli di prestazione con le strutture sanitarie, pubbliche e private, individuando per conto dei propri associati le strutture meglio in grado di prestare servizi di qualità.
Il mio è il “pessimismo della ragione” e lancio un allarme: oggi è venuto il momento delle responsabilità, dove credo che nessuno debba e possa tirarsi indietro.

Antonio Nicolò- Capogruppo di Alleanza Nazionale

sabato 23 maggio 2009

FONDIAMO I BRONZI

Il problema dei Bronzi di Riace ha una soluzione semplice, immediata, definitiva e che, soprattutto, alla fine metterà d’accordo tutti: vanno si trasferiti, ma in una fonderia per essere fusi, per farne una bella colata da riutilizzare (perché no !), per qualcosa che possa “servire” a noi reggini.
Potrebbe sembrare un’idea folle, partorita da una mente contorta, malata ; una provocazione “fuori luogo” di un “naif ed eccentrico balordo”.
Vi garantisco che, al contrario, vuole essere un “estremo gesto” per far capire la stupidità, coinvolgente e contagiosa, che riguarda noi tutti.
Se ne potrebbero ricavare varie “minuscole suppellettili”, da distribuire alle famiglie reggine, in maniera tale che ognuno possiede un suo “pezzo di Bronzo”, anch’esso unico ed irripetibile da mettere in bella mostra nelle nostre case e da esibire, orgogliosamente, ai nostri amici.
Il tutto non richiede una raccolta firme o alcun nullaosta al trasporto e neppure grandi spese.
Sono certo che questa mia “scellerata considerazione” farà irritare qualcuno, mentre i molti si limiteranno a fare “spallucce”, di fronte ad una idea cosi malsana e provocatoria.
Non fa nulla ! Il mio è un pretendere di drizzare le gambe ai cani: ne sono cosciente.
Se volete potete continuare nelle vostre “sciagurate diatribe bronzine”, nei vostri “balletti mediatici”, ma lasciatemi continuare nelle mie “farneticanti elucubrazioni mentali”.
Consentitemi, comunque, dire una cosa: non riuscirò mai a capirvi, né tanto meno riuscirò mai a capire dove volete arrivare (e mi riferisco ad entrambe le ipotesi: spostamento si, spostamento no dei Bronzi).
Al di là di quello che io definisco “ cafonesco opportunismo”, ad opera di tutti quelli che si sbracciano, si agitano e pontificano maliziosamente, non riesco a vederne il fine o la fine (storie infinite le nostre storie locali!): solo stupida ed inutile demagogia.
Mai una voce che si sia staccata dal coro, in un “assolo coinvolgente e dirompente”, solo un fastidioso brusio o (peggio) un silenzio assordante e funesto.
A Reggio si và avanti a promesse, tentativi (mai riusciti), speranze, illusioni, raggiri, giochi di parole criptiche, fiction e “cazzeggi vari”: di concreto nulla !
Di questi illustri signori venuti dal mare, dove riposavano in pace, credo non importi nulla a nessuno ! Quello che importa è non sentirsi derubati o presi per il naso: sciocchini, l’anello al naso che portiamo, da tempo immemore, non ce lo toglierà mai nessuno !
Il reggino soffre della “sindrome del rospo”. Avete presente il rospo, che resta fermo e immobile mentre il bimbo lo prende a sassate? E più viene colpito più si pietrifica, tentando (invano) di rendersi invisibile?
Ebbene, noi restiamo immobili di fronte a qualsiasi sollecitazione esterna.
Quella che viene definita una sassata da parte del Governo (sic!), perché non trasformarla in un’occasione per valorizzare il nostro territorio ? Perché restare fermi (anche se ci agitiamo, con i girotondi ! ) nel nostra “stagnazione mentale” ?
Il problema, ribadisco, non è Bronzi fuori o Bronzi dentro ma, cosa ne vogliamo fare di questi guerrieri ?
Essendo scettico, per natura e per esperienza di vita, e considerato che a nulla serve cercare di far ragionare chi non vuole (?), forse la soluzione che potrebbe “agitare le acque paludose di questa città”, sarebbe quella della fusione dei Bronzi.
Alla stessa maniera, per gli abitanti di Abdera (ma questa è un’altra storia che vi racconterò in seguito) che litigavano per l’ombra dell’asino, la soluzione (forse) sarebbe stata quella di eliminare il motivo del contendere: ammazzare l’asino !
Orsù ! Fondiamo i Bronzi e smettiamola di litigare: nell’uno e nell’altro caso (dello spostamento), sono certo, non riusciremmo a risolvere il nostro vero problema: crescere mentalmente !


Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-

LA SANITA' OGGI

Perdindirindina. Non so cosa frulli nell’ipotalamo del Governatore della Calabria Agazio Loiero, ma se si pensa di risanare il debito della sanità (di cui ancora non si sa il reale importo) “castigando” i cittadini, con i tiket sui farmaci, sulle visite specialistiche e sulle prestazioni al pronto soccorso che non siano codice rosso (conviene sapere prima se un sintomo è serio oppure no!) e con l’incremento di Irpef ed Irap, devo pensare che qualche neurone è fuori posto.
Stessa cosa dicasi per la chiusura degli ospedali sulla Piana: follia allo stato puro se non si trova una soluzione adeguata per i residenti, che rischiano di morire, senza neppure sapere il perché.
Ricordo Doris Lo Moro (magistrato prestato alla politica), che in qualità di assessore alla sanità pro tempore, propose di eliminare il tiket adducendo quale motivazione il fatto che “per le casse regionali è del tutto ininfluente”.
Sono passati quattro anni ed ecco la mannaia abbattersi sulla testa dei calabresi: Loiero reintroduce il tiket e lo fa in maniera più incisiva e pesante.
L’impressione, che ognuno di noi ha, è che si cerchi di mettere la “solita toppa” su una barca che difficilmente potrà essere raddrizzata: a farne la spesa saranno gli ammalati, che già non avevano le garanzie di una “assistenza minima”, e la povera gente.
E’ pazzesco che il debito della sanità, frutto del malaffare, degli intrecci politico-mafiosi, del malcostume, delle ruberie varie debba ricadere sulla testa dei cittadini.
Nessuno di questi politici, in maniera bipartisan, ha titolo a parlare perché come giustamente ha ammesso il consigliere Senatore: “il più pulito di noi qua dentro ha la rogna”.
Non si comprende la scelta di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, quale unico metodo per risollevare le sorti della sanità calabrese.
Non si comprende la mancanza di una programmazione, l’individuazione di responsabilità, l’assenza di colpe: certamente è tutto un sistema corrotto dove tutti sono responsabili e dunque nessuno lo è.
Ma basta con le prese in giro ! C’è in gioco la vita delle persone e non dobbiamo aspettare la prossima vittima della sanità per indignarci e per promettere.
Dobbiamo, oggi, incominciare ad avere qualche certezza che, non una rivoluzione ma, un accenno al cambiamento ci sarà,.
Altrimenti statene pur certi la logica del “tirare a campare”, serve solo a questi “personaggi della politica” che non hanno gli attributi per prendersi le loro “quattro cianfrusaglie” e ritornarsene a casa: spero solamente che a farlo saranno (prossimamente) gli elettori.
Che nessuno si illuda! La cattiva sanità colpirà, prima o poi, ciascuno di noi (anche quelli che credono di avere il biglietto dell’aereo in tasca).
Un piano di rientro vergognoso, che scarica sui cittadini le “nefandezze di questa classe politica”, e che non mette in atto nessun meccanismo per eliminare le connivenze con la ‘ndragheta, che non pone fine agli sprechi, alle ruberie ed alle malvessazioni varie.
Ma il bello deve ancora avvenire, quando assisteremo alla chiusura degli ospedali, al licenziamento dei dipendenti (compresi i 2000 precari di cui nessuno parla più) ed alla mancanza dei servizi sanitari minimi di garanzia.
Loiero potrà obiettare che i debiti (al solito) sono stati prodotti dalla precedente Giunta Regionale.
Bene ! Ma come mai solo dopo quattro anni ci si rende conto (si fa per dire) del buco nella sanità, quando sino a poco tempo fa tutto andava bene?
Alla voragine di 2,2 miliardi di euro del debito storico del 2001-2007, è stato aggiunto, un debito di 198 milioni accertato nel 2008.
La verità è che neanche loro sanno realmente a quanto ammonta il debito della sanità calabrese. L’unica cosa di cui si sono preoccupati Loiero e “compagnia sbandante” è stata quella di rastrellare un poco di soldi dalle tasche dei cittadini che sono costretti a curarsi !
Ribadisco: è necessario un “commissariamento urgente” della sanità calabrese prima che si arrivi ad un “coma irreversibile” dell’ammalato-sanità.
Perseverare per “tatticismi politici” su questa linea comporterà dei danni inimmaginabili ed ingestibili.

Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale

I Bronzi e la Città

Mettersi la mano sul cuore se si ama la Calabria: recita cosi lo spot pubblicitario che, in questi giorni, vediamo in televisione.
L’immagine di un Bronzo di Riace, con la mano sul cuore, si presenta agli occhi (esterrefatti) di una turista che si accinge a fotografarlo.
Questo spot, vuole essere un invito alla riflessione per una soluzione al “problema Calabria”, un invito ad amare di più la nostra terra, un invito per uno sforzo in più che solo con l’amore si può fare.
Uno spot profetico, che sembra aver anticipato il problema di oggi: quello di spostare i Bronzi per il G8 a “La Maddalena”. La tentazione è forte: quale miglior vetrina del G8, ripresa dalle TV internazionali.
In questi casi il cuore da solo non basta, bisogna usare anche il cervello: dunque, l’altra mano mettiamola sulla testa.
Mi spiego: il cuore, inteso come lato passionale e viscerale (peculiarità nostra reggina), ci porta ad essere impulsivi, irrazionali ed agire “per emotività”, per istinto, potrebbe (in questo caso) portarci ad una scelta non giusta: ed allora, usare il cervello potrebbe rivelarsi utile e produttivo per la nostra città.
Con il cuore saremmo pronti a ribellarci a chiunque cercasse di privarci (anche per un breve periodo) di qualcosa che sentiamo profondamente nostro, per ovvi motivi: primo, l’esperienza (a ragione) ci porta a vedere una “fregatura” in qualsiasi proposta ci venga fatta; secondo, ci viene difficile “separarci” di qualcosa di importante che riteniamo ci appartenga; terzo, vorremmo capire cosa ce ne venga in cambio.
Per quanto mi riguarda, tenterò di essere quanto più razionale e lucido,senza mettere (completamente) da parte il cuore nella la ricerca di una “soluzione adeguata”.
Non mi è difficile farlo, perché ho avuto modo di pensarlo più volte, in quanto il problema dello spostamento dei Bronzi, si presenta con cadenza da ciclo (doloroso) mestruale e necessita, pertanto, una soluzione, quanto più possibile, definitiva.
Dicevo problema non difficile e tout-court esplicito la mia soluzione: i Bronzi possono spostarsi a patto che…..
Lasciatemi fare, in primis, una breve e banale considerazione che è sotto gli occhi di tutti: i Bronzi, cosi come sono oggi “sistemati”, sono sottodimensionati e poco “sfruttati”: di conseguenza, scarsa visibilità e poca valorizzazione degli stessi.
Inoltre c’è da dire che, in tutti questi anni, poco si è fatto per “mettere a frutto” questa risorsa che il mare ci ha voluto regalare.
Si è parlato dei Bronzi solo per lo spostamento ad Atlanta, per la loro clonazione, richiesta da parte degli emirati arabi e per una loro, eventuale, trasferta durante eventi significativi (ultimo il G8): ma è stato solo per questo che se ne parlato ! Se me lo consentite è pochino, per non dire niente, non vi pare!
Certo se, da una parte, questo s-parlare può stimolare la curiosità di alcuni, per venire a vedere i Bronzi, dall’altro ci porta anche a farci classificare come dei “provinciali- bigotti” ed essere accusati di un immobilismo borghese indolente..
Per quel che mi riguarda, ritengo necessaria un’apertura ad una esperienza simile (se gli esperti lo consentono) ad una ed una sola condizione: che i Bronzi ritornano nel più breve tempo possibile a Reggio dove ad attenderli ci dovrà essere una “giusta e definitiva” collocazione.
Naturalmente, questa nuova collocazione, essendo “definitiva” comporterebbe l’impossibilità di ulteriori trasferimenti futuri.
Ed allora, come potete ben capire, il problema non è quello (banale) di una “breve trasferta” (un cambiamento d’aria forse gioverebbe ai bronzi ed alla città), ma quello di una loro collocazione definitiva che non può (a mio giudizio) essere quella delle “quattro mura” di un museo.
In passato, insieme a Marcello Veneziani, avevamo lanciato l’idea di portare all’esterno, il Lungomare per intenderci, i Bronzi. Meglio “restituirli alla visione del mare” da dove sono venuti.
Cosa ritengo, pur non essendo un tecnico, fattibile in un epoca di grande tecnologia. Oggi i bronzi sono agli “arresti domiciliari”, “in punizione”: ed è un peccato!
In tal modo, i Bronzi, potrebbero essere subito visibili e “fruibili” da tutti e rappresenterebbero il simbolo della città di Reggio Calabria cosi come lo è La Sirenetta per Copenaghen.
Una “sistemazione definitiva” non lascerebbe spazio a tentazioni ed “appetiti” futuri da parte di nessuno e faremmo,certamente, il bene della Città di Reggio Calabria.

Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-