Sanità Calabrese: Commissariamento si o commissariamento no ?
Potremmo creare un movimento di opinione sul tema commissariamento giusto per divertirci, distrarci, “fare finta” di interessarci di un problema serio, per la nostra comunità, quale è quello della salute.
Considerato che è tutto un gioco (almeno cosi sembra), giochiamo anche noi.
E già perché il nostro mondo politico è diventato un gigantesco lunapark con tanti baracconi attraenti: c’è chi canta, chi suona e chi balla; una fiera incessante in cui tutto diventa un “ridicolo gioco” per massaie un po’ tonte.
L’importante è parlare, farsi vedere e dimostrare dunque di esistere: i fatti lasciamoli al caso.
E cosi, nella sanità, si muore per caso; incarichi prestigiosi si danno per caso e ci si trova (addirittura) a lavorare per caso.
Comunque quello che conta è l’apparire! E, soprattutto, fare apparire normale ciò che normale non è: praticamente un gioco da illusionista!
Signori, questo è il prodotto dell’uomo d’oggi:l’homo videns.
Il vecchio homo sapiens, ai giorni nostri, si rattristerebbe nel vedere la nostra mente “manipolata mediaticamente” e soffrirebbe per la mancata capacità di sintesi (costruttiva) dell’uomo moderno.
Commissariare qualcosa o qualcuno è una prerogativa (di cui la legge può avvalersi) per affidare ad altri (dal latino commissus , a cui si affida ) il compito di porre un rimedio “temporaneo” ad una cattiva o inadeguata gestione.
Che la sanità in Calabria sia stata, e continui ad essere, mal gestita è un dato certo: il buco del debito economico è ben visibile anche da Marte !
Che la sanità in Calabria funzioni peggio che nelle altre regioni è un fatto acclarato e documentato dalla migrazione sanitaria.
Che il malaffare, la corruzione, la commistione politico-mafiosa sia ben documentata non è una mia invenzione ma ne fa chiaro riferimento la relazione Ricci-Serra.
Basta tutto questo per commissariare la sanità calabrese ? Certo ed anche di corsa !
Di fronte ad una gestione “allegra e dissennata” non si può far finta di nulla: è come voler affidare ad un baby-sitter pedofilo i nostri gemellini !
Il commissariamento può bastare per risolvere il problema ?
Da solo certamente no !
E’ evidente che il passaggio (obbligato in questo caso) al commissariamento comporterebbe un rallentamento dell’attività gestionale: ma se la durata è breve e gli interventi sono radicali ed incisivi, il tutto può servire per un rilancio serio della sanità.
Non voglio creare allarmismi, ma al momento la sanità calabrese è “inagibile”, come un campo di calcio dopo un uragano, per cui un paziente rischia ed anche parecchio nel rivolgersi ad una struttura sanitaria.
Le professionalità mediche esistono e sono anche eccellenti.
E’ necessario in questo momento ridare fiducia al medico ed al personale sanitario, sottoposto ad “usura” e che non può più tollerare di lavorare in condizioni di “precarietà ed emergenza continua”.
Non è più pensabile di voler continuare a gestire la sanità quale strumento di “raccattamento voti” : si inizi a lavorare con “estrema serietà” su di un problema che potrebbe già essere ad un “punto di non ritorno”.
Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl Comune di Reggio -
Potremmo creare un movimento di opinione sul tema commissariamento giusto per divertirci, distrarci, “fare finta” di interessarci di un problema serio, per la nostra comunità, quale è quello della salute.
Considerato che è tutto un gioco (almeno cosi sembra), giochiamo anche noi.
E già perché il nostro mondo politico è diventato un gigantesco lunapark con tanti baracconi attraenti: c’è chi canta, chi suona e chi balla; una fiera incessante in cui tutto diventa un “ridicolo gioco” per massaie un po’ tonte.
L’importante è parlare, farsi vedere e dimostrare dunque di esistere: i fatti lasciamoli al caso.
E cosi, nella sanità, si muore per caso; incarichi prestigiosi si danno per caso e ci si trova (addirittura) a lavorare per caso.
Comunque quello che conta è l’apparire! E, soprattutto, fare apparire normale ciò che normale non è: praticamente un gioco da illusionista!
Signori, questo è il prodotto dell’uomo d’oggi:l’homo videns.
Il vecchio homo sapiens, ai giorni nostri, si rattristerebbe nel vedere la nostra mente “manipolata mediaticamente” e soffrirebbe per la mancata capacità di sintesi (costruttiva) dell’uomo moderno.
Commissariare qualcosa o qualcuno è una prerogativa (di cui la legge può avvalersi) per affidare ad altri (dal latino commissus , a cui si affida ) il compito di porre un rimedio “temporaneo” ad una cattiva o inadeguata gestione.
Che la sanità in Calabria sia stata, e continui ad essere, mal gestita è un dato certo: il buco del debito economico è ben visibile anche da Marte !
Che la sanità in Calabria funzioni peggio che nelle altre regioni è un fatto acclarato e documentato dalla migrazione sanitaria.
Che il malaffare, la corruzione, la commistione politico-mafiosa sia ben documentata non è una mia invenzione ma ne fa chiaro riferimento la relazione Ricci-Serra.
Basta tutto questo per commissariare la sanità calabrese ? Certo ed anche di corsa !
Di fronte ad una gestione “allegra e dissennata” non si può far finta di nulla: è come voler affidare ad un baby-sitter pedofilo i nostri gemellini !
Il commissariamento può bastare per risolvere il problema ?
Da solo certamente no !
E’ evidente che il passaggio (obbligato in questo caso) al commissariamento comporterebbe un rallentamento dell’attività gestionale: ma se la durata è breve e gli interventi sono radicali ed incisivi, il tutto può servire per un rilancio serio della sanità.
Non voglio creare allarmismi, ma al momento la sanità calabrese è “inagibile”, come un campo di calcio dopo un uragano, per cui un paziente rischia ed anche parecchio nel rivolgersi ad una struttura sanitaria.
Le professionalità mediche esistono e sono anche eccellenti.
E’ necessario in questo momento ridare fiducia al medico ed al personale sanitario, sottoposto ad “usura” e che non può più tollerare di lavorare in condizioni di “precarietà ed emergenza continua”.
Non è più pensabile di voler continuare a gestire la sanità quale strumento di “raccattamento voti” : si inizi a lavorare con “estrema serietà” su di un problema che potrebbe già essere ad un “punto di non ritorno”.
Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl Comune di Reggio -
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