martedì 28 luglio 2009

GRUPPO NUOVO OSPEDALE PER REGGIO SU FACEBOOK

Un Nuovo Ospedale per Reggio approda su Facebook, come Gruppo, accogliendo l’adesione di numerosi sostenitori, non solo reggini ma anche di cittadini di regioni del nord, oltre che l’impegno del Si.LIB (Sindacato Libero Europeo-Sanità), nella figura di Florio Canonico, e del responsabile del sindacato Cosnil Lombardia e Presidente associazione consumatori Giuseppe Cristo.
Facebook è un mezzo per “sensibilizzare” la società civile, la politica e (mi auguro) la stampa: anche su facebook possono “prendere corpo” proposte concrete e si possono sostenere battaglie utili.
La discussione su Facebook resta aperta è si va ad oltranza coinvolgendo i cittadini, le associazioni ed i professionisti !
La proposta, che lanciai mesi addietro per la costruzione di un nuovo ospedale, non era certo una mia provocazione (stessa proposta formulata ed accolta nell’Odg presentato nell’ultimo consiglio comunale sulla sanità) e pertanto è mia ferma intenzione proseguire in questa battaglia.
Dico e faccio questo perché non si è abituati a pensare in prospettiva e concretamente: un nuovo ospedale è l’unica strada percorribile per dare una risposta seria ed adeguata alla sanità reggina e calabrese.
Stranamente di una “pagliuzza” come la cardiochirurgia (ribadisco inutile) i media danno ampio risalto ed i “politici si sbracano”, e se ne parla come fosse la panacea di tutti i mali, mentre si preferisce non guardare “la trave” del degrado e della fatiscenza dell’Ospedale Riuniti.
Finiamola e cerchiamo di guardare in faccia la realtà!
Non facciamo del male a nessuno (anzi!) ma faremmo del bene ai nostri concittadini: la salute va tutelata in tutti modi e questa è una scelta rilevante per l’intero territorio!
Siamo costretti ad assiste a “sprechi continui”, per ristrutturazioni e “messe a norma”, e ad innumerevoli “tamponamenti” : un continuo “dissanguamento economico” con il risultato di avere un “Ospedale anemico”, vetusto ed obsoleto, incapace di rispondere alle esigenze di un territorio che diventano sempre più pressanti.
Volendo usare una metafora calcistica: basta giocare “eternamente in difesa” ! E’ giunto il momento di passare all’attacco e con un’azione di contropiede si “gettino le basi” per un nuovo ospedale.
Naturalmente è pleonastico dire che “il vecchio” và riconvertito per altri usi: lunga degenza, riabilitazione etc.
Esistono tanti, troppi, ospedali inutili (se non dannosi) che dovrebbero essere chiusi o “ospedali nuovi mai aperti” ( vedi ospedale di Rosarno) e non abbiamo un ospedale regionale degno di tale nome.
Un ospedale funzionale, che favorisca l’interscambio tra reparti e servizi, confortevole per l’ammalato (anche una struttura adeguata aiuta a sopportare meglio la sofferenza) ed efficiente (spazi adeguati ed a norma).
Considerate che i tempi per la realizzazione (ove la proposta venga recepita) sono “estremamente lunghi” ! Ecco perché iniziamo già a parlarne del nuovo ospedale senza aspettare “il tracollo” della struttura esistente!
Non sarebbe una cattiva idea cominciare con l’ individuare una nuova zona, già dotata anche di arterie stradali degne di tale nome, soprattutto non soggetta a dissesto idro-geologico ed abbastanza ampia per realizzare anche i parcheggi per l’utenza ed un parco per i degenti.
L’importante, comunque, è costruire davvero il nuovo ospedale, in tempi brevi, e soprattutto osservando le adeguate norme antisismiche considerato l’”alto rischio” del nostro territorio. Questa è la direzione da seguire concretamente: individuare l’area e verificare la disponibilità di risorse, non necessariamente da investire subito ma anche in un futuro prossimo!E comunque l’importante è mettere il luce il problema: facebook, in questo, ci aiuta ed anche molto !






martedì 21 luglio 2009

LA RIVOLUZIONE COPERNICANA

Quello che dovrebbe essere un dato normale diventa se lo facciamo una “rivoluzione copernicana”: l’ammalato al centro di tutto.
La voce dei pazienti oggi viene coperta da altre molto più forti: quella della politica e quella dei dipendenti.
L’ “appeasement” non mi si addice e, se qualcuno mi vuole fare credere che l’asino vola deve dirmi che a riuscirci sono solo quelli molto bravi e che lo fanno solo a bassa quota.
Non intendo schierarmi con nessuno (tra l’altro non saprei scegliere) anche perché sono sempre stato schierato con l’ammalato (Non l’utente come oggi viene chiamato).
Ed è solo in questa direzione che và la mia riflessione, come contributo a migliorare la qualità della sanità scevro da “condizionamenti politici” o di qualsivoglia “dipendenza”.
Cinque sono i punti fondamentali che , a mio avviso, dovrebbero guidare il pensiero e l’azione di chi ha a cuore l’ammalato.
Il primo, già detto in premessa, è l’ammalato cioè colui che soffre e che è l’anello più debole di questa catena ( I medici potrebbero rileggersi il giuramento di Ippocrate la sera prima di andare a letto)
Il secondo è che la politica deve essere allontanata dalla sanità.
La politica si è riappropriata della scelta dei direttori generali facendo scomparire i criteri di competenza.
La spartizione è stata estesa a tutte le cariche principali delle aziende sanitarie.
La politica (cosi come viene concepita ai giorni nostri) con la sanità mal si concilia, in quanto è causa di corruzione e di interesse personale.
Punto tre. L’Aziendalizzazione voluta dal Governo Amato con la legge delega 421 si è rivelata per molti aspetti un fallimento, ma potrebbe essere mantenuta solo se si cerca di dare voce ai pazienti-consumatori mediante l’introduzione di principi di controllo di qualità e di misura della soddisfazione dei pazienti (queste erano le intenzioni, e di cui forse ci siamo dimenticati)
Il punto quattro nasce di conseguenza. Le Aziende ospedaliere devono essere gestite con criteri rigorosamente aziendali da direttori con provata esperienza manageriale provenienti dal settore pubblico, e si auspica, anche da quello privato; prevedere la rimozione automatica dei direttori generali che non riescono a conseguire gli obiettivi aziendali (che non può essere il pareggio di bilancio a scapito dell’ammalato)
Il fondo sanitario è cresciuto dai circa 48 miliardi del 1995 ai circa 90 miliardi di euro del 2005, con una crescita della spesa diretta dei cittadini da circa 10 miliardi del 1995 ai circa 25 miliardi attuali.
Un tasso di crescita annuale ben superiore a quello programmato, che pure non ha corrisposto ad un miglioramento delle prestazioni.
Il punto cinque (ultimo e più importante).La scelta della struttura sanitaria dove eseguire le prestazioni. Se si aumentasse la capacità di scelta da parte dei pazienti, aumenterebbe la pressione competitiva sugli ospedali ad usare bene le risorse e produrre servizi di qualità ( Come avviene in Germania, Olanda, Svizzera ed una sperimentazione è stata avviata, con successo, dalla Regione Lombardia)
Si tratterebbe di sottrarre l’acquisto delle prestazioni sanitarie all’amministrazione pubblica, attribuendone la responsabilità a fondi di natura mutualistica.
Il compito dei fondi sarebbe quello di aiutare i pazienti a scegliere: negozierebbero i livelli di prestazione con le strutture sanitarie, pubbliche e private, individuando per conto dei propri associati le strutture meglio in grado di prestare servizi di qualità.
Il mio è il “pessimismo della ragione” e lancio un allarme: oggi è venuto il momento delle responsabilità, dove credo che nessuno debba e possa tirarsi indietro.

giovedì 16 luglio 2009

IL CAVALIERE DALLA TRISTE FIGURA

Sono costretto, mio malgrado, a dover esprimere “piena solidarietà” a Massimo Canale per lo “sciacallaggio” subito ad opera della rimanente opposizione, che cosi (ancora una volta) si divide.
Non avrei mai immaginato (sino ad ieri) di dover condividere qualcosa con un comunista: ma l’arroganza e l’ipocrisia del centro-sinistra mi spingono a farlo !
Dicevo condivido qualcosa con Massimo Canale: la coerenza.
Ebbene si, oggi la coerenza in politica rappresenta un optional per questi “figurini della politica” ! Trovare un politico che si comporta “coerentemente” con quanto aveva sempre espresso riguardo l’ Hospice (anche se sbagliato a mio giudizio) in precedenza è meritorio di elogio !
A differenza di “alcuni formali soggetti” la cui presa di posizione è “variabile come il meteo”: infatti scelgono di schierarsi secondo dove “spira il vento”.
Il tutto, naturalmente, per non fare “magre figure” e nella speranza di “ vantaggi futuri ”.
C’è stato chi, in Consiglio Comunale, ha dato fuoco alle polveri nella speranza di “far saltare il consiglio”, cosa che gli è riuscita adducendo “fantasiose irregolarità”, per impedire che si facesse la fondazione per l’Hospice.
Nell’andare “fuori di testa” , tali soggetti, non si rendevano conto (al momento) della magra figura che rimediavano nei confronti della città.
Come correre al riparo ?
Come si sa, la notte porta consiglio ed ecco il rimedio per salvare “capre e cavoli”: far passare un accordo tra le parti mascherato come spirito di collaborazione etc. etc.
Abili “trasformisti di professione” e “gente di facciata” non hanno perso tempo e sono andati giù con gli accordi facendoli passare come “maturità democratica”: “poveri allocchi” la realtà è diversa e facilmente decifrabile anche dal più sprovveduto dei cittadini !
Dunque non fatevi illusioni: non a convincere le persone serie con i vostri modi “belli e gentili” ma “spudoratamente falsi” e “professionisti dell’ipocrisia” !
I fatti dimostrano, come sottolineato dallo stesso Canale che l’opposizione è costretta a votare un emendamento (concordato): emendamento analogo a quello per il quale avevano “aizzato le masse” e provocato “bagarre e tafferugli” in aula.
Candidamente si sono ripresentati in aula, con la “faccia ingenua ed innocente”, come se nulla fosse successo, con la spudoratezza e l’ipocrisia di aver agito nell’interesse dell’Hospice: nulla di più ridicolo!.
Il tutto è stato (giustamente) stigmatizzato dal “buon Canale” che “Chisciottescamente” si è ritrovato per terra, “bastonato” dai suoi stessi compagni.
E’ comunque preferibile a mio giudizio un Don Chisciotte ai tanti Sancho Panza che vivono con la speranza di ricevere in regalo un isola.
Onore al Don Chisciotte Massimo Canale !

mercoledì 15 luglio 2009

MEDICO O POLITICO ?

Il problema non sono i politici che fanno i medici (immagino che il sig.David Crucitti volesse riferirsi ai medici che fanno politica !) ma chi fa politica solo ed esclusivamente per interessi personali: che si tratti di medici, ingegneri, avvocati, impiegati e nullafacenti!
Ma la cosa che diventa insopportabile e che si criticano i politici, e qualunque cosa venga a tiro, come se ognuno di noi fosse immune da colpe !
Questi benedetti (o stramaledetti politici) qualcuno li ha votati e dunque rappresentano quegli elettori e fanno (necessariamente) parte di un’Amministrazione che dovrebbe gestire il tutto.
Sono un medico che fa politica, per scelta, proprio perché come il sig.re Crucitti ero (e sono) “schifato” da come vanno le cose e dalla politica: un modo (ho pensato) per cercare di cambiare le cose era quello di partecipare attivamente ed espormi in prima persona: anche alle critiche ed al rischio di essere confuso nella massa ed etichettato in maniera negativa.
Tranquillizzo subito il sig.re Crucitti :
per quanto mi riguarda non ho mai trascurato il mio lavoro di medico
non ho mai usufruito (in sette anni) dei permessi autorizzati per l’accesso alle commisioni ed ai consigli comunali (Può controllare presso l’Amministrazione dell’Ospedale)
Ho (di conseguenza) recuperato l’orario di lavoro per il tempo dedicato alla politica
Svolgo con onestà e coscienza sia il ruolo di medico che quello di politico.
Non ho avuto alcun vantaggio (di carriera ospedaliera per intenderci o di favori personali, anzi !)
Non ho alcun vantaggio economico dalla politica ed addirittura diciamo che, a volte, ci rimetto dei soldi (Potrei dedicare il mio tempo per visite a pagamento o a riposarmi!)
Questo mio scritto non vuole essere un “tentativo di giustificazione”, ne un’accusa o un rimprovero verso il sig.re Crucitti e l’ ”ennesimo sconforto” che mi coglie e che spesso mi porta a pensare che forse è meglio lasciar perdere.
Non può essere una giustificazione in quanto condanno i medici che trascurano il proprio lavoro per la politica (se vogliono dedicare cosi tanto tempo per la politica devono mettersi in aspettativa: è un loro diritto): la politica non può servire per essere agevolati nella carriera (spesso succede) o per altre motivazioni poco nobili !
In questo consiglio comunale sono molti i medici consiglieri o assessori: sarebbe interessante scoprire il tempo che dedicano alla professione.
Naturalmente non c’è la necessità di fare politica a tempo pieno (se cosi fosse ci si dovrebbe mettere in aspettativa). E comunque i medici che non hanno voglia di lavorare lo fanno indipendentemente dalla politica: è un problema di coscienza, Le pare ?
Caro sig. Crucitti la sanità non funziona per altri motivi: per gli sprechi, per le truffe e le “ruberie varie”, per le carriere facili di medici ed amministrativi, per l’incapacità (ma spesso)per la negligenza e la “strafottenza” di chi è delegato a gestire un ospedale, per l’usura dei medici che da anni sopportano carichi di lavoro eccessivi senza alcuna gratificazione e con rischi continui (sia di salute che di “denunce facili” ) .
Il Morelli si è sempre detto che è sotto utilizzato: ma chi deve decidere di spostare un reparto o un servizio al Morelli ? La risposta è semplice !
La cardiochirurgia è una favola, questo lo sappiamo tutti. Personalmente ritengo assurdo che in Calabria esistano tante cardiochirurgie (in nessun posto d’Italia esiste una situazione simile) quando mancano o sono scadenti i servizi ed i reparti “più elementari e di base” che devono garantire il minimo della salute pubblica.Non è pensabile che una città come Reggio Calabria non abbia un ospedale degno di questo nome: un ospedale moderno, funzionale ed attrezzato (neanche il Morelli lo è).
Ribadisco è necessario costruire un NUOVO OSPEDALE per Reggio Calabria: se non si comprende questo siamo alla follia.
Nessuno ne parla: io denuncio pubblicamente il disastro in cui viviamo da anni.
Anche la stampa, le televisioni sottovalutano il problema: non esistono più le inchieste giornalistiche serie, altrimenti ne vedremmo delle belle.
Ma per tornare al punto da dove eravamo partiti: la politica va fatta da chi la intende come spirito di servizio e come volontariato: le persone perbene e quelle che si indignano e quelle che “pontificano” hanno l’obbligo di informarsi e documentarsi e di partecipare attivamente in qualsiasi maniera compreso l’espressione del voto.
*Capogruppo Pdl in Consiglio comunale Reggio Calabria

sabato 11 luglio 2009

LA LIBERTA' E' UN'ILLUSIONE

Gentile Direttore,
devo darLe un terribile dispiacere in quanto la devo contraddire: ci si compatta contro un “nemico comune” e Strill per quanto mi riguarda non lo è: forse perché troppo giovane o perché troppo giovani i giornalisti della redazione e dunque “un po’ più liberi”.
Le riconosco subito un errore ed anche grave (da sottolineare in rosso, per restare in tema, ma non sono io il maestro) quello di “fare di tutta l’erba un fascio”.
E non lo dico per mettere le mani avanti: accetterò qualsiasi giudizio Suo e di qualsiasi cittadino del mio operato e del mio comportamento in aula di Consiglio e fuori !
Stessa cosa quando si parla di stampa non si può essere “totalitari”: esiste una stampa meno “asservita al potere” di altri.
Dicevo della necessità di non essere “radicale” nei giudizi anche se le apparenze (e spesso anche i fatti) inducono a “giudizi estremi”.
Questo (e chi lo afferma è una persona estrema) per evitare di cadere nell’errore, comune di noi reggini, che non vale la pena far nulla perché poi alla fine siamo tutti uguali.
La prima riflessione che mi viene in mente (e che deve essere sempre presente in ognuno di noi) e che i consiglieri vengono eletti dai cittadini e li rappresentano.
Ergo, evidentemente i cittadini meritano questi consiglieri e meritano di essere cosi rappresentati.
A tutti i “benpensanti” ed ai “soloni” lancio un invito-riflessione: non basta avere le mani pulite se poi li teniamo in tasca !
Tradotto vuol dire che le cosiddette “persone perbene” devono venire allo scoperto e correre il rischio di essere confusi con una “banda di masnadieri e bricconi”, ma certi che quello che conta non è l’apparire ma l’agire.
Io non appartengo a quelli che rivendicano la prerogativa e la dignità del Consiglio: se questa c’è si vede.
Ed al momento mi sembra siamo lontani anche da una “parvenza di serietà” del Consiglio: è vero molti consiglieri come dice Lei in quell’aula diventano “nature”, ma non solo in quell’aula!
In me spesso (anzi sempre) si accentua il “carattere folle” e l’istinto bestiale quando mi trovo di fronte ad alcune “bestialità”: comunque, mi creda, preferisco essere folle con le mie idee che saggio con quelle degli altri.
Non accetto una Sua riflessione/giudizio (per quanto aderente alla realtà) cosi come fatta in quanto “monca” di una parte importante: il non rilevare la presenza di “gente libera”, “rispettabile” e che ha realmente a cuore il bene della città.
Gente che quello che afferma lo ha dimostrato con i fatti e con i comportamenti sempre e non solo oggi.
Non si può mettere tutto nell’ombra ma bisogna, ove possibile, mettere in luce anche i “piccoli tentativi” di gente che crede: questo per non far perdere la poca speranza rimasta a tutti (me compreso).
Se ci si mette anche Lei a “massificare” tutto, non ci resta che ritirarci e fare l’eremita: altro che prendere armi contro un mare di guai !
La ringrazio sempre per le sue “sferzate” salutari e le analisi (anche se non molto dettagliate ed imparziali: è umano, almeno spero, e lo comprendo) e le rinnovo la mia stima e l’augurio di essere sempre più liberi: cosa alquanto difficile per chiunque: si è liberi solamente nell’illusione della libertà !
Sono certo che a pensarla come me ci sono anche altri consiglieri comunali e pertanto non credo riceverà molti “rimproveri bipartisan”.
Vorrei concludere facendo un augurio a quelli che ancora credono sia possibile lottare per una “giusta causa”: anche di fronte all’ arroganza, alle villanie, all’ipocrisia ed al perbenismo: bisogna quanto meno far sentire la propria voce, dire che esistiamo e che anche se non “possiamo” modificare una realtà far capire che lo desideriamo: per cambiare bisogna essere in molti a volerlo.
Spero che la stampa contribuisca a questo cambiamento che tutti sembra cerchiamo ma che alla fine solo pochi (realmente) vogliamo.
Purtroppo anche la stampa spesso non ci aiuta in questo !
E per ultimo: molti consiglieri più che fare interrogazioni dovrebbero loro stessi interrogarsi.

Antonio Nicolò – Capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale-

ECCO I NUOVI BARBARI

Alla riflessione, al dialogo ed alla retorica si preferisce oggi l’immagine: praticamente l’homo videns ha soppiantato il vecchio homo sapiens.
La tragicità di tutto ciò è che l’immagine che riusciamo a dare, il più delle volte, è un’immagine negativa e (spesso) deleteria.
Prova ne è quanto successo nell’ultima seduta di Consiglio Comunale: nemmeno di fronte alla sofferenza altrui ed a quella realtà (l’Hospice), che meglio fa comprendere il senso di precarietà della vita, si ha avuto il buon senso di fingere.
Fingere quale appunto è l’arte della politica oggi: tentativo di far credere di interessarsi del bene comune quando invece si è distanti anni luce dalle esigenze del “comune e banale cittadino”.
In Consiglio Comunale non è esplosa la rissa: è esplosa la contraddizione tra quello che si vuol far credere di essere e quello che realmente si è.
A fare a pugni (per fortuna) non sono stati i consiglieri comunali ma i principi del buon senso, della correttezza, del senso del dovere, dell’etica, della morale ed anche quelli della pietas cristiana.
E’ prevalso l’arroganza, il menefreghismo, gli interessi particolari e l’atteggiamento denigratorio fine a se, mettendo “allo scoperto” la vera natura di taluni soggetti.
E’ deplorevole quanto successo, e non giustificabile per alcun motivo. Credo sia giunto il momento di ribadire con fermezza un concetto che più volte ho espresso: la politica deve essere intesa come volontariato, deve tutelare l’interesse comune, mettendo da parte ogni altra motivazione (motivazione che il più delle volte risulta essere squallida).
Una politica fatta non da uomini provvisori ed occasionali, ma da uomini capaci di portare avanti una idea, un grande progetto, per realizzare una città migliore.
Basta a dover assistere ad una politica che ondeggia e sbanda come un dirigibile.
Basta ad una “politica da ballatoio”, a “politici-palloni gonfiati” e “vecchie ed isteriche comari”: è insopportabile l’idea di dover dialogare con gente ipocrita e di “facciata”.
E’ stato vergognoso (a voler essere benevoli) l’atteggiamento ipocrita dell’opposizione che da una parte, come operazione di facciata, si diceva favorevole alla Fondazione per l’Hospice (lavorando in tal senso con emendamenti) mentre sotto- sotto (ma poi non tanto sotto) voleva far saltare il Consiglio: bravi ! L’operazione è riuscita ma la soluzione è solamente rimandata di qualche giorno !
A questo punto sarebbe stato meglio se la sinistra si fosse dedicata alle gioie del sesso monodimensionale: il risultato sarebbe stato sicuramente più soddisfacente.
Ancora non riesco a capire chi, come questa sinistra siliconata e fittizia, dice di avere a cuore le sorti di questa città ed invece agisce, incurante dei danni che potrebbe arrecarle, in maniera opposta.
L’”inarrestabile declino” elettorale della sinistra non è servito a far capire loro che è decisamente meglio smettere di pensare che se ci saranno loro a governare tutte le “disfunzioni” verranno debellate compresi l’alluce valgo, le balbuzie e la stitichezza.
Lasciamo stare la cultura delle scatole vuote perché ormai la gente ha le scatole piene.
La lotta politica, in mancanza di contenuti antagonistici e di idee alternative non può continuare, come sta facendo l’opposizione,sulla denigrazione e sulla mistificazione dei fatti e nemmeno sulla emotività legata agli istinti ed agli istanti.
Lo scivolone e la “barbarie verticale”, cui si è stati costretti ad assistere in Consiglio Comunale, lascia una mesta considerazione: i cittadini quale giudizio potranno mai avere verso questa classe politica ?
Nessuna ! Ma, se anche questo lascia indifferente (e cosi è) gran parte di lor signori, personalmente mi induce alla depressione ed allo sconforto.
Sono stufo di tanta ipocrisia, di tanto “squallore” e di “falso perbenismo” ecco perché continuo a privilegiare la mia “sana follia”.
A chi per quello che dico mi da del folle rispondo con le parole del filosofo Emile Cioran: “La pazzia è qualcosa di talmente attinente alla condizione umana che non essere pazzi è la più pericolosa forma di follia”
E poi meglio la follia alla falsità ed al “becero interesse personale”.
Antonio Nicolò – Capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale -

martedì 7 luglio 2009

LA TELEVISIONE: LA MADRE DELL'HOMO VIDENS

La televisione è ormai il nostro cordone ombelicale con il mondo ed è onnipresente nella nostra vita: è con noi da quando, al mattino, ci svegliamo alla sera prima di addormentarci.
E’ la nostra fonte di informazione cosi come è il nostro svago ed il nostro divertimento.
Inevitabilmente la televisione oltre ad informarci e divertirci in qualche modo ci orienta nelle nostre scelte se non addirittura ci condiziona.
Domenica sera al Lido Calayunco, sul Lungomare di Reggio, nel primo di una serie di “INCONTRI ESTIVI” culturali si affronterà il tema della Tv quale fonte di informazione, divertimento ed orientamento in un incontro/dibattito con Marcello Veneziani ed il Direttore di Raiuno Mauro Mazza.
Si cercherà di capire il perché della superiorità dell’homo videns su l’homo legens (si sa che solo pochi leggono un libro mentre tutti guardano la Tv), ed in che modo e sino a che punto la televisione condiziona la nostra vita.
La lettura e la visione comportano due modi diversi di ricezione e di atteggiamento per l’uomo.
Due modi diametralmente opposti per interpretare la realtà.
Viviamo in un’epoca di profondi mutamenti che si estendono in ogni punto del pianeta e l’informazione e la comprensione di ciò che avviene è fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza.
Sarà dunque una discussione interessante e costruttiva tra l’intellettuale e filosofo Marcello Veneziani ed il direttore di Raiuno Mazza, in un momento in cui solo il cinque per cento degli italiani legge un libro mentre il numero di teledipendenti cresce giornalmente ed esponenzialmente.
La discussione è aperta ed il confronto potrà esserci di aiuto per comprendere meglio in che direzione va la nostra vita e quanto margine di libertà ci viene lasciato nella nostra società moderna.

Antonio Nicolò –Delegato alla Cultura del Comune di Reggio Calabria-

OSPEDALE: CANTIERE APERTO


La sanità è un problema serio è va affrontata in maniera altrettanto seria: puliamo le orecchie, con del cotone e del detergente, affinché non ci siano problemi all’ascolto ne “dubbi interpretativi” da parte di chicchessia.
Veniamo al sodo, non stiamo troppo a cincischiare, e cerchiamo di essere seri ed onesti: Reggio ha urgente bisogno di un ospedale nuovo.
Il nostro ospedale oggi è una struttura obsoleta, con criticità difficilmente superabili attraverso interventi di tipo strutturale
Tale affermazione nasce, non da una mente contorta e distorta ma, da un “veterano dell’ospedale”, da un “senzatetto ed accampato dell’ospedale” (quale io sono) insieme a quella di altri missionari: sappiamo perfettamente che non esiste possibilità alcuna di poter ristrutturare una struttura fatiscente come la nostra.
Anche se l’ospedale è un “eterno cantiere aperto per necessità” la soluzione deve essere diversa in maniera tale che, partendo dalla radice del problema, si abbia il migliore e definitivo dei risultati.
Naturalmente il tutto non ha uno spirito polemico o il voler puntare l’indice contro qualcuno: unico responsabile di questo “invecchiamento dell’ospedale” è solo il tempo.
E già ! I Principi di Piemonte il 31 maggio 1932 inaugurarono gli Ospedali Riuniti Melacrino-Bianchi e pertanto, se riflettete bene, di tempo ne è passato ed anche troppo.
Esiste una realtà che bisogna sia resa nota a tutti: non esiste in ospedale servizio o reperto che non abbia problematiche di ristrutturazione, di messa a norma, di spazi esigui e quant’altro.
Questa è la prima motivazione dell’assedio al Direttore Generale di turno da parte dei primari ospedalieri, al fine di “recuperare qualche spazio” o ottenere la promessa di “qualche ritocco”.
E nonostante i “rattoppi”, gli “scambi” e le “sistemazioni temporanee” il problema rimane di una gravità estrema: basta pensare “semplicemente” ai rischi di infezione ospedaliera !
Penso ai tanti soldi che si sono spesi in tutti questi anni per riparazioni, ristrutturazioni, sistemazioni etc : avrebbero costruito almeno tre ospedali nuovi !
Lancio questa allarme e spero di essere ascoltato, da parte di chi ha la responsabilità di decidere, per evitare di assistere ad un “collasso strutturale” di un ospedale che tiene in piedi con le flebo ed il rianimatore accanto.
Lo dico (preventivamente) oggi che c’è la possibilita (?) di aprire la cardiochirurgia all’ospedale: un fiume di euro dovranno essere spesi per realizzare (anche strutturalmente) il centro cuore che verrebbe a trovarsi come un “fiore in mezzo al letame”.
Considerato che parliamo di sanità, vorrei invitare tutti ad una “sana riflessione” : anzichè continuare a sprecare denaro in riparazioni, ristrutturazioni (necessarie ed obbligatorie) e nuove costruzioni per avere sempre una “struttura fatiscente” non pensate sia giunto il momento di “gettare le basi” per il futuro ospedale di Reggio ?
Una struttura moderna presso la quale il cittadino-paziente potrà essere curato in un ambiente accogliente, nel rispetto di un nuovo modello di degenza basato su criteri di grande flessibilità che consentono agli ambienti di adattarsi rapidamente ed agevolmente ai bisogni da soddisfare ed alle attività da svolgere piuttosto che condizionarli.
Una struttura a misura d'uomo, integrata nel centro urbano e rispettosa dei valori affettivi e sociali, la quale, oltre a somministrare cure moderne ed adeguate in un'ottica di interattività con il medico di famiglia, sia anche centro di ricerca e formazione, così da potersi adeguare alle sempre nuove esigenze terapeutiche, tecnologiche e organizzative.
Un ospedale ex-novo, con criteri di modernità, consentirà di ribaltare la concezione di ospedale: una risorsa da usare quando è indispensabile e per il tempo strettamente necessario


Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl Comune di Reggio -

sabato 4 luglio 2009

LA POLITICA DELLO IETTATORE

Il consigliere comunale del Pd Martino vive un paradosso: se da un lato “fa acqua da tutte le parti” dall’altro, come un novello Pietro Micca, vuol dare fuoco alle polveri con la speranza di far saltare tutto per aria.
E lo fa con una tale disinvoltura, ed ostentando una sicurezza nell’argomentare, quasi da convincerci delle sue verità.
Un giorno si e l’altro pure, sempre lo stesso consigliere, che non può certo dirsi un “provetto Barbanera”, prevede catastrofi, distruzioni, carestie, pestilenze e quant’altro.
Più che un chiaroveggente, per l’aspetto triste e lo sguardo truce, a me sembra uno iettatore:
un soggetto che ha accumulato tanta bile e tanto odio,contro tutta questa schifosa umanità, che veramente crede d’avere ormai la potenza di far crollare dalle fondamenta una intera città.
Le interrogazioni scritte, presentate al Sindaco della nostra (sfortunata a suo dire) città, avranno certamente una loro risposta cosi, come ben sa il consigliere, nessuno può “impedirgli” di svolgere il suo ruolo.
Come consigliere può avere accesso a qualsiasi atto in qualsiasi ufficio: basta che ne faccia richiesta!
Che il Giudice di Pace abbia stabilito, nel contenzioso per la potabilità dell’acqua, la restituzione del 50 per cento del canone acqua mi sembra una decisione giusta e saggia ed il Comune provvederà alla restituzione.
Questo naturalmente non porterà e non potrà portare al tracollo della casse comunali.
Da qui a dire che le conseguenze saranno nefaste per il comune e per l’intera città è (realisticamente) una “panzana”!
Comunque scusatemi ma io mi do lo stesso una “grattatina” ai sacri gingilli. Non si sa mai!
Vorrei ricordare a Martino, ligio al ruolo di profeta in consiglio comunale, che ogni tanto (non sempre ma ogni tanto) bisogna volgere lo sguardo al passato: si renderà conto dei debiti che la sua Amministrazione di centro-sinistra ha prodotto e le “spese inadeguate” fatte.
Inoltre lo stesso consigliere, per mantenere fede al personaggio che porta male, fa riferimento al Psu che a suo dire “ha rischiato un fortissimo ridimensionamento…” (sic!) ed “ha rischiato di perdere…”.
Caro Martino tutta la vita è un rischio (anche attraversare la strada lo è!) ma se ti ci metti pure Tu, con il tuo pessimismo e con il tuo astio da compagno, allora la vita diventa impossibile da vivere.
E poi i “sogni megalomani” del nostro Sindaco ci hanno regalato una Città Metropolitana (ho paura anche a nominarla…non vorrei portasse male) ed una città più vivibile che oggi viene conosciuta a livello nazionale non più per la mafia ma per eventi positivi.
Capisco che questo brucia a Te ed ai tuoi compagni ma non potranno essere nemmeno i tuoi anatemi a portare “lutto e disgrazie” a questa nostra città.
Sono anni che cercate di creare allarmismi e tensioni: i risultati non sono stati certo positivi per voi, considerati i risultati elettorali.
Continuare su questa “opposizione fantasiosa e denigratoria” non giova ne a voi ne (tanto meno) alla città: cercate per una sola volta di fare una proposta concreta.
E poi non più profezie, non più iettature…ma solo un sano e salutare realismo.

Antonio Nicolò –Capogruppo Pdl al Consiglio Comunale-

giovedì 2 luglio 2009

LA LOGICA DEL BEDUINO


La nostra è una terra “stramaledettamente strana”, dove la stupidità dei suoi abitanti si “taglia con il coltello”, in quanto guidati finora dalle leggi del beduino: l'amico del mio nemico è mio nemico e il nemico del mio nemico è mio amico.
Un pigro riflesso coglie, solo parzialmente, la drammaticità di questa nostra realtà.
Le polemiche sorte in questi giorni, il “fuoco amico” di cui si resta vittima a turno, la “distorsione e la contorsione mediatica” ne sono i segni evidenti della nostra malattia.
Non è mia intenzione sollevare polemiche o innescare conflitti o, peggio ancora, “parteggiare” per qualcuno: semplice “amore per la verità” e “libera espressione” di pensiero.
Questo succede quando mancano luoghi di sintesi comune e (pertanto) le conte finiscono male: cosi è successo con le valutazioni post-voto all’interno del Pdl.
Il bersaglio (voluto ?) non poteva che essere il coordinatore regionale Scopelliti.
Neanche io sono, sic et simpliciter, favorevole alle tesi del complotto, ma….sta di fatto che Cesare si è “beccato” 23 pugnalate e non è morto certo per tetano.
Se qualcuno ha pensato a Scopelliti (cosi come per Cesare) come futuro dittatore, incapace dunque di dialogare e condividere, si è sbagliato di grosso.
Se qualcuno ha pensato o pensa di “insinuare il tarlo”, sulla credibilità di Scopelliti, commette un danno enorme per il Pdl, per la città e la Calabria tutta.
Il consenso e la credibilità di Scopelliti ha “varcato” i confini locali.
La città di Reggio, per la prima volta, è diventata protagonista e modello di riferimento per le altre realtà nazionali.
Non si comprende (o meglio si capisce perfettamente la logica !) il tentativo di denigrare o di trasformare e stravolgere la realtà, cosi come non si comprende “l’irresponsabile” e “subdolo” tentativo di delegittimazione da parte di chicchessia.
Scopelliti oggi è una “realtà politica positiva”, di cui si erano perse (ormai) e le tracce e le speranze nel nostro territorio.
In questo mondo politico fatto da nani e ballerine, aspiranti clown ed equilibristi un elemento come Scopelliti diventa “destabilizzante” ed ecco allora che si apre la caccia alle streghe.
Ma è finita la logica della “castrazione preventiva” dove il metodo consiste nel tentare di creare (o mantenere) la propria fortuna incuranti del danno generale che si procura.
Il Sindaco di Reggio è il sindaco più amato d’Italia ed è il sindaco del 70% e raccoglie consensi e riconoscimenti sia nazionali che esteri.
Un motivo ci sarà ! A qualcuno ciò da fastidio ? Anche in questo caso un motivo ci sarà: lo scopriremo strada facendo.
La mia non è una polemica, lo ribadisco, ma è semplicemente la constatazione di una realtà.
Il futuro politico della Calabria oggi porta un solo nome: Giuseppe Scopelliti.

Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di Reggio -

COMMISSARIAMENTO E LUNA PARK


Sanità Calabrese: Commissariamento si o commissariamento no ?
Potremmo creare un movimento di opinione sul tema commissariamento giusto per divertirci, distrarci, “fare finta” di interessarci di un problema serio, per la nostra comunità, quale è quello della salute.
Considerato che è tutto un gioco (almeno cosi sembra), giochiamo anche noi.
E già perché il nostro mondo politico è diventato un gigantesco lunapark con tanti baracconi attraenti: c’è chi canta, chi suona e chi balla; una fiera incessante in cui tutto diventa un “ridicolo gioco” per massaie un po’ tonte.
L’importante è parlare, farsi vedere e dimostrare dunque di esistere: i fatti lasciamoli al caso.
E cosi, nella sanità, si muore per caso; incarichi prestigiosi si danno per caso e ci si trova (addirittura) a lavorare per caso.
Comunque quello che conta è l’apparire! E, soprattutto, fare apparire normale ciò che normale non è: praticamente un gioco da illusionista!
Signori, questo è il prodotto dell’uomo d’oggi:l’homo videns.
Il vecchio homo sapiens, ai giorni nostri, si rattristerebbe nel vedere la nostra mente “manipolata mediaticamente” e soffrirebbe per la mancata capacità di sintesi (costruttiva) dell’uomo moderno.
Commissariare qualcosa o qualcuno è una prerogativa (di cui la legge può avvalersi) per affidare ad altri (dal latino commissus , a cui si affida ) il compito di porre un rimedio “temporaneo” ad una cattiva o inadeguata gestione.
Che la sanità in Calabria sia stata, e continui ad essere, mal gestita è un dato certo: il buco del debito economico è ben visibile anche da Marte !
Che la sanità in Calabria funzioni peggio che nelle altre regioni è un fatto acclarato e documentato dalla migrazione sanitaria.
Che il malaffare, la corruzione, la commistione politico-mafiosa sia ben documentata non è una mia invenzione ma ne fa chiaro riferimento la relazione Ricci-Serra.
Basta tutto questo per commissariare la sanità calabrese ? Certo ed anche di corsa !
Di fronte ad una gestione “allegra e dissennata” non si può far finta di nulla: è come voler affidare ad un baby-sitter pedofilo i nostri gemellini !
Il commissariamento può bastare per risolvere il problema ?
Da solo certamente no !
E’ evidente che il passaggio (obbligato in questo caso) al commissariamento comporterebbe un rallentamento dell’attività gestionale: ma se la durata è breve e gli interventi sono radicali ed incisivi, il tutto può servire per un rilancio serio della sanità.
Non voglio creare allarmismi, ma al momento la sanità calabrese è “inagibile”, come un campo di calcio dopo un uragano, per cui un paziente rischia ed anche parecchio nel rivolgersi ad una struttura sanitaria.
Le professionalità mediche esistono e sono anche eccellenti.
E’ necessario in questo momento ridare fiducia al medico ed al personale sanitario, sottoposto ad “usura” e che non può più tollerare di lavorare in condizioni di “precarietà ed emergenza continua”.
Non è più pensabile di voler continuare a gestire la sanità quale strumento di “raccattamento voti” : si inizi a lavorare con “estrema serietà” su di un problema che potrebbe già essere ad un “punto di non ritorno”.

Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl Comune di Reggio -