Mi appresto a scrivere quanto segue , per portare a conoscenza un’altra triste realtà nella nostra sanità. E vengo al nocciolo della questione. Gli ammalati devono avere la giusta considerazione e devono essere trattati tutti allo stesso maniera. Consentitemi un’eccezione: mi riferisco a chi ha avuto la sfortuna di aver diagnosticato un tumore maligno. In questi casi, più che mai, è necessario (anche per sperare in una guarigione) essere tempestivi nella diagnosi, nel trattamento e nella terapia. Non mi risulta che ciò, dalle nostre parti, possa essere garantito per una serie di motivi. Di questi, provo ad elencarne alcuni: inadeguata prevenzione, carenza di operatori chirurgici, assenza di attrezzature ( specializzate e di ultima generazione), carenza organizzativa, di personale e quant’ altro. Per andare nello specifico faccio presente che, a tutt’oggi, nel nostro ospedale la medicina nucleare non è funzionante, la PET (esame utilissimo per i pazienti oncologici) non esiste, i reparti di radioterapia e di oncologia, presentano evidenti difficoltà che mettono a repentaglio ed a rischio la salute di un paziente neoplastico. Il tutto in un contesto che langue !
Non si comprende con quale metodo siano stati eseguiti i tagli: a fronte di spese inutili si penalizza il paziente non garantendo neppure i farmaci. Anche in questo settore si è operata una “cura dimagrante”: i soldi impegnati consentono, con grande doti di equilibrismo, non consentono di arrivare a fine mese. Eppure i farmaci, specie quelli per le cure oncologiche, oltre ad essere “indispensabili” sono sempre più innovativi ed il costo non ce lo inventiamo. Inoltre pensate: un reparto di Radioterapia Oncologica (che copre anche tutta la provincia di Reggio e di Vibo Valentia) è stato costretto , per mancanza di medici strutturati, a chiudere il reparto di degenza. Ma non solo questo ! La lista di attesa è abbastanza lunga (considerato la patologia che tratta) e non può certamente garantire ciò che deve essere fatto in tempi brevissimi. Naturalmente vi è carenza di organico (medico e tecnico) e di aggiornamento delle attrezzature esistenti, inoltre dovrebbero essere acquistate nuove attrezzature per soddisfare appieno le esigenze dei malati neoplastici. Mi chiedo: nelle assunzioni di nuovi medici come mai sono sempre privilegiati i figli, i congiunti, i parenti di medici e non ?. Vi garantisco l’elenco è lunghissimo. Di contro, il concorso, già espletato per quattro specialisti in radioterapia, ha permesso ad oggi solo l’immissione in ruolo di un medico. Ed inoltre, non certo migliore sorte è toccata ai “medici contrattisti” che si ritrovano, dopo aver acquisito esperienza nel settore, in mezzo ad una strada. Se da un lato esiste questa “triste realtà”, l’altra faccia della medaglia non è certamente migliore: la sanità , comincio a pensare, interessa solo a pochi.
Ed allora ! A questo punto, non possiamo far altro che augurarci che nella sanità non cambi nulla ! E’ proprio vero: se qualcosa funzionasse, molti si troverebbero in grosse difficoltà. Non mi riferisco certamente agli ammalati ! Altri sono i destinatari. E comunque, questi signori possono stare tranquilli, di questo io mi sento sereno: difficilmente qualcosa cambierà. Perché un “sistema”, ben consolidato e radicato nel nostro territorio, gradito (anche se a voi non sembra) ai più, se venisse modificato, anche in minima parte, creerebbe molti disagi agli “operatori della sanità”: quelli che operano nell’ interesse “particulare et ad personam”.
Dubito che anche la più nobile delle persone, quella più sinceramente “votata al bene” riesca da sola a modificare le cose. Incapperebbe in qualcuno di questi “parassiti”, mascherati da signori, ai quali verrebbero affidati ruoli di responsabilità e continueremmo con la solita tiritera. Il mio è il “pessimismo della ragione e della conoscenza”. Di tutto mi si potrà accusare ma non di non conoscere la sanità, quel settore in cui ho operato ed opero da lustri. La realtà, macroscopicamente evidente a chiunque , la vivo quotidianamente e non può passare certamente inosservata, neanche ad uno sguardo poco attento. Mi si potrà contestare qualcosa sulla ragione ma ribadisco: preferisco essere folle con le mie idee che savio con le idee degli altri ! Comunque voi provatemi il contrario ed io sarò pronto a ricredermi: solo gli stupidi non cambiano idea. Il cittadino/paziente ha diritto a vedersi garantire la tutela alla propria salute ? Certo ! Ma io di rimando vi chiedo: come mai siamo scivolati cosi tanto in basso ? Come mai non si è posto un freno per tempo ? Chi è stato l’artefice di tanto disastro, oggi sbandierato da tutti e non denunciato, invece, per tempo ? Possiamo avere la speranza (l’ultima, prima di morire) che si “tenterà” di risalire la china ?
Le colpe sono collettive ( politici, medici, pazienti, cittadini e via dicendo) e nessuno pensi di essere esente o di fare il “furbetto”. Voglio proporre qualcosa Per esempio: presa coscienza dell’ “irresponsabilità collettiva”, impegniamoci (e lo dimostriamo con i fatti) a modificare un sistema che rischia di “collassare”: non solo la sanità ma la società tutta. Ergo ogni scelta prima di essere applicata deve essere: vagliata, “scremata”, ridotta all’essenziale e poi applicata. Comprendo che non si hanno le conoscenze opportune per fare ciò, ma si può applicare un “sistema preventivo” che tuteli il desiderio di miglioramento: sempre a modo di esempio, si può far firmare un contratto all’ipotetico manager con obiettivi chiari e concreti ( che non sia il solito pareggio di bilancio). In assenza di risultato dovrà restituire quanto percepito: dubito che ci sarebbe la corsa alla poltrona.
Non si comprende con quale metodo siano stati eseguiti i tagli: a fronte di spese inutili si penalizza il paziente non garantendo neppure i farmaci. Anche in questo settore si è operata una “cura dimagrante”: i soldi impegnati consentono, con grande doti di equilibrismo, non consentono di arrivare a fine mese. Eppure i farmaci, specie quelli per le cure oncologiche, oltre ad essere “indispensabili” sono sempre più innovativi ed il costo non ce lo inventiamo. Inoltre pensate: un reparto di Radioterapia Oncologica (che copre anche tutta la provincia di Reggio e di Vibo Valentia) è stato costretto , per mancanza di medici strutturati, a chiudere il reparto di degenza. Ma non solo questo ! La lista di attesa è abbastanza lunga (considerato la patologia che tratta) e non può certamente garantire ciò che deve essere fatto in tempi brevissimi. Naturalmente vi è carenza di organico (medico e tecnico) e di aggiornamento delle attrezzature esistenti, inoltre dovrebbero essere acquistate nuove attrezzature per soddisfare appieno le esigenze dei malati neoplastici. Mi chiedo: nelle assunzioni di nuovi medici come mai sono sempre privilegiati i figli, i congiunti, i parenti di medici e non ?. Vi garantisco l’elenco è lunghissimo. Di contro, il concorso, già espletato per quattro specialisti in radioterapia, ha permesso ad oggi solo l’immissione in ruolo di un medico. Ed inoltre, non certo migliore sorte è toccata ai “medici contrattisti” che si ritrovano, dopo aver acquisito esperienza nel settore, in mezzo ad una strada. Se da un lato esiste questa “triste realtà”, l’altra faccia della medaglia non è certamente migliore: la sanità , comincio a pensare, interessa solo a pochi.
Ed allora ! A questo punto, non possiamo far altro che augurarci che nella sanità non cambi nulla ! E’ proprio vero: se qualcosa funzionasse, molti si troverebbero in grosse difficoltà. Non mi riferisco certamente agli ammalati ! Altri sono i destinatari. E comunque, questi signori possono stare tranquilli, di questo io mi sento sereno: difficilmente qualcosa cambierà. Perché un “sistema”, ben consolidato e radicato nel nostro territorio, gradito (anche se a voi non sembra) ai più, se venisse modificato, anche in minima parte, creerebbe molti disagi agli “operatori della sanità”: quelli che operano nell’ interesse “particulare et ad personam”.
Dubito che anche la più nobile delle persone, quella più sinceramente “votata al bene” riesca da sola a modificare le cose. Incapperebbe in qualcuno di questi “parassiti”, mascherati da signori, ai quali verrebbero affidati ruoli di responsabilità e continueremmo con la solita tiritera. Il mio è il “pessimismo della ragione e della conoscenza”. Di tutto mi si potrà accusare ma non di non conoscere la sanità, quel settore in cui ho operato ed opero da lustri. La realtà, macroscopicamente evidente a chiunque , la vivo quotidianamente e non può passare certamente inosservata, neanche ad uno sguardo poco attento. Mi si potrà contestare qualcosa sulla ragione ma ribadisco: preferisco essere folle con le mie idee che savio con le idee degli altri ! Comunque voi provatemi il contrario ed io sarò pronto a ricredermi: solo gli stupidi non cambiano idea. Il cittadino/paziente ha diritto a vedersi garantire la tutela alla propria salute ? Certo ! Ma io di rimando vi chiedo: come mai siamo scivolati cosi tanto in basso ? Come mai non si è posto un freno per tempo ? Chi è stato l’artefice di tanto disastro, oggi sbandierato da tutti e non denunciato, invece, per tempo ? Possiamo avere la speranza (l’ultima, prima di morire) che si “tenterà” di risalire la china ?
Le colpe sono collettive ( politici, medici, pazienti, cittadini e via dicendo) e nessuno pensi di essere esente o di fare il “furbetto”. Voglio proporre qualcosa Per esempio: presa coscienza dell’ “irresponsabilità collettiva”, impegniamoci (e lo dimostriamo con i fatti) a modificare un sistema che rischia di “collassare”: non solo la sanità ma la società tutta. Ergo ogni scelta prima di essere applicata deve essere: vagliata, “scremata”, ridotta all’essenziale e poi applicata. Comprendo che non si hanno le conoscenze opportune per fare ciò, ma si può applicare un “sistema preventivo” che tuteli il desiderio di miglioramento: sempre a modo di esempio, si può far firmare un contratto all’ipotetico manager con obiettivi chiari e concreti ( che non sia il solito pareggio di bilancio). In assenza di risultato dovrà restituire quanto percepito: dubito che ci sarebbe la corsa alla poltrona.
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