lunedì 6 settembre 2010

SI PUO' IMPARARE SOLO DAGLI ERRORI

Bene! Adesso che il “caso è chiuso “ (almeno così sembra nelle intenzioni) qualcuno dovrebbe chiedere scusa ai cittadini di Reggio.
Ed a farlo credo dobbiamo essere tutti.
Io sono il primo a farlo e spero che altri seguano la ruota!
Chiedo scusa ai cittadini di Reggio per le difficoltà che ne sono derivate da una crisi incomprensibile sino alla fine, anche per chi scrive.
Naturalmente alcuni atteggiamenti, alcune prese di posizioni vanno censurati e l’auspicio è che non si verificano più: almeno da parte di chi “sente” il peso della responsabilità del ruolo che ricopre.
Responsabilmente io chiedo scusa alla città.
Fermo restando che alcuni “ tristi personaggi ”, coinvolti nella faccenda, che di tutto si sono preoccupati tranne che dell’interesse ed il bene comune, tali rimangono e non potranno mai cambiare. A tutt’oggi molte “zone d’ombra” persistono nonostante la comparsa del sole ed a questo punto solo il tempo potrà chiarirli.
Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma pensare che tutto finisca con un “volemose bene” ed andiamo avanti, nell’interesse della città, è estremamente riduttivo oltre che offensivo.
Da qui la necessità di un atto di umiltà: ammettere di avere sbagliato è meglio che non aver sbagliato. Solo dagli errori si può imparare. Spero che almeno in questo si è consapevoli.
Per il rispetto che la carica di consigliere, assessore e sindaco impone verso i cittadini è necessaria , oggi più che mai, la chiarezza ed i fatti coerenti che ne dovrebbero derivare.
Siamo tutti pronti ad ergerci a paladini e difensori della verità, quando poi della bugia ne facciamo la regola.
Le accuse mosse a questa Amministrazione sono sempre le stesse ed hanno sempre la stessa matrice politica e mistificatrice. Accuse che ad oggi non hanno avuto alcun riscontro: si è giocato con le parole, si sono strumentalizzate alcuni fatti e si è cercato di demonizzare l’operato di un Sindaco (Scopelliti) che era riuscito a dare un volto nuovo a Reggio: questi sono i fatti.
Io credo sia indispensabile non vanificare quanto si è prodotto in questi anni è continuare nella direzione già tracciata con senso di responsabilità e spirito di abnegazione.
La città ha bisogno di molte attenzioni e di molte risposte concrete.
Non possiamo pensare di risolvere tutto in poco tempo, ne tantomeno procedere con “il passo del gambero”: un passo avanti e due indietro.
Non ce lo possiamo permettere, la nostra realtà e la nostra condizione culturale, economica ed occupazionale, è peggiore di quella che nel resto dell’Italia.
Se è vero che abbiamo la voglia di riscattarci e di progredire cerchiamo di farlo anche differenziandoci dagli altri: la classe politica tutta chieda scusa agli elettori-cittadini, per quello che si poteva fare e non si è fatto, per non aver saputo interpretare il giusto ruolo del politico: è un primo atto concreto di umiltà.
E’ necessario un diverso e più moderno modo di ragionare, uno stile politico più sobrio e civile, un senso più profondo delle istituzioni, un attaccamento crescente ai valori della democrazia e della libertà.
Quale migliore occasione oggi noi abbiamo se non quella di chiedere scusa ai cittadini ? Nessuna, credo.
La responsabilità di qualunque cosa accada e che interessa una comunità va equamente distribuita: dal cittadino comune a chi è delegato ad occuparsi della crescita di una città. Nessuno è esente da colpe.
Debbo esprimere apprezzamento per alcuni giornalisti che hanno “stimolato”, ancor di più, in me questa riflessione con una critica, a volte feroce, ma comunque costruttiva.
Alla stessa maniera esprimo disprezzo per chi usa la comunicazione in maniera subdola ed interessata! Purtroppo ciò non aiuta alla crescita culturale anzi alimenta un disinteresse ed un senso di sfiducia nel cittadino. E’ questa una cosa estremamente grave!
Cosi come disprezzo, aprioristicamente, chi “strumentalmente” potrebbe usare questo mio scritto. Ha un solo significato ed è rivolto alle persone di buona volontà: dobbiamo insieme crescere e guardare al futuro di questa nostra terra.
Possiamo farlo se umilmente riconosciamo quando sbagliamo, se riusciamo ad “isolare” chi rema contro e se, con i gesti quotidiani, mettiamo anche un solo “piccolo mattoncino” per la costruzione della nostra terra.
Dobbiamo comprendere che il risultato dipende dal nostro corretto vivere quotidiano, superando le prove che ci sono riservate e concentrarsi sull’obiettivo: migliorare la nostra realtà

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