Frasi “ preconfezionate “ pronto all’uso, da indossare come vestiti per ogni occasione e per ogni stagione.
Quello che conta sono i fatti e solamente i fatti. E’ di questo che la Calabria ha bisogno.
“ Ciarlatani globali “ mettetevi al lavoro e dimostrate con i fatti cosa volete fare e dove volete andare.
Finiamola di parlare di legalità quando operiamo nell’illegalità, finiamola di parlare di sostegno ai più deboli e bisognosi quando produciamo impoverimento e “ menefreghismo “ verso gli altri, finiamola di parlare di cultura se dimostriamo un imbarbarimento del nostro intelletto, e soprattutto finiamola di declamare “ sovraumane virtù “ quando cadiamo nelle bassezze più squallide.
Non servono le parole ma i fatti.
Specie in questa nostra terra abituata ed “ assuefatta “ dalle parole, che hanno ormai solo un “ effetto soporifero “ tanto da indurre all’afasia, alla mancanza di parole, i più.
Nei fatti tutto rimane fermo, immutabile con un andamento “oscillante “ tra l’esaltazione e la depressione: atteggiamento maniacale dunque.
Siamo intrappolati e prigionieri delle parole mentre i fatti languiscono o vengono utilizzati ad arte per mascherare, celare, mistificare.
Di quali “ fatti certi “ allora parliamo per essere sicuri di non sbagliarci nel giudizio ?
Di quelli che nel corso della nostra, seppur breve, vita abbiamo prodotto e che rappresentano la storia personale di ciascuno di noi.
Sono questi che determina ed identificano l’individuo e che ne possano presagire l’atteggiamento futuro di ciascuno di noi.
Dovrei tacere anche io per non dispiacere chi gioca con le parole.
Non dovrei, dunque, disturbare chi parla promettendo di fare fatti concreti ma che , alla fine, si rivelano solo “fatti propri “.
Che il disabile rimane prigioniero in casa, che l’ammalato non venga curato, che il disagio del cittadino aumenta a dismisura, che gli eventi meteorologici mettano a nudo un degrado nascosto che le difficoltà ad un quotidiano vivere sono sempre più crescenti: altro non sono questi che fatti.
E la politica cosa fa ? Che ruolo gioca in questi casi ? Il cittadino come si pone dinnanzi ai fatti ?
Queste e tante altre domande assillano la mia mente.
Le parole di questi giorni, in un momento in cui ci “ riscopriamo “ fedeli e cristiani: “ Il politico cristiano deve operare con spirito di servizio, evitando l’uso strumentale e personale del mandato popolare “.
I fatti dimostrano sempre il contrario di ciò che solennemente affermiamo !
Una crisi politica che ha messo a nudo quello che ormai è arcinoto a tutti: l’uso strumentale e personale del mandato popolare.
La Madonna illuminerà tutti ? Ho seri dubbi al riguardo.
Orbene, se è vero che siamo tutti così puri e casti, che abbiamo a cuore l’interesse della comunità, che ogni giorno operiamo nell’interesse della collettività, dimostriamolo con i fatti.
Ben vengano i fatti, anche da quelli che non solo non ne hanno mai fatto, ma che addirittura sono andati nella direzione opposta a quella giusta.
Dimostriamo da subito quell’amore sviscerato per il prossimo, di cui ognuno si dichiara esserne portatore, e quotidianamente facciamo fatti: con lealtà, con giustizia, con amore, con senso di rispetto e con umiltà.
Questo vale per tutti coloro che fanno politica, me compreso, e per coloro che credono di non farla: i cittadini.
Ciascuno di noi è chiamato nel suo agire ad interessarsi di ciò che avviene attorno a se.
L’ipocrisia, la malafede, la strumentalizzazione, il disinteresse, la critica fine a se non serve a migliorare nulla: anzi agevola chi delle parole ne fa un uso strumentale per fare fatti che nulla hanno a che vedere con l’interesse della collettività.
I giorni a venire dimostreranno se la Madonna ci avrà illuminato nel nostro cammino oppure siamo noi che siamo “ totalmente ciechi “.
Io spero che oltre ad essere ciechi non siamo pure sordi, e che anche questo mio invito costruttivo nell’interesse della nostra città e delle persone più deboli e bisognosi finisca per non essere ascoltato.
Quello che conta sono i fatti e solamente i fatti. E’ di questo che la Calabria ha bisogno.
“ Ciarlatani globali “ mettetevi al lavoro e dimostrate con i fatti cosa volete fare e dove volete andare.
Finiamola di parlare di legalità quando operiamo nell’illegalità, finiamola di parlare di sostegno ai più deboli e bisognosi quando produciamo impoverimento e “ menefreghismo “ verso gli altri, finiamola di parlare di cultura se dimostriamo un imbarbarimento del nostro intelletto, e soprattutto finiamola di declamare “ sovraumane virtù “ quando cadiamo nelle bassezze più squallide.
Non servono le parole ma i fatti.
Specie in questa nostra terra abituata ed “ assuefatta “ dalle parole, che hanno ormai solo un “ effetto soporifero “ tanto da indurre all’afasia, alla mancanza di parole, i più.
Nei fatti tutto rimane fermo, immutabile con un andamento “oscillante “ tra l’esaltazione e la depressione: atteggiamento maniacale dunque.
Siamo intrappolati e prigionieri delle parole mentre i fatti languiscono o vengono utilizzati ad arte per mascherare, celare, mistificare.
Di quali “ fatti certi “ allora parliamo per essere sicuri di non sbagliarci nel giudizio ?
Di quelli che nel corso della nostra, seppur breve, vita abbiamo prodotto e che rappresentano la storia personale di ciascuno di noi.
Sono questi che determina ed identificano l’individuo e che ne possano presagire l’atteggiamento futuro di ciascuno di noi.
Dovrei tacere anche io per non dispiacere chi gioca con le parole.
Non dovrei, dunque, disturbare chi parla promettendo di fare fatti concreti ma che , alla fine, si rivelano solo “fatti propri “.
Che il disabile rimane prigioniero in casa, che l’ammalato non venga curato, che il disagio del cittadino aumenta a dismisura, che gli eventi meteorologici mettano a nudo un degrado nascosto che le difficoltà ad un quotidiano vivere sono sempre più crescenti: altro non sono questi che fatti.
E la politica cosa fa ? Che ruolo gioca in questi casi ? Il cittadino come si pone dinnanzi ai fatti ?
Queste e tante altre domande assillano la mia mente.
Le parole di questi giorni, in un momento in cui ci “ riscopriamo “ fedeli e cristiani: “ Il politico cristiano deve operare con spirito di servizio, evitando l’uso strumentale e personale del mandato popolare “.
I fatti dimostrano sempre il contrario di ciò che solennemente affermiamo !
Una crisi politica che ha messo a nudo quello che ormai è arcinoto a tutti: l’uso strumentale e personale del mandato popolare.
La Madonna illuminerà tutti ? Ho seri dubbi al riguardo.
Orbene, se è vero che siamo tutti così puri e casti, che abbiamo a cuore l’interesse della comunità, che ogni giorno operiamo nell’interesse della collettività, dimostriamolo con i fatti.
Ben vengano i fatti, anche da quelli che non solo non ne hanno mai fatto, ma che addirittura sono andati nella direzione opposta a quella giusta.
Dimostriamo da subito quell’amore sviscerato per il prossimo, di cui ognuno si dichiara esserne portatore, e quotidianamente facciamo fatti: con lealtà, con giustizia, con amore, con senso di rispetto e con umiltà.
Questo vale per tutti coloro che fanno politica, me compreso, e per coloro che credono di non farla: i cittadini.
Ciascuno di noi è chiamato nel suo agire ad interessarsi di ciò che avviene attorno a se.
L’ipocrisia, la malafede, la strumentalizzazione, il disinteresse, la critica fine a se non serve a migliorare nulla: anzi agevola chi delle parole ne fa un uso strumentale per fare fatti che nulla hanno a che vedere con l’interesse della collettività.
I giorni a venire dimostreranno se la Madonna ci avrà illuminato nel nostro cammino oppure siamo noi che siamo “ totalmente ciechi “.
Io spero che oltre ad essere ciechi non siamo pure sordi, e che anche questo mio invito costruttivo nell’interesse della nostra città e delle persone più deboli e bisognosi finisca per non essere ascoltato.
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