“Devastato il giardino, profanati i calici e gli altari, gli Unni entrarono a cavallo nella biblioteca del monastero e lacerarono i libri incomprensibili, li oltraggiarono e li dettero alle fiamme….” (Jorge Luis Borges).
Caro Direttore, non finirò mai di ringraziarLa per le reiterate offese e per le analisi puntuali e precise che fa sul giornale da Lei diretto.
Qualche volta ho azzardato qualche precisazione; nulla di più.
Altro non avrei potuto fare.
Non mi sono mai sentito offeso e non potrei esserlo; altri dovrebbero sentirsi offesi (i cittadini).
Ma quest’ultimi per alcuni individui sono solo un dettaglio, nient’altro che una minuzia insignificante.
Lei oltre, a limitarsi alla “pura descrizione” dei fatti, ha espresso delle considerazioni che il banale e comune cittadino quotidianamente fa: Lei ha la possibilità di scriverlo.
Non è concesso a nessuno oltraggiare le Istituzioni ed offendere una Città.
Ma, come gli Unni, alcuni credono di essere in diritto di farlo solo perché non ne comprendono il significato.
Ciò naturalmente deriva da un basso livello culturale (che non vuol dire aver letto molti libri) e da un’arroganza brutale.
Ecco che a poco serve la pulizia delle strade, ripristinare il manto stradale, se queste non sono precedute da una “rieducazione civica”.
Credo che ciascuno di noi ha il dovere di riflettere sul danno che si può procurare con alcuni gesti.
E Lei fa bene a ricordarcelo !
Le severe riflessioni a cui Lei ci sottopone con i suoi scritti, stia sereno (so che lo è), servono ed anche molto: naturalmente a chi ha la capacità ed il desiderio di farlo.
E’ successo anche a me qualche volta di aver esagerato e di avere offeso qualcuno; anche io ho oltraggiato e profanato: il clima esasperato ed esasperante provoca anche questo.
Le garantisco che ,quelle poche volte che mi è successo, è servito per comprendere che non serve “personalizzare” o lottare contro l’arroganza: il cittadino chiede ben altro.
Chiede a ciascuno di noi ed ai partiti tutti, un senso di responsabilità ed un servizio per la comunità: spesso (troppo spesso) questo non si è verificato.
Mi creda è difficile operare in una realtà come la nostra.
Ecco perché serve l’aiuto di gente come Lei che “bacchetta” e “denuncia” quando si oltrepassa il “limite di tolleranza”.
E questo limite ultimamente, ahimè, è stato superato: anche di molto.
A poco servono le “denunce eclatanti e ad effetto” se questi servono solamente a coprire altri interessi o a perseguire altri obiettivi.
Serve comprendere che abbiamo il dovere e la responsabilità di operare con coscienza, per migliorare le precarie condizioni di questa terra dove, la ‘ndragheta (mi creda) è il male minore.
Serve comprendere che questa è la terra dei nostri figli e delle persone alle quali vogliamo bene: facciamolo, non fosse altro, per loro.
Per alcuni miei atteggiamenti, potrei essere accusato di misantropia, di superbia o di pazzia. Tali accuse sarebbero ridicole: ho sempre operato nell’interesse del mio prossimo e, credo ancora che sia possibile “umanizzare” la politica e sia possibile donar, agli altri, parte di noi stessi.
Il mio impegno di una maggiore sensibilità ai problemi del cittadino lo ha “strappato” e spero anche di altri.
Prima di concludere mi consenta di chiederLe una cortesia: si mantenga sempre “lucido ed attento” ma soprattutto libero come lo è sempre stato.
Lei ed il Suo staff serve a questa città.
Cordialmente e con rinnovata stima.
Antonio Nicolò – Capogruppo del Pdl al Comune-
Caro Direttore, non finirò mai di ringraziarLa per le reiterate offese e per le analisi puntuali e precise che fa sul giornale da Lei diretto.
Qualche volta ho azzardato qualche precisazione; nulla di più.
Altro non avrei potuto fare.
Non mi sono mai sentito offeso e non potrei esserlo; altri dovrebbero sentirsi offesi (i cittadini).
Ma quest’ultimi per alcuni individui sono solo un dettaglio, nient’altro che una minuzia insignificante.
Lei oltre, a limitarsi alla “pura descrizione” dei fatti, ha espresso delle considerazioni che il banale e comune cittadino quotidianamente fa: Lei ha la possibilità di scriverlo.
Non è concesso a nessuno oltraggiare le Istituzioni ed offendere una Città.
Ma, come gli Unni, alcuni credono di essere in diritto di farlo solo perché non ne comprendono il significato.
Ciò naturalmente deriva da un basso livello culturale (che non vuol dire aver letto molti libri) e da un’arroganza brutale.
Ecco che a poco serve la pulizia delle strade, ripristinare il manto stradale, se queste non sono precedute da una “rieducazione civica”.
Credo che ciascuno di noi ha il dovere di riflettere sul danno che si può procurare con alcuni gesti.
E Lei fa bene a ricordarcelo !
Le severe riflessioni a cui Lei ci sottopone con i suoi scritti, stia sereno (so che lo è), servono ed anche molto: naturalmente a chi ha la capacità ed il desiderio di farlo.
E’ successo anche a me qualche volta di aver esagerato e di avere offeso qualcuno; anche io ho oltraggiato e profanato: il clima esasperato ed esasperante provoca anche questo.
Le garantisco che ,quelle poche volte che mi è successo, è servito per comprendere che non serve “personalizzare” o lottare contro l’arroganza: il cittadino chiede ben altro.
Chiede a ciascuno di noi ed ai partiti tutti, un senso di responsabilità ed un servizio per la comunità: spesso (troppo spesso) questo non si è verificato.
Mi creda è difficile operare in una realtà come la nostra.
Ecco perché serve l’aiuto di gente come Lei che “bacchetta” e “denuncia” quando si oltrepassa il “limite di tolleranza”.
E questo limite ultimamente, ahimè, è stato superato: anche di molto.
A poco servono le “denunce eclatanti e ad effetto” se questi servono solamente a coprire altri interessi o a perseguire altri obiettivi.
Serve comprendere che abbiamo il dovere e la responsabilità di operare con coscienza, per migliorare le precarie condizioni di questa terra dove, la ‘ndragheta (mi creda) è il male minore.
Serve comprendere che questa è la terra dei nostri figli e delle persone alle quali vogliamo bene: facciamolo, non fosse altro, per loro.
Per alcuni miei atteggiamenti, potrei essere accusato di misantropia, di superbia o di pazzia. Tali accuse sarebbero ridicole: ho sempre operato nell’interesse del mio prossimo e, credo ancora che sia possibile “umanizzare” la politica e sia possibile donar, agli altri, parte di noi stessi.
Il mio impegno di una maggiore sensibilità ai problemi del cittadino lo ha “strappato” e spero anche di altri.
Prima di concludere mi consenta di chiederLe una cortesia: si mantenga sempre “lucido ed attento” ma soprattutto libero come lo è sempre stato.
Lei ed il Suo staff serve a questa città.
Cordialmente e con rinnovata stima.
Antonio Nicolò – Capogruppo del Pdl al Comune-
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