Alonso Chisciano non sembrò per nulla contento dei due valentissimi cani per custodia del bestiame, comprati per lui dal baccelliere, l’uno chiamato Barcino e l’altro Butrone, da un pecoraio di Chintanar.
Ne servirono a nulla le parole di quello che era stato il suo fido scudiero Sancho Pancia: “vossignoria non muoia signor mio, pigli il mio consiglio, badi a vivere, ché non può fare l'uomo peggiore bestialità in questa vita del lasciarsi morire così alla babbalà, senzaché nessuno lo ammazzi né altre mani lo finiscano fuorché quelle della malinconia; non si lasci per carità cogliere dalla poltroneria, e si levi da questo letto che anderemo in campagna vestiti da pastori come siamo rimasti d'accordo; e chi sa che dietro a qualche bosco non troviamo la signora donna Dulcinea non più incantata, com'è comune nostro desiderio: e se per caso vossignoria muore del dolore di essere stato vinto, ne dia a me tutta la colpa, e dica che se avessi strette un poco le cinghie a Ronzinante, non sarebbe stramazzato; e già vossignoria avrà letto molte volte nei suoi libri di cavalleria che i cavalieri erano soliti scavalcarsi l'un l'altro, e che quello che oggi è vinto, dimani è vincitore”.
Ascoltò con animo riposato.
Aveva cessato di essere Don Chisciotte della Mancha e moriva così Alonso Chisciano il buono.
Il notaio allora disse ad alta voce: “ Non ho mai letto in alcuna opera di cavalleria che un cavaliere errante sia morto nel suo letto così tranquillo e così cristianamente rassegnato come don Chisciotte”.
Alonso Chisciano ammise che era stato un errore avere letto tutti quei libri di cavalleria e di aver compiuto tante stramberie: era diventato savio come gli altri volevano.
Fu solo allora che morì.
Ne servirono a nulla le parole di quello che era stato il suo fido scudiero Sancho Pancia: “vossignoria non muoia signor mio, pigli il mio consiglio, badi a vivere, ché non può fare l'uomo peggiore bestialità in questa vita del lasciarsi morire così alla babbalà, senzaché nessuno lo ammazzi né altre mani lo finiscano fuorché quelle della malinconia; non si lasci per carità cogliere dalla poltroneria, e si levi da questo letto che anderemo in campagna vestiti da pastori come siamo rimasti d'accordo; e chi sa che dietro a qualche bosco non troviamo la signora donna Dulcinea non più incantata, com'è comune nostro desiderio: e se per caso vossignoria muore del dolore di essere stato vinto, ne dia a me tutta la colpa, e dica che se avessi strette un poco le cinghie a Ronzinante, non sarebbe stramazzato; e già vossignoria avrà letto molte volte nei suoi libri di cavalleria che i cavalieri erano soliti scavalcarsi l'un l'altro, e che quello che oggi è vinto, dimani è vincitore”.
Ascoltò con animo riposato.
Aveva cessato di essere Don Chisciotte della Mancha e moriva così Alonso Chisciano il buono.
Il notaio allora disse ad alta voce: “ Non ho mai letto in alcuna opera di cavalleria che un cavaliere errante sia morto nel suo letto così tranquillo e così cristianamente rassegnato come don Chisciotte”.
Alonso Chisciano ammise che era stato un errore avere letto tutti quei libri di cavalleria e di aver compiuto tante stramberie: era diventato savio come gli altri volevano.
Fu solo allora che morì.