venerdì 25 giugno 2010

DACCI OGGI LA NOSTRA LEGGE QUOTIDIANA


L’azione quotidiana, puntuale ed “aggressiva”, da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, di questi ultimi tempi personalmente ( parlo come cittadino/politico ma in primis come cittadino) non può che farmi piacere: costi quel che costi. Non mi limito ad esprimere “formalmente” l’apprezzamento ma tenterò una riflessione. Solo gli sciocchi ed i ciechi (non voglio pensare a chi fa finta di non capire) non riescono a vedere la realtà che ci viene messa sotto il naso quotidianamente. Viviamo in una terra in cui l’abuso di potere, la mafia, la mafiosità rappresentano la regola e non l’eccezione. L’unico modo per contrastarla è rappresentato dal l’imporre il rispetto della legge e delle regole del vivere civile. E’ compito, oltre che un dovere, da parte di chi rappresenta la legge andare in questa direzione. Bene dunque, anzi benissimo.
Quella che viene chiamata “zona grigia” rappresenta la fetta più grossa di questo “pasticcio”, tanto da determinare il “grigiore e lo squallore” che pervade questa realtà. Realtà di fronte alla quale, il comune e banale cittadino, è costretto ad assistere ed a subire senza poter far nulla (o quasi). Dico “quasi” per due ordini di motivi. Il primo per la scarsa fiducia da parte del cittadino ed il secondo per “motivi di sopravvivenza”. Entrambi certamente non giustificabili. C’è da aggiungere che simili comportamenti non fanno altro che alimentare questo “circuito vizioso” ed, alla fine, non si fa altro che andare contro il proprio interesse e contro la comunità, di cui ognuno di noi fa parte.
Bene dunque quando si va nella direzione giusta: oggi siamo tutti pronti a lamentarci che non funziona nulla. Eppur qualcosa si muove ! Scardinare un sistema, una mentalità, un modo di fare comune non è cosa facile: bisogna incominciare. Dare ed avere fiducia.
Starà alla responsabilità (che non manca), di chi è deputato a fare questo, ad andare sino in fondo e colpire i veri responsabili di questo sistema e non (mi auguro) le vittime. Siamo arrivati oggi ad un “punto di non ritorno”: ognuno deve rimboccarsi le mani e contribuire nel proprio piccolo a migliorare la situazione.
Le responsabilità della politica sono notevoli e sono “allocate” molto in alto: si arriverà all’apice ? questo lo vedremo in quello che è stato definito l’inizio di un “percorso di pulizia”. E’ certa una cosa: c’è la probabilità che, in questo sistema di illegalità diffusa, qualcuno “rischi” di rimanere inconsapevolmente vittima.
Debellare un sistema cosi complesso ed articolato non è certo una cosa facile! Nemmeno per chi ci si è avventurato. Ma non esiste altra soluzione: in fondo ci si chiede la normalità. Le dichiarazioni fatte da Pignatone a Firenze (la ‘ndrangheta ha fatto campagna elettorale) non hanno stupito credo nessuno, cosi come nessuno si stupirà, più di tanto, per i “fiumi di denaro” spesi (truffe a parte).Vittime cittadini inconsapevoli o disinteressati ? Propenderei per questa ultima ipotesi: ergo ognuno si responsabilizzi !
Chi ha beneficiato di tutto questo ? Chi deve essere “attenzionato” dopo quelle non sono solo “voci di popolo” ma anche oltre ? Certamente le mie domande sono banali e c’è chi se li ha già poste: i risultati sono certo arriveranno. Ad oggi grandi sono stati i risultati delle azioni mirate da parte delle forze dell’ordine e dalle dichiarazioni ci saranno ulteriori sviluppi.
Di una cosa siamo certi: qualunque cosa và nella direzione di ripristinare la legalità è l’unica soluzione per cambiare questo sistema, anche e sopratutto politico. La politica tra i suoi compiti dovrebbe avere la cura di “educare” il cittadino: questa politica oggi quale titolo ha per farlo ?
Esiste anche la parte sana della politica che si impegna, che opera per migliorare la società: questa politica deve essere più incisiva e più credibile attraverso scelte meritocratiche, di sempre più trasparenza e di coerenza. Credo che la morale che va tratta è quella di sempre: bisogna essere al servizio della comunità con la responsabilità dovuta al fine di poter migliorare la realtà. La Magistratura sta andando in questa direzione. La politica cosa vuole fare ?
Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune-

lunedì 21 giugno 2010

LA SINDROME DELLA RANA BOLLITA


Caro direttore, il problema non è se andare presto o tardi a letto ( de gustibus non est disputandum ) e, di conseguenza, avere più o meno tempo per pensare. La questione va posta in altri termini: si riesce ancora a pensare ? Si può avere la coscienza (o quello che ne è rimasto) a posto a punto da lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo serenamente ?Potresti facilmente rispondermi che gli “omuncoli” non hanno nè pensieri (quelli seri intendo) ne coscienza. Ma non è questo che ci interessa: i servi e gli schiavi abbondavano nel IV secolo a.C. in Grecia (dove si dice essere nata la democrazia) e continuano ad essere in tanti, troppi, anche ai giorni nostri. Si compra tutto (oggi più che mai!) e dunque è estremamente facile acquistare anche la dignità delle persone. Di contro, c’è gente che non si piega a questa “logica perversa” e che vuole “godersi” la leggerezza della vita, nelle sue mille sfaccettature, con un pensiero, una parola ed una scrittura libera: nessuno mai potrà capire il piacere della libertà se è nato schiavo !E questo vale per il politico, il giornalista, il magistrato, l’operaio ed ogni singolo essere umano ! Gli schiavi li trovi dappertutto: schiavi del potere, schiavi del denaro, schiavi del sesso, schiavi della droga, schiavi delle abitudini, schiavi “inconsapevoli”. E già perché alla fine si rischia di diventare “schiavi inconsapevoli” se non si usa la ragione, se non si pensa, se non si riflette, se non si accetta il confronto con l’altro (l’Altro può essere un nostro simile o noi stessi !). Tralascio dunque gli “schiavi di professione”, che non mi hanno mai riguardato e che mai mi riguarderanno, per puntare su quella cosa su cui bisogna soffermarsi e riflettere a lungo: la “schiavitù inconsapevole”. E giova ricordare una storia antica: la parabola della rana bollita.La rana nuota tranquillamente nell’acqua tiepida non sapendo di trovarsi in pericolo; sotto il recipiente vi è una fonte di calore che in breve renderà l’acqua bollente. Presto, la rana “drogata” dalla sensazione di benessere, non avrà più la forza di saltare fuori dall’acqua bollente. Questo è quanto è successo a noi tutti che ci siamo “assuefatti” al degrado crescente, ad un agire finalizzato al proprio tornaconto, a considerare “normale” quello che in qualsiasi altro posto del mondo è sinonimo di imbarbarimento: insomma ci hanno bolliti gradualmente per far si che non ci sia la forza di reagire.Ma, per fortuna, c’è ancora qualcuno che trova la forza ed il coraggio di denunciare “questo torpore” e che vuole “saltare fuori dalla pentola” prima che sia troppo tardi. Per non diventare “schiavi inconsapevoli” ! Per fare questo ci vuole una buona dose di determinazione, coraggio e senso di responsabilità.Queste persone sono “scomode” al potere che vuole assoggettare, schiavizzare ed imperare, al di sopra ed al di fuori di qualsiasi regola del vivere civile. E come tutte le persone scomode vanno “isolate”, bandite, messe all’angolo e bisogna puntargli l’indice contro. Perché dunque meravigliarsi, perché irritarsi, perché deprimersi se il mondo gira cosi: da una parte gli “arroganti”, i ladruncoli, i prepotenti con lo stuolo di schiavi al seguito e dall’altra la gente onesta, libera, dotata di “pensiero proprio” che,quasi sempre, si ritrova a lottare in solitudine.Ma vi chiedo: è possibile vivere tutta la vita a calcolare, a tremare, a fare quello che piace sempre agli altri ? C’è qualcuno che ha scelto di….. “cantare, sognare sereno e gaio, libero, indipendente; di aver l’occhio sicuro e la voce possente e di mettersi, quando piaccia, il feltro di traverso, per un si per un no battersi o fare un verso”. Sono queste le persone che come Cyrano di Bergerac amano al di sopra di ogni cosa….la libertà. E vani sono tutti i tentativi per riportarli “alla ragione” ! Cosi come vani sono stati i tentativi di “far ragionare” il pazzo Hidalgo Quijote. Lor signori si rassegnino: su questo nostro piccolo pianeta non esistono solo i Sancho Panza (che sognano la loro isola) ma esistono (seppur rari) i Don Chisciotte che, anche se dovranno “lottare contro i mulini al vento”, non si tireranno mai indietro. Ergo ! Lasciateli in pace. Sopportate il loro “fastidioso brusio” ! Che pensino pure, questi “poveri illusi”, di poter cambiare il mondo ! Lasciategli credere che possono essere utili a qualcosa ed a qualcuno. Non vi curate di loro! In fondo quello che conta per voi è mantenere il potere ed avere dei servi al seguito. Loro vogliono solo la libertà una cosa di cui voi non sapete neppure l’esistenza ed il significato. E dunque cosa vi importa ?

mercoledì 16 giugno 2010

SE NON CI FOSSE L'AMMALATO !


Vogliamo che non ci siano sprechi nella sanità, vogliamo che ci sia la “potatura” dei rami secchi e dunque tagli mirati, giusti e giustificati ma…..vogliamo una sanità che funzioni.
Vogliamo una “sanità normale” non eccellente (siamo stufi delle “eccellenze” usate come specchietto per le allodole). Vogliamo che un cittadino che ha bisogno di essere curato sappia come, dove e quando questo avverrà. Essendo certo che questo “percorso” non rappresenti, un “terreno minato” che rischi di farlo saltare per aria da un momento all’altro..
Oggi la sanità in Calabria è lasciata alla “libera interpretazione” del singolo (sia esso medico o paziente) dove a farla da padrone sono gli “untori della sanità”: medici che utilizzano gli ospedali come “cliniche private” e “pazienti fai da te” che grazie al favore degli amici hanno accesso a qualsiasi prestazione.
Questa è la “terra del favore” e dello “sfruttamento”: la sanità, in tal senso, non fa eccezione ! Dalla relazione Ricci-Serra sembrerebbe che in Calabria l’attività medica privata (intesa come attività di un medico che si paga nel proprio studio) non esista ! Eccome se esiste ! I medici si “trasportano”, regolarmente, i pazienti negli studi privati fuori dall’ospedale (con la scusa banale che non sono stati approntati gli spazi per la libera attività dentro l’ospedale) dove evitano “accuratamente” di fatturare: ecco perché non vi è traccia di libera attività; di contro i “pazienti furbi” (pazienti si fa per dire) godono dei favori e della compiacenza del personale di servizio, per eseguire gratuitamente prestazioni di ogni genere, dalle semplici analisi agli esami più sofisticati e costosi.
Alla fine a pagare questo “scempio” ( alla fine il conto si presenta) saremo tutti noi cittadini della “polis mercato”. E la politica ? Non sa (e non vuole sapere) neppure da dove iniziare per incompetenza, negligenza, incapacità, arroganza, affarismo, clientelismo e quant’altro. Oggi nessuna persona dotata di buonsenso vorrebbe trovarsi nei panni di chi è costretto a fare delle scelte. Oggi, infatti, si è “costretti” a delle scelte che dovranno essere necessariamente “scelte di risparmio” per l’enorme deficit nella sanità calabrese e che comporteranno (dicono) “lacrime e sangue”: frase che ci viene ripetuta come un ritornello per, stranamente, “farci assuefare” al nuovo clima torrido di questa estate altrettanto strana. Le lacrime ed il sangue è stato versato, sino ad oggi, dalle tante “vittime della sanità” e non vorrei che si continuasse in questa direzione. Non vorrei insomma che a pagare fossero sempre i pazienti e, specialmente, quelli più deboli ed indifesi.
Vogliamo piangere ed anche lasciarci fare qualche salasso ma non per avere alla fine una “sanità anemica”, inerme ed impotente a sostenere una risalita verso la normalità. Non vogliamo “cose dell’altro mondo” ma cose di “questo mondo” e che non ci vengano elargiti come concessioni o favori ma come “normalità”.
Per fare questo ci vuole spirito di sacrificio, abnegazione, interesse al bene comune, tenacia, perseveranza conditi con una dose di buona volontà: ci saranno tutti questi ingredienti ?
La mia visione protagorea dell’uomo, come misura di tutte le cose, mi porta ad un “sano pessimismo”, in quanto dell’uomo parte integrante di una comunità, e dunque dedito al bene di essa, si sono perse le tracce. Comprendo che, tentare di riportare alla norma la sanità in Calabria, è un’impresa titanica ma confido nelle capacità di chi è deputato a farlo. Per non fallire (e ad oggi non ce lo possiamo permettere) è fondamentale operare delle scelte “oculate”, avvalendosi della professionalità e delle competenze ma soprattutto, di chi ha a cuore la salute del paziente. Sino ad oggi, l’unico ostacolo nella sanità sembra essere stato l’ammalato ! Si spera che nel futuro l’ammalato diventi il centro dell’attenzione degli operatori sanitari e della politica e non il nemico da cui guardarsi.

lunedì 7 giugno 2010

TERRA AVVELENATA

L’augurio che posso farti Claudio Cordova (e che posso farmi) è che Iddio Ti mantenga sempre cosi: libero, sincero, costruttivo e di spirito nobile. La nostra terra ( ”Illuminante” il titolo del Tuo libro: Terra Venduta) così come il nostro cervello l’abbiamo data via in cambio di scorie, rifiuti tossici: rifiuti sotterrati e che ci sotterreranno !
Un libro interessante il Tuo che dovrebbe essere letto e digerito dalla gente comune (non dico dalle persone addette ai lavori, in quanto sono cose che già conoscono) perché serve non solo a conoscere ma (principalmente) a riflettere.
A Te è servito scriverlo perché hai fatto una riflessione che (con naturalezza) hai esternato: il mio libro è interessante per le cose che non ho scritto ma che ho pensato ! Cosa che avrei voluto fare. Certo Tu hai scritto delle cose che chiunque in qualsiasi momento può verificare ed accertarei. Ma le cose non scritte (le più importanti a Tuo dire) dovrebbero essere la naturale conseguenza logica post-lettura di un “essere pensante”. E già ! Tu inviti a pensare. Ecco perché va letto il Tuo libro.
Ventiquattro anni (la Tua età), all’inizio di una carriera (spero lunga è sempre più produttiva) già con un libro-inchiesta e….. “costringi la gente di “buona volontà” a riflettere. Riflettere sull’amore che si dovrebbe avere per la propria terra ed i propri cari: scusate signori se è poco !
In un momento in cui i giovani non si preoccupano, e nemmeno si occupano, di cose serie e di vitale importanza, vieni fuori Tu, sbarbatello e con l’acne giovanile da “bravo ragazzo”, a parlarci di morale, di etica, di valori, di principi, di regole, di politica e lo fai chiamando in causa tutti noi.
Sarà l’incoscienza della gioventù che gioca brutti scherzi ? O non sarà per caso l’amore per il prossimo, la buona educazione ricevuta, gli studi fatti senza “essere spinto”, il naturale “desiderio di cambiare il mondo” che si ha alla Tua età, il coraggio di osare e di andare oltre ? Credo più in questa ultima ipotesi.
Non voglio scoraggiarti ma… non cambierai il mondo ! Certamente sarai di aiuto, a chi ha voglia di cambiare, con il dono che hai fatto scrivendo un libro così importante !
Non cambierai il mondo perché ormai i rifiuti tossici non sono solo quelli di cui Tu parli nel tuo libro, sotterrati in varie località della nostra Calabria, e che sono letali. Non solo quelli almeno ! Ci sono altri “rifiuti” che sono in superficie, vivono tra di noi, si nutrono come vampiri del nostro sangue, e ci tolgono l’aria, il respiro sino a soffocarci: è una lenta agonia che ormai dura da tanto tempo.
Anche della politica sono rimaste le “scorie”. La politica è esangue e mostra un “grigiore” impressionante, inquietante, che non lascia presagire bene. La responsabilità di quanto accade qui in Calabria è di tutti (ognuno con la sua giusta percentuale). Tu questo lo sai ed hai voluto fare la parte che ti compete sino in fondo: lo hai fatto da uomo e da giornalista libero ! Hai dato il Tuo contributo e lo hai fatto documentandoti, scrivendo le cose di cui sei venuto a conoscenza: hai cercato la verità ! Ed una piccola parte di verità l’hai messa in evidenza: sappi che è meglio conquistare una piccola parte di verità che un trono !
La gente come me ti è grata per quello che hai fatto, per quello che hai scritto ed hai detto, anche per le cose…..che non hai detto ! Ma che ci hai fatto intravedere. Grazie per l’insegnamento che hai dato a noi, che dovremmo essere responsabili della salute del cittadino, e l’esempio che hai dato a quanti Tuoi colleghi che fanno del “ prono giornalismo”: invece di svelare la verità la sotterrano….proprio come i rifiuti !
Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di reggio -

mercoledì 2 giugno 2010

PANE, SINDACO E ....BALORDO



Che il Sindaco Raffa goda della stima e della fiducia di tutto il Pdl e della maggioranza è cosa risaputa! E comunque mi piace ribadirlo. Ma questa non è e non può essere una notizia ! Cosi come non lo era la ventilata ipotesi di una “crisi interna” ad opera di un “balordo”, a cui qualcuno ha prestato scioccamente il fianco. Questi sono i “fatti reali” emersi in questi giorni e questa è la realtà.
Fatta questa doverosa promessa vorrei trarne la morale: se qualcuno pensava di voler dimostrare l’”inconsistenza politica” di un gruppo di consiglieri e di un Sindaco, per motivi “squisitamente personali”, non operava certamente nell’interesse della città. Ma si questa è la vita ! C’è chi vive e chi invece si accontenta di sopravvivere. La scelta di Raffa Sindaco si è dimostrata non solo giusta, ma anche in linea con un programma di rinnovamento, già avviato, e che ci vede responsabilmente coinvolti, per la crescita d Reggio.
Mi preme ancora una volta sottolineare che, oggi più che mai, vi è la necessità di alzare il livello politico e la dialettica interna ai partiti per migliorare la crescita culturale sociale. Solo cosi possiamo sperare in un cambiamento reale e duraturo.
Compito della politica è anche quello di educare il cittadino: ecco perchè vi è la necessità che chi fa politica abbia le carte in regola, sia morali che culturali. Voglio ricordare le dichiarazioni a Firenze di Pignatone: “la mafia ha fatto campagna elettorale” !
Siamo tutti consapevoli della crisi che attraversa tutto il Paese e che vede la nostra terra maggiormente a rischio. Un esempio per tutti è la sanità che dalle nostre parti si evidenzia (sempre più) nella sua “drammatica inadeguatezza “. Naturalmente è questo il risultato, della gestione della stessa, da parte di una classe “politica scellerata e dissennata” che ha origini lontane.
Da distruggere è rimasto ben poco ! Pertanto credo che (a questo punto) bisogna impegnarsi in una costruzione lenta e laboriosa. In tal senso vanno le considerazione del Sindaco Raffa ed il nostro sforzo per continuare nella “politica dei fatti” già tracciata da Scopelliti.
La nostra città confida non solo nelle capacità del Governatore della Calabria ma anche nella benevolenza verso la Sua città. Abbiamo bisogno di una sanità efficiente e funzionale cosi come abbiamo bisogno di una maggiore attenzione verso i giovani (il più alto indice di disoccupazione europea) e l’ambiente. Un rilancio del nostro aeroporto e dei mezzi di comunicazione che sono “desolanti ed isolanti”.
Il Sindaco Raffa non è solo, e non lo sarà neanche in futuro, in quanto gli si riconoscono (da parte di tutti)le qualità morali e la giusta determinazione nelle scelte a vantaggio del territorio.
La “bassa politica”, quella dei “pescivendoli” per intenderci, non trova più consenso tra la gente che è costretta, oggi più che mai, a fare i conti con la realtà. Il pane lo vogliamo fare ma con la farina buona !
Le candidature future a consigliere comunale, Sindaco e Presidente della Provincia spero nascono da “scelte oculate” da parte dei partiti che, oggi più che mai, devono “risorgere” dalle ceneri: abbiamo bisogno di una buona e sana politica !
Abbiamo bisogno principalmente di un “Nuovo Umanesimo” in quanto troppi anni bui e troppa decadenza abbiamo sopportato: oggi non è consentito più sbagliare. Badate bene, le conseguenze le pagheremo tutti.
Antonio Nicolò – Capogruppo del Pdl al Comune di Reggio -