La cardiochirurgia a Reggio non serve. Da qui a breve ve ne darò la dimostrazione pratica.
Questa mia asserzione dovrebbe avere la funzione di far smettere quel “fastidioso frinire”, che certi “cicaloni” della politica mettono in azione al bisogno, e far (spero) definitivamente capire qual è la vera emergenza sanitaria a Reggio.
Che non serva la cardiochirurgia l’esempio vivente è rappresentato dal consigliere regionale Alberto Sarra, al quale và il mio più sincero e sentito augurio di pronta guarigione. Una diagnosi tempestiva, un rapido trasferimento nella sede opportuna ed un “qualificato” intervento chirurgico hanno consentito di salvare la vita ad un uomo!
E scusatemi se, “crudemente” e “senza veli di ipocrisia”, pongo la seguente domanda: la stessa cosa sarebbe successa con qualsiasi altro “ uomo comune” ? Non ditemi nulla….conosco la risposta.
Di certo, sono noti (e molti) i “nomi eccellenti” che hanno beneficiato di quella che dovrebbe essere una “normale procedura”, nei casi di urgenza sanitaria.
Che si tratti di una PP…cioè una procedura preferenziale ? Boh !
Pongo un’altra domanda (che sia riflessione per tutti): come mai la classe politica si è accorta che serve una cardiochirurgia solo nel momento in cui è stata colpita in prima persona ?
Ed ancora: non pensate che il dovere di una classe politica sia quello di contribuire a migliorare le condizioni di vita del popolo che rappresenta ? E che principalmente si debba occupare di quello che è il bene primario dell’individuo, cioè la salute ?
La sanità in Calabria in questi ultimi anni (diciamo decennio per essere bipartisan) non è “notevolmente” peggiorata ? E coloro i quali oggi chiedono e si battono a gran voce per una cardiochirurgia cosa hanno fatto per evitare il “disastro sanitario” ?
La sintesi di un discorso e la risposta è in una sola parola: CHIACCHIERE !
Chiacchiere, che leggiamo “quotidianamente” sui giornali, giusto perché siamo in vicinanza delle elezioni regionali. Soggetti che presi dalla “frenesia dello scrivere”, discettano con estrema competenza su tutto, passando dall’alta chirurgia alle patate, ai cavoli e per finire alla “solita etica e moralità”.
Non sarebbe più opportuno che gli stessi soggetti ci portassero a conoscenza di quello che hanno prodotto in questi anni ? Per esempio: quante chilogrammi di patate o di cavoli hanno coltivato ?
Lo so cosa state pensando: sono tutti uguali, pensano ai “cavoli propri” !
Ma per tornare al punto dal quale eravamo partiti: ribadisco (ormai è da tempo che batto sullo stesso chiodo) che Reggio ha bisogno prima di ogni cosa di una “sanità normale”: questa è l’emergenza non la cardiochirurgia !
Reggio ha bisogno di un nuovo ospedale: aspetto con ansia(ma non ho dubbi) la designazione da parte del Comune del sito, dove dovrà sorgere il nuovo ospedale, con il successivo impegno pubblico, da parte dei candidati a Governatori, di reperire i soldi per la sua costruzione.
E’ necessario, nel frattempo, migliorare le condizioni igienico-strutturali e normative dell’esistente ospedale, con valorizzazione delle professionalità presenti (ne abbiamo avuto dimostrazione della loro esistenza), qualificazione del personale e dotazione di strumentazione all’avanguardia. Oggi non penso che possiamo “sopportare” la esosa spesa di gestione di una cardiochirurgia.
E’ necessario che siano attuate, al più presto, tutte le strategie manageriali atte a migliorare le condizioni esistenti: valorizzazione dell’ospedale Morelli, con l’attuazione di un centro di Onco-ematologia; accorpamento di alcuni reparti e servizi e “responsabilizzazione” dei dirigenti delle Unità Operative (tradotto vuol dire maggiore compartecipazione degli stessi nelle scelte).
Il medico e solo il medico può sapere cosa è utile per l’ammalato: dunque maggiore partecipazione e coinvolgimento della categoria nelle decisioni e nelle scelte che si vanno a fare: cosa serve per il paziente ?
E’ necessario ricordare che c’è bisogno, giusto per fare un esempio, di una chirurgia pediatrica di una chirurgia oncologia, di quella “famosa” Medicina Nucleare oltre, naturalmente, ad un pronto soccorso all’avanguardia.
Basta con le “arcinote barelle” in corsia ed i “ritardi diagnostici e terapeutici” legati ai disservizi vari: vogliamo una “banale sanità a misura di paziente”.
E la cardiochirurgia serve ancora ? Certo che serve…dopo che avremmo ricondotto alla norma quella che è la sanità con la quale il medico ed il paziente si confrontano giornalmente !
Gli interventi urgenti e “delicati” , come ampiamente dimostrato con le PP, si sono fatti e con ottimi risultati: adesso facciamo che la PP diventi la norma per chiunque ha bisogno di essere curato.
Antonio Nicolò – Consigliere Comunale
Questa mia asserzione dovrebbe avere la funzione di far smettere quel “fastidioso frinire”, che certi “cicaloni” della politica mettono in azione al bisogno, e far (spero) definitivamente capire qual è la vera emergenza sanitaria a Reggio.
Che non serva la cardiochirurgia l’esempio vivente è rappresentato dal consigliere regionale Alberto Sarra, al quale và il mio più sincero e sentito augurio di pronta guarigione. Una diagnosi tempestiva, un rapido trasferimento nella sede opportuna ed un “qualificato” intervento chirurgico hanno consentito di salvare la vita ad un uomo!
E scusatemi se, “crudemente” e “senza veli di ipocrisia”, pongo la seguente domanda: la stessa cosa sarebbe successa con qualsiasi altro “ uomo comune” ? Non ditemi nulla….conosco la risposta.
Di certo, sono noti (e molti) i “nomi eccellenti” che hanno beneficiato di quella che dovrebbe essere una “normale procedura”, nei casi di urgenza sanitaria.
Che si tratti di una PP…cioè una procedura preferenziale ? Boh !
Pongo un’altra domanda (che sia riflessione per tutti): come mai la classe politica si è accorta che serve una cardiochirurgia solo nel momento in cui è stata colpita in prima persona ?
Ed ancora: non pensate che il dovere di una classe politica sia quello di contribuire a migliorare le condizioni di vita del popolo che rappresenta ? E che principalmente si debba occupare di quello che è il bene primario dell’individuo, cioè la salute ?
La sanità in Calabria in questi ultimi anni (diciamo decennio per essere bipartisan) non è “notevolmente” peggiorata ? E coloro i quali oggi chiedono e si battono a gran voce per una cardiochirurgia cosa hanno fatto per evitare il “disastro sanitario” ?
La sintesi di un discorso e la risposta è in una sola parola: CHIACCHIERE !
Chiacchiere, che leggiamo “quotidianamente” sui giornali, giusto perché siamo in vicinanza delle elezioni regionali. Soggetti che presi dalla “frenesia dello scrivere”, discettano con estrema competenza su tutto, passando dall’alta chirurgia alle patate, ai cavoli e per finire alla “solita etica e moralità”.
Non sarebbe più opportuno che gli stessi soggetti ci portassero a conoscenza di quello che hanno prodotto in questi anni ? Per esempio: quante chilogrammi di patate o di cavoli hanno coltivato ?
Lo so cosa state pensando: sono tutti uguali, pensano ai “cavoli propri” !
Ma per tornare al punto dal quale eravamo partiti: ribadisco (ormai è da tempo che batto sullo stesso chiodo) che Reggio ha bisogno prima di ogni cosa di una “sanità normale”: questa è l’emergenza non la cardiochirurgia !
Reggio ha bisogno di un nuovo ospedale: aspetto con ansia(ma non ho dubbi) la designazione da parte del Comune del sito, dove dovrà sorgere il nuovo ospedale, con il successivo impegno pubblico, da parte dei candidati a Governatori, di reperire i soldi per la sua costruzione.
E’ necessario, nel frattempo, migliorare le condizioni igienico-strutturali e normative dell’esistente ospedale, con valorizzazione delle professionalità presenti (ne abbiamo avuto dimostrazione della loro esistenza), qualificazione del personale e dotazione di strumentazione all’avanguardia. Oggi non penso che possiamo “sopportare” la esosa spesa di gestione di una cardiochirurgia.
E’ necessario che siano attuate, al più presto, tutte le strategie manageriali atte a migliorare le condizioni esistenti: valorizzazione dell’ospedale Morelli, con l’attuazione di un centro di Onco-ematologia; accorpamento di alcuni reparti e servizi e “responsabilizzazione” dei dirigenti delle Unità Operative (tradotto vuol dire maggiore compartecipazione degli stessi nelle scelte).
Il medico e solo il medico può sapere cosa è utile per l’ammalato: dunque maggiore partecipazione e coinvolgimento della categoria nelle decisioni e nelle scelte che si vanno a fare: cosa serve per il paziente ?
E’ necessario ricordare che c’è bisogno, giusto per fare un esempio, di una chirurgia pediatrica di una chirurgia oncologia, di quella “famosa” Medicina Nucleare oltre, naturalmente, ad un pronto soccorso all’avanguardia.
Basta con le “arcinote barelle” in corsia ed i “ritardi diagnostici e terapeutici” legati ai disservizi vari: vogliamo una “banale sanità a misura di paziente”.
E la cardiochirurgia serve ancora ? Certo che serve…dopo che avremmo ricondotto alla norma quella che è la sanità con la quale il medico ed il paziente si confrontano giornalmente !
Gli interventi urgenti e “delicati” , come ampiamente dimostrato con le PP, si sono fatti e con ottimi risultati: adesso facciamo che la PP diventi la norma per chiunque ha bisogno di essere curato.
Antonio Nicolò – Consigliere Comunale
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