lunedì 22 giugno 2009

IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI ?

Se questo è il migliore dei mondi possibili (per dirla alla Voltaire) allora qualcosa mi sfugge.
Che la politica (oggi) non privilegi quelli che, un tempo, venivano definite “persone perbene” è cosa arcinota a tutti e (pertanto) non mi sorprende più di tanto; ma che il tutto avvenga sotto lo sguardo indifferente e “disinteressato” degli altri consentitemi di dire che la cosa mi preoccupa.
Dell’Onorevole Angela Napoli si potrebbe dire di tutto (ma sarebbe difficile inventarsi qualcosa), ma non che non sia una persona “perbene”.
Ed intendo per “persona perbene” (per chi non avesse più familiare questa definizione) una persona umile, che svolge il proprio lavoro al servizio degli altri, che è alla ricerca della verità, che contrasta in ogni modo l’illegalità, capace di rinuncia pur di operare per migliorare la nostra società e che (soprattutto) lo fa con competenza e con impegno costante.
E’ chiaro che una persona come Angela Napoli risulti “scomoda” e di “ostacolo” a questa classe politica che ha altri interessi da tutelare.
E’ chiaro che non si può lasciare spazio ad una persona che “destabilizza” un sistema incentrato sul malcostume, sull’arroganza, sull’amoralità.
Certo, per chi ha una determinata visione della vita (come me) la cosa lo “rattrista” e lo “deprime” al punto che decidere di ritirarsi in solitudine è una tentazione forte e costante nel proprio pensiero.
In queste condizioni ci sono solo due possibilità: o uno prende armi contro tutto e tutti oppure ci si ritira ad una “vita ascetica”.
Angela Napoli ha scelto di lottare, come Lei stessa dice, a 360 gradi cosciente che non poteva e non può cambiare da sola il mondo: lo ha fatto con amore e passione (i giusti ingredienti per una vita autentica).
Ha scelto di lottare e continua a farlo (almeno me lo auguro) proprio perché è una “persona perbene” e come tale non si è fatta intimidire o inibire nella sua lotta da nessuno.
La scelta di intervenire a sostegno (morale) dell’Onorevole Angela Napoli e di esprimerle la mia vicinanza non è legata a nessun “interesse particolare” (Non ho ricevuto favori o compensi) ma ad un solo interesse: non bisogna far sentire soli chi già in solitudine lavora per rendere la nostra vita più “vivibile”.
E’ necessario che l’On. Angela Napoli continui a fare politica per due ordini di motivi: il primo è che la politica non può essere esclusa dalla nostra vita ed il secondo è che la politica (quella autentica) Lei la sa fare.
E’ anche chiaro che persone come Lei non troveranno grandi sostegni in questa classe politica (Il mio c’è !) che ha altre cose a cui pensare.
E poi Onorevole perché si meraviglia di mancati riconoscimenti ? Perché “insiste” a voler far capire a chi è incapace di capire ?
Comprendo che il mio apprezzamento è “poca roba”, ma viene da una persona che la pensa come Lei ed agisce con lo stesso intendimento: di questa che pensiamo “minoranza silenziosa” invece ce ne sono molti, ma è necessario che vengano fuori dal loro guscio.
Proprio perché sono in molti a pensarla come Lei vale la pena continuare a lottare.
Lei Onorevole la sua battaglia l'ha già vinta, in quanto ha dimostrato coerenza, rettitudine e moralità: di questi tempi è merce rara.
Deve sentirsi soddisfatta ed orgogliosa di non aver mai piegato la testa o di non avere mai scelto “vie secondarie”, che l’avrebbero portato certamente a riconoscimenti più prestigiosi, ma potrà sempre dire di essere andata dalla “parte giusta”
E sono io, Onorevole Napoli, a ringraziarLa per quanto Lei ha fatto (e continuerà a fare) nella sua attività politica.

Antonio Nicolò –Capogruppo del Pdl al Comune di Reggio Calabria -

venerdì 12 giugno 2009

BRODINI TIEPIDI PER LA CURA DELLA SANITA'

Perdindirindina siamo alle solite !
Si contrabbanda una sanità “scadente e scaduta” con una sanità “in crescita” e di “rilancio”, facendo passare interessi particolari come interessi di “utilità collettiva”.
Bravi ! Dopo mesi di torpore e di “grigiore inquieto”, mentre continua inarrestabile il declino della sanità calabrese e reggina (in particolare), siamo costretti ad assistere inebetiti a “coupe de theatre” e giochi di prestigio, che vorrebbero stupire con effetti speciali.
Si tirano fuori dal cilindro “ fazzoletti” (che ci serviranno ad asciugare le lacrime da qui a poco), mentre i “conigli” partecipano alla festa.
Ribadisco il concetto, a chi ha la responsabilità morale e civile di non nascondere la verità: la sanità reggina ha toccato il fondo. Anche se alle disgrazie non c’è mai fine !
Gli interventi delle “due fazioni” che, l’altro giorno, si sono contesi il campo all’Azienda Ospedaliera, non potevano che essere scontate e da copione.
Da una parte i sindacati ( vicini politicamente a questa giunta di centrosinistra con Azzarà e dunque verosimilmente (?) credibili) per criticare, allertare e mobilitare i lavoratori per il degrado in cui versa l’ospedale e per le ingiustizie che vengono commesse quotidianamente.
Dall’altra lo stato maggiore “gaudioso e gioioso” che, approfittando di una “comunicazione di servizio” promette, promette, promette.
Nel mezzo noi “poveri fessi” attoniti, frastornati e confusi oltre che delusi !
Un quadro desolante si ripropone alla nostra visione: cose già viste, un cliché che si ripete, come il Natale con la neve ed il caminetto acceso.
Cosa voglio dire ? Vi accontento subito, ma in questi casi è d’obbligo il condizionale !
Se arriveranno i soldi, se stanziano i fondi, se ci sarà l’autorizzazione, se verrà approvato in giunta tale progetto, tale modifica etc. (vi risparmio i tanti se che sono seguiti) si prospetta un futuro “roseo” per la sanità reggina: in pratica se smetterà di piovere (e ad oggi diluvia!) possiamo aspettarci un cielo (forse) sereno o poco nuvoloso.
Se qualcuno vuole farci credere che l’asino vola abbia almeno la compiacenza di dirci (almeno) che a farlo sono solo quelli bravi e che peraltro lo fanno a bassa quota.
Morale della favola l’ospedale rischia a breve la paralisi, l’implosione e lor signori continuano a somministrarci i “brodini tiepidi”.
Non sarei cosi stupido da riservare le responsabilità di un simile disastro a chi in questo momento è al comando di questa nave, che imbarca acqua da tutte le parti, ma alla stessa maniera mi sentirei uno stupido se facessi finta di non vedere o capire.
La responsabilità di tale sfacelo ha origini lontane ed equamente distribuite tra i vari direttori e giunte regionali che si sono succeduti nel tempo, ma una domanda sorge spontanea : come mai si cerca sempre di nascondere la polvere sotto il tappeto ? Come mai periodicamente, con cadenza da ciclo mestruale, le organizzazioni sindacali protestano e non lo fanno ad oltranza sino alla risoluzione dei problemi?
Vi do subito la risposta: ci troviamo di fronte alla solita finzione, ai soliti giochini, ai soliti imbrogli!
La realtà non è quella che si vuole fare apparire ma quella documentata dai i fatti.
E i fatti parlano chiaro: siamo arrivati al capolinea! la sanità non ha più soluzione!
Attendiamo ancora la riapertura della Medicina Nucleare (sic!).
E’ di questi giorni la chiusura di alcune postazioni di guardie mediche (tra cui Gallico) che, pur non pesando quasi nulla sulle casse regionali, crea gravi disagi per i pazienti.
L’Hospice di via delle stelle (una realtà positiva nel nostro territorio) e costretto a scendere in piazza per poter sopravvivere.
E per finire il cavallo di battaglia: come un fantasma aleggia a Reggio il centro cuore.
Il tutto mentre si moltiplicano, a dismisura, i disagi per i pazienti “senza colpo ferire”.
Anche le cicale hanno smesso di frinire: per cortesia un po’ di silenzio!

Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di Reggio-

NEANDERTHAL A REGGIO CALABRIA

Antonella Cinzia Marra, ricercatrice di Paleontologia- Paleoecologia e docente di “Paleontologia Evolutiva dei Vertebrati, ci ha fatto un bel regalo con la sua nuova pubblicazione “Neanderthal a Reggio Calabria” che è il primo volume della collana “Preistorie di Calabria” edito da Laruffa.
Trenta pagine (dense) da leggere “tutto di un fiato”, con leggerezza e con il piacere di scoprire un territorio (il nostro), mutato nel tempo, e che ricostruisce il nostro passato attraverso lo studio di un fossile.
Non semplicemente un documento per gli addetti ai lavori ma una storia (poetica) carica di umanità e che pone molti interrogativi.
Tutto ha inizio con il prezioso ritrovamento di un fossile da parte di Adolfo Berdar, nel 1970 in località Archi: un blocco compatto di ghiaia grossolana in cui vi era una mandibola umana. Piccola ma umana.
Questa scoperta ci porta a conoscenza che i Neandertaliani si erano spinti a Sud ed esisteva, 80.000 anni fa, una comunità anche a Reggio.
Un bambino Neandertaliano è la prova della loro presenza nel nostro territorio.
L’autrice, con la sua sensibilità, si pone e ci pone degli interrogativi: quali erano le emozioni e l’evoluzione della psiche nell’uomo di Neanderthal ?
La famiglia piangeva la morte di questo bambino ? I legami familiari erano cosi forti come i nostri ?
Ma la brava paleontologa (con l’amore e la passione che ha per il proprio lavoro) non si limita solamente a raccontare questa storia di un bambino Neanderthal a Reggio ma, con la competenza di una studiosa attenta e preparata e con l’animo della ricercatrice, ci rende edotti sulla geomorfologia del nostro territorio e ci consente di conoscere la fauna (ormai scomparsa) che popolava questo nostro territorio 100.000 anni fa.
Fauna composta dal grande Elefante Antico, dal Cervo Gigante e dall'Ippopotamo che sguazzava nei fiumi dell'antica pianurai San Francesco.
Ma chi pensa che “certi argomenti” possono essere solo oggetto di studio per pochi, da relegare tra stanze di fossili e “vecchiume vario”, sbaglia e Cinzia Marra ce lodimostra.
La lettura del suo libro lascerà una sensazione piacevole e il desiderio di voler approfondire l’argomento.
Grazie Cinzia !

Antonio Nicolò – Delegato alla Cultura al Comune di Reggio Calabria-

venerdì 5 giugno 2009

SANITA': UN MALE INCURABILE

Non si vuole salvare la sanità, almeno si salvi l’Hospice !
Ma va la sciocchini ! Credete ancora che, come Alice, viviamo nel Paese delle meraviglie !
In un onirico mondo sotterraneo fatto di paradossi, di assurdità e di nonsensi !
Ed allora guardiamo in faccia la realtà!
Tra la “politica mediatica” e “ciarlatana”, fatta da proclami ed apparizioni pubbliche televisive (come l’ultima di Loiero) che servono ad ammaliare ed impietosire il cittadino, non dico sempre ma ogni tanto, si faccia (concretamente) qualcosa per i pazienti.
Un intervallo, un breve “spot pubblicitario”, di quelli con la mano sul cuore, fatto di cose concrete non guasterebbe.
Mi chiedo: se nelle dichiarazioni, a difesa della sanità, si fa riferimento a strutture che funzionano e che sono “il fiore all’occhiello” (e di questo ci si riempie la bocca,) come mai nel momento in cui esiste la reale possibilità della chiusura di una di esse non si fa nulla per impedirlo?
E’ possibile mai che bisogna intervenire con denunce, manifestazioni di solidarietà e quant’altro, per stimolare ad una soluzione, chi dovrebbe “responsabilmente” e “preventivamente” intervenire per evitare ulteriori danni in uno “scenario già desolante” della sanità ?
Non credo possano esistere giustificazioni di nessun genere se, paradossalmente, invece di tagliare i rami secchi di questa sanità, si preferisce “estirparne” le radici di quella che è esempio di una buona sanità.
La credibilità politica passa attraverso piccoli gesti significativi e fattivi, come potrebbe essere quella della “soluzione Hospice”, e non con tentativi (ormai consolidati) di ribaltare completamente la realtà : tecnica ormai consolidata che alla fine rischia pure di apparire convincente.
Verrebbe spontaneo dire che asino che raglia non mangia paglia: insomma, chi parla e non agisce, non conclude nulla.
Viviamo oggi un relativismo drammatico che fotografa esattamente il clima che domina nella nostra cultura: non è possibile rimanere indifferenti di fronte a pazienti che hanno la sfortuna di essere affetti da un male incurabile, e che non possono nemmeno usufruire di un sostegno medico e morale.
La nostra è una società che presenta la fobia dei principi e affoga nell’empirismo del successo ed esercita solo la voglia di salire su un palcoscenico.
Basta con le apparizioni pubbliche, per “imbonire ed addomesticare le masse”, per i propri tornaconti e si torni a fare politica al servizio degli altri e con “spirito missionario”: quello stesso spirito che anima gli operatori dell’Hospice, che per questo motivo non devono essere abbandonati.
Basta con le “elemosine” elargite “una tantum”, da “furbetti benefattori” che avrebbero invece il compito di trovare soluzioni adeguate e definitive: ove ciò non fosse possibile si trovi il coraggio di dirlo pubblicamente assumendosene le dovute responsabilità.
Non è possibile che periodicamente, con cadenza da ciclo mestruale, dobbiamo sentire il grido di allarme e di aiuto dell’Hospice e siamo costretti, tutti noi che abbiamo a cuore questo problema, a dover intervenire, per stimolare chi è deputato ad occuparsene, in quanto è dotato di quel potere che gli consente di farlo.
La sanità si costruisce (se lo si vuole!) iniziando a “preservare e tutelare”, con ogni mezzo, cio che è funzionale, efficiente ed utile come l’Hospice.
Ove ciò non avvenisse dobbiamo trarne le consequenziali considerazioni: la sanità in Calabria non è mai interessata a nessuno (tranne ai pazienti) e continua a non essere l’interesse da parte dei politici, se non per scopi elettorali ed utilitaristici.


Antonio Nicolò –Capogruppo Pdl al comune di Reggio Calabria-