domenica 25 maggio 2008

ANNO ZERO

Anno Zero. Non capisco, oggi, se è il titolo di una trasmissione televisiva oppure il momento cronologico in cui si trova la Regione Calabria.
Dopo aver visto la trasmissione di Michele Santoro, io come credo anche voi ho avuto un senso di vertigine, di smarrimento e di disorientamento.
Personalmente mi sono sentito come un cencio strizzato perché , a parte i momenti di magia ciarlatanesca e dell’evasione metafisica degli ospiti politici, lo spaccato che ne è venuto fuori ha certamente del drammatico.
Visto dal marciapiedi, con l’occhio dell’uomo della strada mi sono sentito un poveretto, una persona inutile, come non mai, e alla mercè di un manipolo di briganti e lazzaroni.
Qualcuno mi dava l’impressione del mago Houdini, in procinto di buttarsi a mare, mani e piedi incatenati.
Io ho realizzato con maggior chiarezza di avere le mani legate e forse anche i piedi.
Ho notato che i giovani di Locri hanno ancora la bocca libera (?) ed in qualche modo facevano da contraltare al vuoto ideologico e morale dei personaggi in ordine di apparizione.
Se la vita è teatro, come diceva Pirandello, è giusto che la gente si diverta a recitare una commedia.
Ma cosi non è, almeno in questo caso. Siamo nel reale, nel quotidiano.
E’ emersa una realtà amara, a detta di tutti, e cioè che la mafia e la politica sono sinonimi in questa terra.
I giornali e la televisione, quasi sempre, non raccontano la verità neanche per sbaglio ma questa volta abbiamo visto e sentito delle cose che sono indubitabili (ove ve ne fosse mai bisogno) e vere.
I soggetti che abbiamo visto, i politici, la gente che ha avuto qualcuno ammazzato, il contorno e gli scenari con relative scene, esistono.
Di cosa siamo stati spettatori inermi?
Di chi, come Zavettieri, certifica che il tentativo di essere ammazzato rientra nella logica di far prevalere una parte politica rispetto ad un’altra. Chi goffamente, come un viceministro, cerca di capovolgere con maestria i fatti per servirceli come un piatto digeribilissimo. Chi come Storace vede come unica soluzione (Sic!) di lasciare indicare al partito anche per le elezioni regionali l’eventuale rappresentante ( come se non bastassero i deputati e senatori già imposti dall’alto).
Per non parlare della gag comica di Crea.
In questa tragica realtà continuano ad appiopparci tisane e messaggi rassicuranti senza avere alcun rispetto del nostro apparato digerente.
Quando nella seduta comunale sul problema mafia ebbi a proporre di sottoporci tutti, volontariamente e per chiarezza verso chi ci ha votato, ad indagine patrimoniale (compresi assessori e dirigenti) è sceso il silenzio e si è fatto finta di non capire.
Ed allora viene in mente la Rupe Tarpea. Da buttare tutti giù !
Ti viene in mente che la politica dalle nostre parti merita di finire in un palchetto tra la tazza ed il bidet.
Ma questa trasmissione di Santoro nella sua crudezza , nella sua ironia confermano inquietudini e timori tra le persone per bene.
Le uniche cose serie le ho sentite dire ai ragazzi di Locri (si leggeva anche nei loro volti la sfiducia verso i politici) che stanno lavorando ad un programma serio e concreto per portare avanti le loro idee e la lotta contro la mafia.
Per noi è inutile nasconderci dietro le discussioni sterili, con il solo risultato di rendere più profonda la pozza nella quale siamo caduti e che non fanno altro che rendere sempre più manifeste le infermità e le debolezze della natura umana.
Alleanza Nazionale che ha sempre fatto della legalità la sua bandiera è assente, ingessata, proiettata verso il Ppe, giusto per dimenticare tutto ciò che apparteneva alla Destra. E’ li ferma che aspetta un taxi ed i suoi sostenitori si ritrovano con la disperazione di Diogene.

Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale

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