sabato 29 maggio 2010

E..LEZIONI DI 'NDRAGHETA


"La 'ndrangheta, l'organizzazione criminale ad oggi piu' forte e potente che c'e, fa campagna elettorale cosi' come la fa Cosa nostra siciliana''. Questo è quanto ha affermato Giuseppe Pignatone, il procuratore capo di Reggio Calabria, a Firenze. La cosa credo non ci abbia sorpreso e, se proprio volete che ve lo dica a cuor aperto, credo nemmeno i Fiorentini lo saranno stati . Questo è quanto avvenuto alle ultime elezioni regionali e nessuno ha motivo di dubitare. Anche perché il paese è piccolo e la gente mormora.
La ‘ndragheta si sceglie il candidato da sostenere (uno o più di uno: c’è solo l’imbarazzo della scelta !) e lo fa eleggere consigliere regionale. Le conseguenze che ne derivano sono “a cascata”: affari, truffe, ruberie varie, gestione di “settori strategici” che portano, inevitabilmente, come risultato a quello che è ormai sotto gli occhi di tutti: il degrado totale ed il sottosviluppo in tutti i settori.
E sembra di assistere ad una commedia tragicomica, quando qualche “consigliere regionale stagionato” viene fuori con dichiarazioni di stupore e di rammarico per il degrado ed il debito n.q. (non quantificabile) di una sanità che…. di sanità gli è rimasto solo il nome. E per sembrare più credibile si parte con l’ “operazione ritocco”: qualche taglietto (giusto un po’ di fondotinta) ai lauti compensi e alle spese folli per la gestione dei gruppi, gruppuscoli e similari. Per esempio basterebbe andare a controllare le “finte residenze” che abbondano… causa missione.
Ma Pignatone non dice nulla che già non era a conoscenza, anche da parte dell’ultimo “banale e comune cittadino”. Dirò forse qualcosa di diverso: questi candidati, dei “loschi appoggi”, ne fanno motivo di cui vantarsi e quale punto di “forza aggregativa” di altri soggetti: la regola (quasi sempre), di chi fa politica, è che bisogna votare la persona che ha maggior probabilità di successo.
Ma, perdindirindina, con questa storia bisogna finirla una volta per tutti: non diamo sempre la colpa a questa povera ‘ndrangheta. In fondo loro…. fanno il loro mestiere. Perché non andiamo a vedere le spese folli delle campagne elettorali, le “campagne acquisto” di signori (si fa per dire) che sostengono, in cambio di soldi e favori vari, alcuni candidati ? La gente mormora ed i favori sono visibili e tangibili.
Tutti sanno, tutti si indignano ma alla fine nessuno isola questi individui che imperterriti continuano a dire la loro: ci parlano di moralità, di regole, di dignità, di onestà intellettuale (non ho mai capito cosa vuol dire), di coerenza: insomma gente di cui potersi fidare. Il che equivarrebbe di avere il coraggio di affidare i propri figli ad un pedofilo.
E la libertà ? A cosa serve la libertà ? Questa è la domanda che si pose, in maniera cinica e squallida, quell’altro gran signore che era Lenin. La libertà serve eccome ! La si può togliere ma c’è sempre la possibilità di riconquistarla. Abbiamo bisogno della libertà ma, pian pianino, ci stanno “disabituando”, ci fanno dimenticare anche che cosa è la libertà sino a farla scomparire anche dalla nostra vita. Credetemi, non è solo la ‘ndrangheta che mina la nostra libertà: il dramma è che ci stanno abituando a saperne fare a meno.
Ecco che i soprusi, le arroganze del potere, il menefreghismo, l’irresponsabilità, l’incuria e quant’altro ci scivolano addosso senza che ce ne accorgiamo: facciamo finta di indignarci, facciamo finta di lottare, facciamo finta di reagire ma alla fine…nulla cambia dentro di noi e di conseguenza nemmeno all’esterno.
La ‘ndragheta ed i “mafiosetti da asporto” continuano nella loro opera; i politici continuano a “beneficiare” di tali servizi previo impegno di contraccambiare (lo chiamano voto di scambio naturalmente) ed, alla fine, il solito fesso di “cittadino ignoto” si presenta alla cassa per pagare.
Non mi fido di proporvi un cambiamento (potreste sospettare anche di me) perché questa è la parola d’ordine. Vorrei, invece, farvi semplicemente notare (per qualcuno che nel frattempo si è distratto o è stato distratto) che tutto va a peggiorare. Tranquilli comunque: al peggio non c’è mai fine ! E poi chissà che un giorno non salti fuori qualcuno che chiamerà in causa uno di questi “soliti noti” a rendere conto del proprio operato ! Non mettiamo limiti alla Provvidenza.

lunedì 24 maggio 2010

IL PAZIENTE E' PAZIENTE...NON SCEMO !


Si parla e si scrive di sanità. Lo si è sempre fatto: i risultati disastrosi sono sotto gli occhi di tutti. Si ricomincia a parlare con più vigore, con maggiore convinzione e determinazione. E questo perché è diventato difficile nascondere la triste realtà anche
al più bravo “illusionista della politica”.
Anche il Governo nazionale ci ammonisce e ci “costringe” alle nostre responsabilità ! E lo fa, non solo con una “classe politica parassita” ma anche con il singolo cittadino: è necessario un aumento delle tasse.
Il Governo corregge il tiro affermando: date dimostrazione di “buona volontà” e vi verremo incontro. Tradotto vuol dire che si chiedono fatti ed anche concreti: non solo bisogna operare ma farlo anche bene.
E qui mi si trova d’accordo. E’ giusto iniziare a tagliare, risparmiare, controllare, gestire, programmare etc al fine di appianare quella “voragine di debiti”, non ancora quantificabile, accumulatasi nel corso degli anni e che ineluttabilmente pagheremo tutti. Lo faremo senza battere ciglio (cosi come ci hanno abituati). Ma la buona sanità ? Chi ci darà la garanzia e la certezza di un “futuro normale” della sanità ? La buona sanità è quella alla quale si fa riferimento ogni qualvolta bisogna mettere una pezza nella grossa falla del sistema ?
No certamente! La buona sanità è quella che fa percepire al cittadino (e gli fa avere anche la consapevolezza) che la propria salute viene garantita, da strutture efficienti ed operatori sanitari qualificati, con la certezza di un posto letto in caso di ricovero e di un “iter diagnostico” e terapeutico adeguato. Cosa che oggi non avviene.
Alcuni ospedali vanno chiusi e bisogna farlo subito: non servono “strutture paravento” per garantire posizioni di comodo ma che risultano, alla fine, essere trappole (a volte anche mortali) per il paziente.
Non serve avere più personale o più primari ospedalieri: serve far lavorare e qualificare il personale esistente (peraltro in esubero). Questo significa accorpare tante “piccole isole felici” in un'unica realtà lavorativa ed operativa, implementare le strutture carenti (leggasi chirurgie) con professionisti qualificati. Chiudere con le assunzioni di parenti, amici, amici degli amici ed affini.
Per fare questo bisogna avere dei manager seri e dei responsabili di Unità Operativa qualificati, ai quali devono essere dati degli obiettivi chiari (non il solito pareggio del bilancio o il “volemose bene tutti”) pena l’immediata decadenza dall’incarico. Assegnare i budget e chiedere conto di come si spendono i soldi e la garanzia di una adeguata prestazione.
Chiudere i vari “pseudo-ospedaletti” della piana per iniziare ( già da subito ) a costruire il tanto famigerato “Ospedale Unico della Piana”: un unico ospedale funzionante che garantisca il locale evitando il peregrinare alla ricerca di un posto. Stessa cosa dicasi per la città di Reggio: bisogna attivare tutte le procedure per la costruzione di un nuovo ospedale.
Questa sanità non si può riprendere neanche se si è in possesso della famigerata bacchetta magica. Gettare le basi (non solo in termini di edilizia) vuol dire essere lungimiranti e concreti. Non servono più i “rattoppi” perché la “pezza” di buchi ne ha fin troppi ! Servono decisioni forti, forse impopolari, e non di comodo: se non si accontenta qualche amico (con concorsi, incarichi e frattaglie varie), se si privilegia la meritocrazia, se si impedisce lo spreco, se si utilizzano le risorse disponibili (oggi utilizzati al massimo per il 20%), se si è lungimiranti nelle scelte, ecco che il risultato si ottiene. Se si continua (cosa impensabile) con le parole ad effetto, con il gettare “fumo negli occhi” i risultati da qui a breve saranno nefasti per tutti: non solo per i pazienti ma anche per la politica. Il paziente è paziente non certo scemo: la misura è colma ! Lo ha detto anche il Governo.

venerdì 14 maggio 2010

CHI ROMPE PAGA ED I COCCI SONO SUOI


La tentazione è forte, e si ripresenta ciclicamente sempre con più maggiore intensità, ed è quella di lasciar perdere privilegiando una vita solitaria da eremita. Ma alla fine prevale il buonsenso,
anche se non di continuare a lottare, di dire almeno liberamente le cose come stanno.La decisione del Governo di far pagare (attraverso un aumento delle tasse) ai calabresi il deficit della sanità, derivante dallo sperpero, dalle ruberie varie e dalla cattiva gestione, mi sembra cosa buona e giusta ed un atto dovuto. Certo saranno in pochi a capirlo ed accettarlo: le punizioni si sa non vengono mai graditi, ne tantomeno desiderate da nessuno.Ma se di punizione trattasi (come cosi è realmente e lo dico a “ciglio asciutto”), questa deve servire, alla fine, per trarne una morale: chi rompe paga ed i cocci sono suoi.Infatti da tutto questo “disastroso e disastrato mondo politico calabrese” non ci si poteva aspettare un risultato diverso! A nulla servono i buoni propositi e le “promesse illusorie”, ci vogliono i fatti, quelli concreti e tangibili e che non si prestano a fraintendimento alcunoSe è vero, come è vero, che tale decisione del Governo è la risultanza di una “gestione allegra” da parte di una “combriccola politica” (altrettanto allegra), eletta da cittadini superficiali e poco attenti, ne deriva la naturale conseguenza che a pagare debbano essere i cittadini stessi. Ed i politici ? I politici che sono i maggior artefici del disastro continueranno a “bivaccare e bighellonare” senza colpo ferire ?E no ! Troppo comodo ed anche troppo semplice se a farne le spese devono essere solo i cittadini (peraltro alcuni onesti e molti inconsapevoli). E chiaro che il cittadino deve “responsabilizzarsi” e produrre una classe politica seria e non i “soliti lestofanti” ed anche incominciare a pretendere fatti. Un rimedio deve pur esserci affinchè si incominci a riavere fiducia: pagare le tasse non deve essere vissuto dal cittadino come una punizione senza peraltro “beneficiare” di quello che è un diritto naturale: una sanità che funzioni.Mi permetto di dare un suggerimento, naturalmente se la nuova classe dirigente regionale vuol dimostrare di fare sul serio, ed è questo: dimezziamo il compenso dei consiglieri regionali e tagliamo le “spese esose” di questo carrozzone regionale. Infatti la nostra è una regione dove si spende per la politica più che in altri regioni (dove le cose funzionano). Faccio notare, a qualche persona poco attenta, che ancora oggi, gran parte dei consiglieri, o politici che occupano ruoli importanti di sottogoverno, facevano parte della “combriccola” che ha determinato il disastro della sanità calabrese !Faccio notare che il federalismo fiscale và in questa direzione: ogni regione deve sapersi gestite con le proprie forze. Questo vuol dire (ed il segnale del Governo oggi è chiaro) che la classe politica, delegata a rappresentare il cittadino, deve “rassegnarsi” ed abbandonare le logiche sino ad oggi seguite: il proprio tornaconto ! Nessuno può pensare di “scaricare” su altri responsabilità personali. Ergo privilegiamo le professionalità, le competenze e l’onestà pena un dissesto peggiore di quello sin qui prodotto.Richiamo al senso di responsabilità la categoria medica che sino ad oggi ha consentito (rendendosi cosi complice) che la sanità andasse alla deriva: bisogna anteporre l’interesse generale a quello personale. Il garante della salute del cittadino è (e lo sarà sempre) il medico !Reggio (parliamo della nostra realtà) ha la necessità di avere un “nuovo ospedale”, come ho più volte ribadito, ed è in questa lungimirante prospettiva che bisogna lavorare. Naturalmente l’ospedale esistente, sino a quando non verrà realizzato il nuovo, dovrà essere messo in condizioni di poter garantire una qualità “decente” di sanità, che potrà essere realizzata con una modica spesa, principalmente con la scelta di dirigenti validi che hanno a cuore il problema: daremo cosi dimostrazione che qualcosa vuole cambiare anche qui in Calabria. Solo allora il cittadino sarà motivato a pagare le tasse avendo la certezza che i propri diritti saranno garantiti. Altrimenti, come si dice in questi casi, il cittadino sarà costretto a subire oltre il danno anche la beffa!

domenica 9 maggio 2010

L'ERA DEL DRYOPITHECUS

Diaciamoci la verità.
Tripadvisor, il più celebre e prestigioso sito internet del mondo dedicato al turismo, incorona Reggio (e la sua provincia per essere più corretti) nella Top-10, delle località turistiche emergenti a livello mondiale, che si colloca addirittura al 5° posto.
Risultato inimmaginabile ed impensabile ai più e che lascia comunque soddisfatti tutti, non ultimo l’”assessore ballerino” al turismo che può finalmente lasciarsi andare ad una “dichiarazione liberatoria” di autoincensamento.
Non voglio fare certamente il guastafeste, o il bastian contrario per partito preso. Ma non voglio nemmeno fare la figura di colui che si nasconde dietro il paravento di un riconoscimento per elogiare un’Amministrazione, che non ha bisogno del mio “incensamento” , o (peggio ancora) guardare solo la luna e non anche il dito che la indica.
Voglio invece approfittare dell’ambito riconoscimento per sottolineare e ravvisare le criticità di questa terra: se è vero (come è vero) che dovrebbero arrivare più turisti a Reggio è anche vero che ci vuole gente e strutture pronte ad accoglierli.
Se per le strutture possiamo parlare facilmente, individuando carenze e disservizi e lavorando, sodo e coerentemente, risolvere il problema la stessa cosa non potremmo dire (almeno con la stessa facilità) per la gente.
Se dico che mancano alberghi, vie efficienti di collegamento aria-terra-mare (cioè un aeroporto con più voli, un’autostrada al posto di una mulattiera e mezzi navali di trasporto da e verso Messina) non vi direi nulla di nuovo: è da tempo immemore che se ne parla, ma ancora siamo agli albori della preistoria.
Se dico che il “servizio umano di accoglienza” non è adeguato al riconoscimento ottenuto sarei ripetitivo o (per qualcuno) “saccente” e potrei addirittura essere tacciato di razzismo da gente poco avveduta ed in malafede.
Ma se voglio (liberamente) dire quel che penso, non posso fare a meno di affermare che, per una strana e contraria evoluzione della specie, l’homo sapiens è stato soppiantato dal Dryopithecus (dunque millenni indietro) al punto di poter affermare che l’uomo oggi è una scimmia malandata. Certo qualcuno potrà obiettare che cosi gira il mondo e che dovrei adeguarmi: credetemi faccio fatica a farlo ! Preciso, non ci riuscirei mai.
Ma se in questa città (giusto per fare un esempio) qualcuno, che per parlare deve far girare la ruota e scegliere la lettera, ritiene comunque di poter aspirare a diventare Sindaco oltre che per un mesto sorriso bisogna anche trovare lo spazio per una riflessione. Almeno per chi ancora ha un cervello e non l’ha mandato al macero.
Ma se ancora oggi abbiamo una sanità da terzo mondo (con tutto il rispetto per i paesi sottosviluppati) ed un tasso di disoccupazione terrificante ed una criminalità galoppante ecco che l’invito a migliorare è inevitabile.
Cosa fare allora ? La mia proposta/invito è quella di costruire il futuro di questa terra adoperando e mettendo in campo quelli che sono gli “strumenti efficienti” per farlo: la professionalità e la buona politica.
La professionalità facendo ricorso alla meritocrazia e alle provate capacità. La buona politica isolando i nullafacenti, i parassiti, i mercanti di bassa lega e delegando chi “naturalmente” è portato a fare (realmente) il bene comune: termine molto usato oggi, specialmente da chi si fa i fatti propri.
Chi si deve occupare di fare ciò ? Certamente i partiti (o quel che resta), chi detiene il potere e la gente di buon senso. Altrimenti basta un colpo di click per cambiare pagina su internet e parlare di altro.
Antonio Nicolò – Consigliere Comunale Pdl -