Non ho mai capito bene a cosa serve la solidarietà di fronte ad un “evento delittuoso”.
E’ come andare ad un lutto per esprimere le condoglianze: un rituale “sentito” da pochi e “percepito” ancor di meno dall’interessato: comunque è norma farlo !
Ergo, mi appresto (pure io) ad esprimere la solidarietà al giornalista Antonino Monteleone.
Nel farlo mi passa per la mente un pensiero: sarà di aiuto ? Servirà a qualcosa ed a qualcuno ? Posso fare qualcosa di diverso che sia di maggiore concretezza ed efficacia ?
Ed altri ed altri ancora sono i pensieri, che mi “attanagliano” la mente, quando leggo gli attestati di solidarietà che giungono al giornalista ( Non vi rendo partecipi di questi pensieri per mio pudore).
E comunque abbiamo un problema che è chiaro a tutti: da una parte esiste la legalità (e chi lotta per difenderla) e dall’altra l’illegalità (ndrangheta e “sporcizia” varia); nel mezzo la cosiddetta “zona grigia”.
E’ questa la più pericolosa, la più rappresentativa, la più subdola ed insidiosa e la peggiore delle forme di criminalità.
Vi possono far parte anche coloro che esprimono (per esempio) la solidarietà a chi è vittima di un attentato (con discorsi “toccanti” e “partecipativi”) cosi come quando l’assassino và al funerale della vittima: ecco perché ci vado cauto nell’esprimere una “qualsivoglia” solidarietà.
Tradotto vuol dire: ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per impedire che l’evento delittuoso si verificasse ?
E se ci rifletto bene e senza ipocrisia dico: NO!
Ecco perché ho timore ad esprimere la solidarietà a chicchessia.
E poi, consentitemelo, non vorrei essere discriminante nei confronti di coloro i quali ogni “santa notte” si vedono incendiata l’auto o il negozio.
Ancora un piccolo esempio: ROSARNO. Oggi tutti esprimono solidarietà e sostegno per una vergogna “datata”. E di questi quanti sono quelli che non sapevano cosa “bolliva in pentola” ?
E’ questa la famosa “zona grigia”, costituita da persone poco affidabili, che ricoprono ruoli importanti nella società, che vivono di affari, compromessi, interessi e quanto altro accompagnati ed affiancati da una “folta schiera” di servi pronta a riverirli.
Chi lotta perché crede nella Giustizia e nella Verità è notorio si ritrova quasi sempre SOLO.
Ed immagino la solitudine di Antonino oggi ed i mille dubbi che gli passano per la mente e poca cosa può essere la solidarietà espressa.
Non dico questo per vanificare un gesto, che và sempre fatto, quanto per “stimolare” la mia e l’altrui coscienza a dare di più alla nostra comunità.
Dico questo, perché è necessario che la gente di buona volontà esca fuori dal proprio guscio, e tenti di ribaltare questa situazione di “degrado morale e civile”, che imperversa dalle nostre parti.
Non si possono lasciare da solo i vari Monteleone ed esprimergli la “solidarietà al bisogno”.
Dobbiamo prendere atto che la nostra vita è gestita (a voler essere benevoli) da “gentucola”, nanerottoli vari, delinquenti “da asporto”, personaggi squallidi ed incompetenti ai quali aggiungiamo i ndraghetisti e mafiosi vari.
Ecco perché qualsiasi tentativo di modificare lo stato dei fatti, da parte di chicchessia, viene prontamente punito.
E non bastano i buoni propositi e la solidarietà del momento. Serve un “atto corale di ribellione”, una reazione chiara, determinata ed efficace.
Serve che gli Antonino Monteleone si moltiplicano, senza infingimenti, per dare una buona volta per tutti un calcio a codesti “cialtroni” che inquinano la nostra vita e la nostra terra.
Antonio Nicolò – Consigliere Comunale-
E’ come andare ad un lutto per esprimere le condoglianze: un rituale “sentito” da pochi e “percepito” ancor di meno dall’interessato: comunque è norma farlo !
Ergo, mi appresto (pure io) ad esprimere la solidarietà al giornalista Antonino Monteleone.
Nel farlo mi passa per la mente un pensiero: sarà di aiuto ? Servirà a qualcosa ed a qualcuno ? Posso fare qualcosa di diverso che sia di maggiore concretezza ed efficacia ?
Ed altri ed altri ancora sono i pensieri, che mi “attanagliano” la mente, quando leggo gli attestati di solidarietà che giungono al giornalista ( Non vi rendo partecipi di questi pensieri per mio pudore).
E comunque abbiamo un problema che è chiaro a tutti: da una parte esiste la legalità (e chi lotta per difenderla) e dall’altra l’illegalità (ndrangheta e “sporcizia” varia); nel mezzo la cosiddetta “zona grigia”.
E’ questa la più pericolosa, la più rappresentativa, la più subdola ed insidiosa e la peggiore delle forme di criminalità.
Vi possono far parte anche coloro che esprimono (per esempio) la solidarietà a chi è vittima di un attentato (con discorsi “toccanti” e “partecipativi”) cosi come quando l’assassino và al funerale della vittima: ecco perché ci vado cauto nell’esprimere una “qualsivoglia” solidarietà.
Tradotto vuol dire: ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per impedire che l’evento delittuoso si verificasse ?
E se ci rifletto bene e senza ipocrisia dico: NO!
Ecco perché ho timore ad esprimere la solidarietà a chicchessia.
E poi, consentitemelo, non vorrei essere discriminante nei confronti di coloro i quali ogni “santa notte” si vedono incendiata l’auto o il negozio.
Ancora un piccolo esempio: ROSARNO. Oggi tutti esprimono solidarietà e sostegno per una vergogna “datata”. E di questi quanti sono quelli che non sapevano cosa “bolliva in pentola” ?
E’ questa la famosa “zona grigia”, costituita da persone poco affidabili, che ricoprono ruoli importanti nella società, che vivono di affari, compromessi, interessi e quanto altro accompagnati ed affiancati da una “folta schiera” di servi pronta a riverirli.
Chi lotta perché crede nella Giustizia e nella Verità è notorio si ritrova quasi sempre SOLO.
Ed immagino la solitudine di Antonino oggi ed i mille dubbi che gli passano per la mente e poca cosa può essere la solidarietà espressa.
Non dico questo per vanificare un gesto, che và sempre fatto, quanto per “stimolare” la mia e l’altrui coscienza a dare di più alla nostra comunità.
Dico questo, perché è necessario che la gente di buona volontà esca fuori dal proprio guscio, e tenti di ribaltare questa situazione di “degrado morale e civile”, che imperversa dalle nostre parti.
Non si possono lasciare da solo i vari Monteleone ed esprimergli la “solidarietà al bisogno”.
Dobbiamo prendere atto che la nostra vita è gestita (a voler essere benevoli) da “gentucola”, nanerottoli vari, delinquenti “da asporto”, personaggi squallidi ed incompetenti ai quali aggiungiamo i ndraghetisti e mafiosi vari.
Ecco perché qualsiasi tentativo di modificare lo stato dei fatti, da parte di chicchessia, viene prontamente punito.
E non bastano i buoni propositi e la solidarietà del momento. Serve un “atto corale di ribellione”, una reazione chiara, determinata ed efficace.
Serve che gli Antonino Monteleone si moltiplicano, senza infingimenti, per dare una buona volta per tutti un calcio a codesti “cialtroni” che inquinano la nostra vita e la nostra terra.
Antonio Nicolò – Consigliere Comunale-
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