Andando a tastoni come nelle tenebre, si vuol tentare di apportare dei miglioramenti nella sanità calabrese. Non funziona cosi !
Rozzamente (e forse ingenuamente) confermo, in maniera chiarissima e fuori da ogni dubbio, che la sanità necessita di “cure intensive” e somministrazione di farmaci a “dose da cavallo” per un’eventuale sua ripresa.
Mi accingo a mostrarvi quale sia la realtà locale della sanità. E non lo faccio certamente come l’oracolo di Delfi che non afferma, ne nasconde, ma lascia intendere per enigmi !
Ed allora sarò chiaro, preciso, sintetico e diretto come è mia abitudine.
La realtà “nuda e cruda” cari signori è questa: degrado, disservizi, inefficienza ed arroganza, “conditi” con un pizzico di menefreghismo ed un bel poco di superficialità e strafottenza quanto basta, la fanno da padrone.
Degrado strutturale. E continuo a battere sullo stesso chiodo: vi è l’urgente necessità di pianificare un intervento risolutivo che abbia come sua “adeguata espressione” la costruzione di un nuovo ospedale a Reggio (Città metropolitana !). In itinere è necessario garantire il minimo dei servizi di pulizia, messa a norma, ristrutturazione e quant’altro possa servire per far si che un paziente che entra in ospedale abbia la consapevolezza di trovarsi in un nosocomio (ovvero un luogo dove si cura l’ammalato) e non in un mercato ortofrutticolo.
Disservizi: una buona organizzazione con una migliore utilizzazione e riqualificazione delle risorse esistenti (con la prospettiva di nuove energie in corso d’opera) potrebbe essere un buon inizio !
Bisogna privilegiare la meritocrazia ed incentivare chi ha voglia di lavorare: sino ad oggi sono stati messi in atto solo meccanismi che hanno “scoraggiato” qualsiasi tentativo di professionisti seri e preparati a lavorare.
Inefficienza: è questa la nota dolente ! Il “primo movens”del disastro della sanità è stata la “gestione allegra” dei vari Direttori Generali ben accoppiati a Direttori Sanitari (quest’ultimi medici, sic !).
Un binomio, che sembra uscito dall’uovo di pasqua per via dell’ ”espressione sorpresa” che mostrano ogni qualvolta gli si venga messo sotto gli occhi una realtà che non si può nascondere in qualche modo.
Arroganza: basterebbe andare a vedere tutti gli ultimi concorsi (con relative assunzioni) per capire che c’è qualcosa (a voler essere benevoli) di..….miracoloso (o stranissime coincidenze ?).
Basterebbe andare a visionare tutte le delibere per sapere se è stato mai sentito il parere del consiglio dei sanitari.
Non vado oltre per motivi di spazio e di tempo ma, quanto detto, ritengo sia sufficiente per capire come “gira il sistema”.
Permettetemi, in conclusione, di rnnovare il mio “disperato appello” affinchè in ospedale vi sia una medicina nucleare funzionante, una PET (che con ottime probabilità non avremo mai) ed almeno cinque primari chirurghi (spero di non aver esagerato !).
Lo so che qualcuno si dispiacerà di questo mio intervento ma la sanità in ospedale è ancora pubblica e non privata e che il sottoscritto ancora è “a piede libero” .Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di Reggio
Rozzamente (e forse ingenuamente) confermo, in maniera chiarissima e fuori da ogni dubbio, che la sanità necessita di “cure intensive” e somministrazione di farmaci a “dose da cavallo” per un’eventuale sua ripresa.
Mi accingo a mostrarvi quale sia la realtà locale della sanità. E non lo faccio certamente come l’oracolo di Delfi che non afferma, ne nasconde, ma lascia intendere per enigmi !
Ed allora sarò chiaro, preciso, sintetico e diretto come è mia abitudine.
La realtà “nuda e cruda” cari signori è questa: degrado, disservizi, inefficienza ed arroganza, “conditi” con un pizzico di menefreghismo ed un bel poco di superficialità e strafottenza quanto basta, la fanno da padrone.
Degrado strutturale. E continuo a battere sullo stesso chiodo: vi è l’urgente necessità di pianificare un intervento risolutivo che abbia come sua “adeguata espressione” la costruzione di un nuovo ospedale a Reggio (Città metropolitana !). In itinere è necessario garantire il minimo dei servizi di pulizia, messa a norma, ristrutturazione e quant’altro possa servire per far si che un paziente che entra in ospedale abbia la consapevolezza di trovarsi in un nosocomio (ovvero un luogo dove si cura l’ammalato) e non in un mercato ortofrutticolo.
Disservizi: una buona organizzazione con una migliore utilizzazione e riqualificazione delle risorse esistenti (con la prospettiva di nuove energie in corso d’opera) potrebbe essere un buon inizio !
Bisogna privilegiare la meritocrazia ed incentivare chi ha voglia di lavorare: sino ad oggi sono stati messi in atto solo meccanismi che hanno “scoraggiato” qualsiasi tentativo di professionisti seri e preparati a lavorare.
Inefficienza: è questa la nota dolente ! Il “primo movens”del disastro della sanità è stata la “gestione allegra” dei vari Direttori Generali ben accoppiati a Direttori Sanitari (quest’ultimi medici, sic !).
Un binomio, che sembra uscito dall’uovo di pasqua per via dell’ ”espressione sorpresa” che mostrano ogni qualvolta gli si venga messo sotto gli occhi una realtà che non si può nascondere in qualche modo.
Arroganza: basterebbe andare a vedere tutti gli ultimi concorsi (con relative assunzioni) per capire che c’è qualcosa (a voler essere benevoli) di..….miracoloso (o stranissime coincidenze ?).
Basterebbe andare a visionare tutte le delibere per sapere se è stato mai sentito il parere del consiglio dei sanitari.
Non vado oltre per motivi di spazio e di tempo ma, quanto detto, ritengo sia sufficiente per capire come “gira il sistema”.
Permettetemi, in conclusione, di rnnovare il mio “disperato appello” affinchè in ospedale vi sia una medicina nucleare funzionante, una PET (che con ottime probabilità non avremo mai) ed almeno cinque primari chirurghi (spero di non aver esagerato !).
Lo so che qualcuno si dispiacerà di questo mio intervento ma la sanità in ospedale è ancora pubblica e non privata e che il sottoscritto ancora è “a piede libero” .Antonio Nicolò – Capogruppo Pdl al Comune di Reggio