martedì 24 febbraio 2009

MUSEO DELLA MAGNA GRECIA

Protestare non costa nulla, indignarsi ancora di meno e fare finta di interessarsi del “bene comune” è a costo zero.
Diciamo la verità: questo la dice lunga sul comune senso civico locale (prodotto tipico, prodotto DOC).
Venghino signori, venghino, nella città i cui abitanti sono stati tirati fuori dal “forno evolutivo” troppo presto, a metà cottura.
Anche se bisogna considerare che la storia dell’umanità non è un’evoluzione ma una degenerazione (esempio tipico della specie è la classe politica) , bisogna ammetterlo, l’uomo è una scimmia che si è evoluta in maniera straordinaria.
Non essendo dotato solo della “amorfa pulsazione” dell’ostrica, ed avendo qualche neurone, che ancora mi funziona, sono costretto (mio malgrado) a provarle tutte.
Questa volta faccio un piccolo esperimento (ne conosco già l’esito), per capire sino a che punto ce ne freghiamo del luogo dove abitiamo e troviamo sostentamento (politico ed economico). Lo faccio giusto per non sentirmi dire:non lo sapevamo!
E riparto dove eravamo rimasti tempo addietro: dal Museo della Magna Grecia.
E’ nota a voi la vicenda delle “teste” (che nel frattempo hanno già preso il volo per altra destinazione, con la speranza si sia fatto il biglietto di ritorno!) e dell’indignazione che ha colto gran parte dell’opinione pubblica.
Bene. O meglio male, è andata come doveva andare :era solo uno scherzo, stupidini!.
I problemi senza soluzione, si sa hanno cattive soluzioni specie se tardive.
E già, perché bisogna pensarci per tempo (anche se il sole 24 ore l’annuncio l’aveva dato mesi prima!). Ma si sa dalle nostre parti le notizie arrivano in ritardo, come tutte le cose, e peraltro non siamo abituati a leggere i giornali.
Senza fare filologia, il termine più adatto che mi viene in mente è: menefreghismo.
Parlavo dell’esperimento (Pavolv non centra niente, perché anche il riflesso condizionato è assente in questa città) per dirvi che questo è un modo per saggiare (dopo la testa) la “faccia tosta”di quei venditori di pentole per massaie un po’ tonte, che imperversano dalle nostre parti.
Provo a descrivervi quello che da qui a non molto tempo accadrà, e spero, nelle mie previsioni, di essere come quei meteorologhi che non ne azzeccano una.
Come voi tutti ben sapete (a questo serve la comunicazione) i lavori di ristrutturazione del museo dovrebbero partire da qui a breve.
E’ ovvio che, non trattandosi del “rifacimento della facciata” (come spesso si usa fare) il museo sarà messo “sottosopra”.
Chiedo a quelli che, al momento di indignarsi e protestare, sono i primi di essere altrettanto celeri nel rassicurami su dove finiranno le opere importanti del Museo.
Ed ancora., quale ubicazione troverà la Sovrintendenza ai Beni Culturali?
Tempo addietro (timidamente) avanzai una proposta riguardo la “cittadella della cultura”, che avrebbe dovuto allocarsi presso la caserma Mezzacapo.
Niente da fare, anche lì, in pieno centro ed in un complesso d’epoca, troveranno spazi ” uffici ed ufficini” vari (complimenti alla cultura!)
In quei spazi, oggi, avrebbe potuto trovare sistemazione la Sovrintendenza, e siamo ancora in tempo se qualche “uomo di buona volontà” troverà il tempo per interessarsi.
Spero comunque si trovi una sistemazione “dignitosa”, e non voglio pensare, neanche lontanamente, ad un suo trasferimento “fuori sede”. Cosa alla quale ormai ci abbiamo fatto “il callo”.
Il pittore Braque (che amo molto) diceva bene, quando affermava che la verità esiste e che solo la menzogna è un’invenzione.
Sarebbe istruttivo “fare la radiografia” del museo in vista dei lavori che si faranno.
Pertanto, spero presto, di ricevere notizie rassicuranti sull’”operazione museo” e che non siano le solite menzogne.


Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale