Gentile Direttore dell’Azienda Ospedaliera,
mi rivolgo a Lei, subito e pubblicamente, per augurarLe un proficuo lavoro (impresa non semplice) al fine di risollevare le sorti della sanità reggina, ormai retrocessa nella bassa categoria, per usare una metafora calcistica.
Personalmente non La invidio: di questi tempi, fare il Direttore Generale di un’Azienda è come orientarsi all’interno della foresta amazzonica.
Mi rendo conto che è inusuale il modo di darLe il benvenuto, ma i tempi e la tragicità lo richiedono.
Se Lei avrà seguito (come certamente ha fatto) le polemiche di questi giorni (e non solo di questi giorni), avrà chiara la situazione ospedaliera che l’attende.
Sicuramente Le sarà noto il “codazzo di servi” che puntualmente busseranno (se non lo hanno già fatto) alla sua porta per ottenere (mascherando come interessi collettivi) privilegi personali.
Amici e pseudo-amici dell’ultima ora che, inesorabilmente attratti dal potere, riescono a fare “prodigi di agilità dorsale” che, molto frequentemente, non vengono disdegnati dal “Direttore di turno”, il quale per l’incarico ricevuto non resiste alla tentazione di “lievitare” e “sollevarsi da terra” perdendo ogni contatto con la realtà.
Sono certo (conoscendoLa) che non è il caso suo; peraltro la situazione richiede di avere, proprio i piedi, saldamente ancorati per terra, e questa mia lettera altro non è che un invito a guardare dritto in faccia la realtà.
Pertanto la invito ad incontrare nei luoghi di lavoro, facendosi un giro per i reparti e servizi, gli operatori sanitari ed evitare di rinchiudersi nelle sue stanze dialogando con i soliti “quattro sindacalisti” le cui lotte (quasi sempre) sono strumentali.
Dopo questa breve, se pur necessaria premessa, vengo subito al nocciolo della questione.
Ritengo, conoscendo la realtà dove io stesso opero, ed in qualità di politico,di dover porre alla Sua attenzione (ove ve ne fosse bisogno), dei problemi di non difficile soluzione ma che meritano priorità rispetto ad altri non meno importanti.
Mi riferisco “in primis” alle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui (ormai da tempo) versa il nostro Ospedale: Le sarà sufficiente uno “sguardo”, anche non attento, per rendersene conto: una “spiacevole” visione si offrirà ai suoi occhi e le sembrerà di trovarsi in “un mercatino rionale” piuttosto che in un Ospedale.
La scarsa o nulla manutenzione dell’Ospedale che i suoi “illustri predecessori” non hanno avuto il buonsenso di fare ha ridotto l’Ospedale come una delle tante strabelle di Beirut.
Nelle ore notturne l’Ospedale diventa un luogo insicuro ed a rischio per gli operatori sanitari, in quanto l’accesso è libero a chiunque e difficilmente controllabile per le numerose vie di accesso (anziché essercene una sola di notte).
Parcheggi “selvaggi” e “scriteriati”, in quanto chiunque può sostare dove meglio crede non essendoci alcuna regolamentazione.
Questi sono alcuni degli esempi che trovano una “semplice soluzione” con una “banale regolamentazione” usando semplicemente il buon senso.
L’Ospedale è luogo dove il malato necessita di diagnosi e cura (il concetto è lapalissiano).
Per la prima, ossia la diagnosi, è necessario che principalmente i Servizi funzionino in maniera soddisfacente, per la seconda (la cura) è necessario che i nostri operatori sanitari (di alta professionalità) siano messi nelle condizioni di operare al meglio (intendo eliminazione dei ricoveri in barella, luoghi di lavoro a norma e strutture confortevoli per il malato).
Non voglio dilungarmi (l’elenco è lungo) e non voglio certamente darLe dei suggerimenti, in quanto è da molto tempo che Lei si occupa di sanità (e dunque persona competente) ma vorrei concludere con una banale riflessione: sarebbe bastato che ognuno dei “tanti” Direttori che l’hanno preceduta, avesse risolto un solo problema (tra i tanti che ci sono), uno solo, che oggi noi avremmo un ospedale funzionante e qualificato.
Nell’augurarLe buon lavoro ricordo a Lei, e ad ognuno di noi che tutti, prima o poi, avremo bisogno di un luogo dove ricorrere quando avremo un problema di salute: e questo è l’Ospedale, non dimentichiamolo !
mi rivolgo a Lei, subito e pubblicamente, per augurarLe un proficuo lavoro (impresa non semplice) al fine di risollevare le sorti della sanità reggina, ormai retrocessa nella bassa categoria, per usare una metafora calcistica.
Personalmente non La invidio: di questi tempi, fare il Direttore Generale di un’Azienda è come orientarsi all’interno della foresta amazzonica.
Mi rendo conto che è inusuale il modo di darLe il benvenuto, ma i tempi e la tragicità lo richiedono.
Se Lei avrà seguito (come certamente ha fatto) le polemiche di questi giorni (e non solo di questi giorni), avrà chiara la situazione ospedaliera che l’attende.
Sicuramente Le sarà noto il “codazzo di servi” che puntualmente busseranno (se non lo hanno già fatto) alla sua porta per ottenere (mascherando come interessi collettivi) privilegi personali.
Amici e pseudo-amici dell’ultima ora che, inesorabilmente attratti dal potere, riescono a fare “prodigi di agilità dorsale” che, molto frequentemente, non vengono disdegnati dal “Direttore di turno”, il quale per l’incarico ricevuto non resiste alla tentazione di “lievitare” e “sollevarsi da terra” perdendo ogni contatto con la realtà.
Sono certo (conoscendoLa) che non è il caso suo; peraltro la situazione richiede di avere, proprio i piedi, saldamente ancorati per terra, e questa mia lettera altro non è che un invito a guardare dritto in faccia la realtà.
Pertanto la invito ad incontrare nei luoghi di lavoro, facendosi un giro per i reparti e servizi, gli operatori sanitari ed evitare di rinchiudersi nelle sue stanze dialogando con i soliti “quattro sindacalisti” le cui lotte (quasi sempre) sono strumentali.
Dopo questa breve, se pur necessaria premessa, vengo subito al nocciolo della questione.
Ritengo, conoscendo la realtà dove io stesso opero, ed in qualità di politico,di dover porre alla Sua attenzione (ove ve ne fosse bisogno), dei problemi di non difficile soluzione ma che meritano priorità rispetto ad altri non meno importanti.
Mi riferisco “in primis” alle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui (ormai da tempo) versa il nostro Ospedale: Le sarà sufficiente uno “sguardo”, anche non attento, per rendersene conto: una “spiacevole” visione si offrirà ai suoi occhi e le sembrerà di trovarsi in “un mercatino rionale” piuttosto che in un Ospedale.
La scarsa o nulla manutenzione dell’Ospedale che i suoi “illustri predecessori” non hanno avuto il buonsenso di fare ha ridotto l’Ospedale come una delle tante strabelle di Beirut.
Nelle ore notturne l’Ospedale diventa un luogo insicuro ed a rischio per gli operatori sanitari, in quanto l’accesso è libero a chiunque e difficilmente controllabile per le numerose vie di accesso (anziché essercene una sola di notte).
Parcheggi “selvaggi” e “scriteriati”, in quanto chiunque può sostare dove meglio crede non essendoci alcuna regolamentazione.
Questi sono alcuni degli esempi che trovano una “semplice soluzione” con una “banale regolamentazione” usando semplicemente il buon senso.
L’Ospedale è luogo dove il malato necessita di diagnosi e cura (il concetto è lapalissiano).
Per la prima, ossia la diagnosi, è necessario che principalmente i Servizi funzionino in maniera soddisfacente, per la seconda (la cura) è necessario che i nostri operatori sanitari (di alta professionalità) siano messi nelle condizioni di operare al meglio (intendo eliminazione dei ricoveri in barella, luoghi di lavoro a norma e strutture confortevoli per il malato).
Non voglio dilungarmi (l’elenco è lungo) e non voglio certamente darLe dei suggerimenti, in quanto è da molto tempo che Lei si occupa di sanità (e dunque persona competente) ma vorrei concludere con una banale riflessione: sarebbe bastato che ognuno dei “tanti” Direttori che l’hanno preceduta, avesse risolto un solo problema (tra i tanti che ci sono), uno solo, che oggi noi avremmo un ospedale funzionante e qualificato.
Nell’augurarLe buon lavoro ricordo a Lei, e ad ognuno di noi che tutti, prima o poi, avremo bisogno di un luogo dove ricorrere quando avremo un problema di salute: e questo è l’Ospedale, non dimentichiamolo !
Antonio Nicolò – Capogruppo di Alleanza Nazionale-